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Se oggi i più grandi costruttori del globo stanno spingendo come forsennati verso l’elettrificazione in parte è anche per via di Tesla, che con l’introduzione di Roadster prima e Model S poi si è fatta pioniere nel mondo delle auto a zero emissioni. La visione di Elon Musk è passata rapidamente dal capriccio per facoltosi al futuro dell’auto e lui, contestualmente, è passato dall'essere identificato come “quello che ha venduto PayPal” a uomo più ricco del pianeta. È naturale quindi che cambi di fronte (spesso repentini) e nuove strategie del marchio californiano vengano costantemente analizzati e discussi. Specialmente se, come in questo caso, si tratta di qualcosa di completamente inedito per Tesla.
L’auto di cui si parla con sempre più insistenza, battezzata Model 2 principalmente per lasciarne intendere le caratteristiche, dovrebbe essere la vettura più compatta (ed economica) della storia di Tesla. Com’era successo ai tempi di Model 3 quindi c’è chi parla già di rivoluzione elettrica, visto che Musk stesso ha più volte dichiarato un prezzo d’attacco di 25.000 dollari per portarsi a casa un pezzetto di quell’ecosistema composto di guida parzialmente autonoma, infrastrutture capillari e tecnologie all’avanguardia. Attualmente però, attorno a Model 2 aleggiano più dubbi che certezze, specialmente per quanto riguarda la data d’uscita e le possibili versioni. Andiamo quindi con ordine.
Attualmente Tesla ha pubblicato soltanto un bozzetto, anche se verosimilmente potrebbe trattarsi di un disegno di Model 3 mai uscito in passato. In copertina invece potete trovare il rendering del nostro Francesco Paolillo che, per l’attesissima novità del brand, immagina un design compatto e sportivo: al frontale scavato tipico del marchio si aggiungono quindi gruppi ottici rastremati e prese d’aria sottili, mentre il posteriore riprende lo stile impiegato su Model X e Y caratterizzato da una linea spiovente del lunotto che si incontra con il posteriore. Al netto delle valutazioni estetiche però, sappiamo che Model 2 sarà la prima Tesla disegnata in Cina nella Gigafactory di Shanghai, dove l’auto dovrebbe anche essere prodotta. Una scelta necessaria a mantenere il prezzo finale più basso possibile e, al contempo, per rafforzare la presenza del marchio su di un mercato sempre più fondamentale per questo genere di vetture. A questo scopo Tesla ha già dedicato un sostanzioso investimento (si parla di circa 170 milioni di euro) per un ampliamento della sede, con conseguente assunzione di oltre quattromila persone. Per quanto ci sia ancora poco di garantito (se non col fatto che l’auto si farà) nel caso in cui Model 2 dovesse davvero offrire il rapporto qualità/prezzo ventilato da Musk sarebbe l’ennesima spinta al mercato e ai costruttori tradizionali, i quali si troveranno costretti ad adeguarsi all’offerta. L’auto, stando alle ultime speculazioni, dovrebbe debuttare con diversi tagli della batteria, arrivando nelle versioni “long range” fino a circa 600 Km di autonomia con un pieno grazie agli accumulatori di nuova generazione. Ecco perché tutti gli altri dovranno adeguarsi, sempre che non riescano ad arrivare prima.
Il patron di Tesla ci ha ormai abituato al suo modus operandi: l’annuncio del prodotto spesso e volentieri avviene anni prima del lancio del prodotto stesso, generando attese e aspettative da un lato e preordini dall’altro. Musk carica di promesse fan e clienti, ricavando per Tesla un aumento del valore in Borsa ed un piccolo tesoretto derivato dai preordini con cui finanziare le vetture in arrivo. Alcune di queste, come la Roadster 2 presentata nel 2019, di fatto devono ancora arrivare. Quanto occorrerà attendere quindi per vedere (e conoscere) la nuova Model 2? Con tutte le probabilità poco, la compatta Tesla potrebbe arrivare già entro l’anno. Come per altri modelli però, la presentazione al pubblico potrebbe non avere nulla a che fare con la commercializzazione. Ci sono buone possibilità quindi che non servirà pazientare ancora molto per conoscere forme, prestazioni, dotazioni e prezzi della “baby tesla” - prima viene presentata e prima aprono gli ordini - ma per i primi esemplari su strada si potrebbero attendere anche due anni. L’auto, comunque, è prevista anche per il mercato europeo, tuttavia non è chiaro se verrà prodotta nel nuovo stabilimento di Berlino o importata dalla Cina.
Per quanto Tesla si tra i pochi marchi in grado di lavorare nonostante la crisi dei semiconduttori, la carenza di chip è un problema con cui tutto il mondo dell’automotive deve fare i conti. Ampliare la Gigafactory ed aprire una nuova linea produttiva sembra quindi un ostacolo meno gravoso rispetto alla carenza di materiali, batterie incluse, con cui si trova a fare i conti la casa di Palo Alto. La sensazione quindi è che per vedere la prossima piccola Tesla sulle nostre strade si dovrà prima attenuare la crisi scatenata dalla pandemia.
Il disegno in apertura è realizzato dal nostro Francesco Paolillo