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Stando a quanto riportato dal settimanale tedesco, i cinque più importati costruttori del paese (Audi, Volkswagen, Daimler, Porsche e BMW) avrebbero un accordo segreto da oltre venti anni, relativo ai temi più delicati dell'industria automotive, compreso quello delle emissioni. Una recente autodenuncia di VW e Daimler, relativa a un presunto cartello sugli acciai avrebbe fatto insospettire l'antitrust tedesca, che adesso indaga su altri temi e su altre case. Anche in questo caso il rischio di una multa miliardaria è dietro l'angolo.
Sarebbero circa 200 le persone coinvolte, che in circa 1000 incontri negli ultimi anni avrebbero cercato di accordarsi per riuscire ad abbattere i costi di produzione, tramite la scelta della componentistica e dei fornitori. A quanto pare la volontaria uscita allo scoperto sarebbe da imputare al fatto che in sede di condanna viene considerato positivamente chi collabora per lo svolgimento delle indagini e si può ottenere anche uno sconto sulla sanzione fino al 10% del fatturato.
Per quanto riguarda la vicenda delle emissioni, la prima a rispondere è BMW, con una nota stampa dove viene rivendicata la specificità delle sue soluzioni tecniche, che prevedono, al fianco del catalizzatore selettivo a base di urea, un secondo elemento convertitore con logica di stoccaggio, ovvero che raccoglie ciò che non è stato depurato dal primo convertitore, per scendere fino ai valori limite degli ossidi d'azoto allo scarico. Secondo la casa questa modifica aggiuntiva, rispetto al semplice convertitore SCR eviterebbe la necessità di modificare il software o richiamare i suoi diesel Euro 6.
Da Monaco quasi a sottolineare l'aumento dei consumi di urea che sono risultati "normali" per molti modelli della concorrenza dopo la modifica del software, BMW precisa che grazie al funzionamento combinato dei due dispositivi di catalizzazione "i consumi di AdBlue risultano significativamente inferiori rispetto a quelli di altre case". Questo permette di rendere sufficiente la capacità del serbatoio per l'additivo a base di urea, che in altri casi è diventato insufficiente.