Acea: «Ambizioni europee lontane dalla realtà»

Acea: «Ambizioni europee lontane dalla realtà»
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L’Associazione europea dei costruttori di automobili critica il Pacchetto sulla Mobilità Sostenibile e Intelligente dell'UE
11 dicembre 2020

Immediate reazioni alla pubblicazione del Pacchetto sulla Mobilità Sostenibile e Intelligente da parte di Acea, l’Associazione che riunisce i fabbricanti di veicoli.

Nel piano della Commissione Europea, uno dei pilastri è relativo alla mobilità a zero emissioni, obiettivo pienamente condiviso dall'industria automobilistica europea, che ad esso riserva gran parte del suo budget annuale di R&D, valutato in ben 60,9 miliardi di euro.

Il documento della Commissione riporta nero su bianco l'ambizione di arrivare ad almeno 30 milioni di auto a emissioni zero sulle strade nell'Unione europea entro il 2030: una prospettiva, rileva Eric-Mark Huitema, direttore generale di Acea, «sfortunatamente molto lontana dalla realtà odierna».

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Infatti, una nuova ricerca dell'Acea rileva che dei 243 milioni di vetture sulle strade dell'UE lo scorso anno, meno di 615.000 erano veicoli a emissioni zero (auto elettriche a batteria e auto elettriche a celle a combustibile messe insieme), corrispondenti ad un misero 0,25% dell'intero parco auto.

«Per raggiungere l'obiettivo della Commissione - spiega Huitema  - avremmo bisogno di vedere un aumento di quasi cinquanta volte delle auto a emissioni zero in circolazione sulle nostre strade in soli dieci anni. Inoltre, nonostante gli investimenti del settore a favore di tali veicoli e la loro quota di mercato in crescita, non esistono le condizioni giuste per fare un salto così massiccio».

Come riconosce la stessa Commissione, condizione essenziale per una mobilità a emissioni zero è la diffusa disponibilità di infrastrutture di ricarica e rifornimento, sia per le autovetture che per i veicoli pesanti.

«La Commissione europea - continua Huitema - dovrebbe abbinare il suo livello di ambizione di implementare infrastrutture in tutta l'UE con la sua ambizione di ridurre le emissioni di CO2 dei veicoli. È abbastanza semplice: più alti diventano gli obiettivi climatici, più alti dovrebbero essere gli obiettivi per i punti di ricarica e le stazioni di rifornimento. Invece vediamo ancora una discrepanza tra questi due elementi a livello dell'UE».

Per le infrastrutture, la Commissione stima che saranno necessari tre milioni di punti di ricarica pubblici entro il 2030: dato che a fine 2019 erano meno di 200.000 i punti di ricarica in tutta l'UE, servirebbe installare quindici volte più infrastrutture nel i prossimi undici anni.

I membri dell'Acea chiedono ancora una volta ai legislatori dell'UE di spingere i governi nazionali a investire nelle infrastrutture di ricarica e rifornimento, come parte di una revisione urgente e critica della direttiva sulle infrastrutture per i combustibili alternativi.

«L’esperienza dimostrato - conclude Huitema - che un approccio volontario a questi obiettivi infrastrutturali non funziona. Mentre alcuni paesi dell'UE sono stati molto attivi, altri hanno fatto poco o niente. Bisognerebbe avere obiettivi infrastrutturali vincolanti per gli Stati membri».

Oltre alle infrastrutture, sono necessari anche altri strumenti per incoraggiare i consumatori a passare alla mobilità a emissioni zero, come una tariffazione del carbonio più aggressiva, la continuazione dei programmi di rinnovo della flotta e misure di supporto per il miglioramento e la riqualificazione dei lavoratori per facilitare la trasformazione del settore.

Oltre a ricordare che l’età media delle auto circolanti in Europa è vicina agli undici anni, Acea sottolinea che per effetto della decarbonizzazione, le nuove auto saranno più costose, in un momento in cui circola meno denaro a causa dell'impatto economico del COVID-19; tutti fattori che rischiano non solo di incidere sull'accessibilità alla mobilità elettrica, ma anche di aumentare l'età media delle auto, rallentando così il rinnovo della flotta.

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