A24-25, Strada dei Parchi diffida il Ministero: chiesto sblocco fondi in 5 giorni

A24-25, Strada dei Parchi diffida il Ministero: chiesto sblocco fondi in 5 giorni
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La concessionaria della A24 e della A25, Strada dei Parchi, ha inviato al Mit una diffida per lo sblocco dei 192 milioni per la messa in sicurezza dei viadotti inseriti nel decreto Genova
18 ottobre 2018

Strada di Parchi, concessionaria di A24 e A25, ha inviato al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti una diffida per lo sblocco dei 192 milioni per la messa in sicurezza dei viadotti inseriti nel decreto Genova. La richiesta è di «voler adottare senza ulteriore indugio e comunque entro e non oltre 5 giorni ogni atto autorizzativo teso a consentire l'avvio di lavori urgenti o comunque ritenuti necessari, con ogni conseguente assunzione di responsabilità in caso di ulteriori ritardi e/o espresso diniego». La diffida arriva all'indomani delle dichiarazioni del Ministro Toninelli in merito alle condizioni «allarmanti» di alcuni viadotti sulle due tratte

«Ci siamo espressi chiaramente perché vogliamo tutelare gli utenti di A24-A25 perché non condividiamo l'allarmismo - spiega Mauro Fabris, vicepresidente della concessionaria - non bisogna creare allarmismo, Strada dei Parchi è sicura al traffico normale, tenendo presente però che il 60% delle infrastrutture in Italia non è a norma antisismica: il nostro gesto è necessario perché devono essere sbloccati i decreti autorizzativi che il ministero deve emanare».

«Quando si mostra un pilastro ammalorato e si staccano sfoglie di cemento o di ferro, si dimentica che lì dentro ci sono altri - numero reale - 400 ferri: e quei 10 ferri che stai vedendo e che non sono neanche tutti ammalorati, ai fini della sicurezza di esercizio non significano nulla", così all'Ansa Gabriele Nati, direttore tecnico di Strada Parchi, nel sopralluogo del cantiere del casello di Bussi della A25 dove si sta provvedendo mettere i pilastri in sicurezza antisismica».

«Acqua nei piloni? E' una fesseria: tutti i piloni al di sopra dei 20/25 metri sono cavi. Perché - prosegue Nati - sono dimensioni di alcuni metri e si progettano così e se fosse tutto pieno sarebbe troppa massa sismica. Quei calcestruzzi hanno spessori anche di un metro: l'eventuale degrado superficiale è di pochi centimetri e per ispezionare l'interno ci sono anche porte d'ingresso».

Anche l'ex responsabile della Protezione Civile, Guido Bertolaso, è intervenuto sulla vicenda. «È una questione di burocrazia, le risorse ci sono - ha spiegato Bertolaso ai microfoni di '6 su Radio 1' -. Le autostrade italiane sono una miniera d'oro per lo Stato e per i concessionari che le utilizzano in nome e per conto dello Stato. Andare a dire che non ci sono i soldi per mettere in sicurezza un ponte per garantire la sicurezza a tutti gli automobilisti è semplicemente ridicolo».

«Basta evitare che una quota parte degli introiti finisca nelle casse dello Stato per pagare tante altre problematiche e destinarli invece a garanzia della sicurezza di chi attraversa le nostre autostrade. Sappiamo che quelli che sono i soldi che noi paghiamo ai caselli autostradali non vanno alla sicurezza di quello che stiamo percorrendo ma vanno nelle casse dello Stato per coprire i tanti problemi e costi che lo stato deve affrontare nella vita quotidiana del Paese. Bisogna assumersi la responsabilità di ciò che si dice».

«Se il Ministro Toninelli dice che non dorme per l'autostrada A24, visto che è il massimo responsabile politico del Paese nell'ambito delle infrastrutture, avrà le sue informazioni e le sue preoccupazioni deriveranno anche da questo; non credo derivino solamente da alcuni sopralluoghi sulla base di alcuni piloni che probabilmente saranno stati scelti ad arte per far vedere che la situazione è particolarmente grave».

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