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Oggi il Consiglio dei Ministri discuterà il decreto sul riordino delle accise sui carburanti, una misura voluta dall’Unione Europea che punta a riequilibrare la tassazione tra benzina e gasolio. Attualmente, in Italia, le accise ammontano a 0,728 euro per ogni litro di benzina e 0,617 euro per ogni litro di diesel. Infatti, il provvedimento prevede un graduale riallineamento, con un incremento tra 1 e 1,5 centesimi al litro per il gasolio, compensato da una riduzione equivalente per la benzina.
Secondo le analisi del Codacons, l’aumento delle accise sul diesel avrà ripercussioni significative per gli automobilisti. Con un incremento di 1 centesimo al litro, il rincaro si tradurrà in una spesa extra di 14,64 euro annui per ogni auto diesel, pari a 243 milioni di euro all’anno per l’intero parco circolante e a 1,21 miliardi di euro in cinque anni.
Se l’aumento fosse di 1,5 centesimi al litro, il costo per ogni automobilista salirebbe a 21,96 euro annui, con un impatto complessivo di 364,5 milioni di euro l’anno e 1,82 miliardi di euro in cinque anni. Di contro, per i proprietari di vetture a benzina, il provvedimento porterebbe a un risparmio annuo fino a 374,5 milioni di euro nel caso della riduzione di 1,5 centesimi al litro, con un beneficio totale di 1,87 miliardi di euro in cinque anni.
Mentre il Governo si prepara a riallineare le accise, Assoutenti solleva un’altra questione: la pressione fiscale sui carburanti in Italia resta tra le più alte d’Europa. Attualmente, tasse e accise incidono per il 58,5% sul prezzo della benzina e per il 54,3% su quello del diesel, rendendo i listini alla pompa tra i più costosi dell’UE.
“Nel 2023, su un totale di 70,9 miliardi di euro spesi dagli italiani per i carburanti, 38,1 miliardi sono andati nelle casse dello Stato sotto forma di Iva e accise” – spiega Gabriele Melluso, presidente di Assoutenti. Secondo uno studio condotto dall’associazione e dal Centro di formazione e ricerca sui consumi (Crc), la tassazione sui carburanti in Italia è del 12,5% più alta rispetto alla media europea.
Al di là del provvedimento attuale, Assoutenti chiede un intervento più ampio a livello comunitario, con un sistema unico di tassazione sui carburanti in tutta Europa. “Un’armonizzazione fiscale eviterebbe che l’Italia perda competitività rispetto ad altri Paesi dove il costo dei carburanti è più basso e pesa meno su famiglie e imprese” – conclude Melluso.