90° Pininfarina, Design italiano che meraviglia: dall’auto di Rice all'architettura di grandi opere

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Partono da Milano i festeggiamenti per il 90-esimo compleanno Pininfarina. Design globale di auto, interni e architettura, secondo una tradizione italiana amata ovunque. L’AD Angori: “Serve un dipartimento del design presso il Ministero”
18 febbraio 2020

"Grande" festa davvero, quella per i 90 anni di Pininfarina, azienda fondata nel 1930. Festa milanese, perché inaugura alla Triennale anche una mostra da vedere (The State of the Art of Architecture Milano) e di cui Pininfarina è partner. Festa piemontese, perché da lì è partita e in parte rimane l'industria. Proprio a Torino si celebra alla grande, a fine maggio. Festa italiana però, di orgoglio nazionale: con tanto di ministro dell’Innovazione collegato per i saluti. Festa internazionale, con progetti firmati Pininfarina in uscita a breve su mercati di ogni angolo della terra, come quello spagnolo e brasiliano.

Festa dell'auto? Ovviamente. Perché Pininfarina era ed è ancora (un po’ meno) auto: ecco allora il capo della FIA Todt che dice “le più belle macchine sono quelle disegnate da Pininfarina”. E lo dice un francese.

Con l’occasione, Pininfarina annuncia l’ingresso del celebre designer automobilistico Kevin Rice, come Chief Creative Officer. Chi è Kevin Rice? Basti guardare una delle sue creazioni per qualificarlo (ad esempio questa Mazda coupé).

Insomma, oggi a Milano si sono avviati ufficialmente dei festeggiamenti lunghi ma dovuti, che proseguiranno con attività ed eventi anche al MiMo, quello di fine giugno a Monza. Diciamo la verità, era stato invitato persino il presidente Conte, non poi potuto esserci; oltre alla sua, istituzionale, pesa anche qualche altra assenza. In ogni caso molte le voci illustri, alla Triennale o collegate da remoto. Per dire che questa storia di 90 anni non è da tutti, ma resta di esempio per tutti.

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Futuro e Design non solo auto

Lodevole Pininfarina, per come è arrivata sino oggi. Un’azienda passata per tre generazioni, con soprattutto “coraggio e rispetto” come ricorda Paolo Pininfarina. Oggi? “Si guarda al futuro”. E a chi chiede quali siano le Top3, intese come opere di Pininfarina da ricordare: ecco lo stupore della risposta. Non tre incredibili auto ma altro: la partnership con Snaidero cucine; il primo grande interior design fatto per lo Juventus Stadium; poi l’architettura, quella con Cyrela a San Paolo del Brasile. Tutte attività nate dopo la storia nota fatta di sole auto del secolo scorso e soprattutto l’ultima, quella brasiliana, molto cara alla famiglia. “E’ dal 1963 che mio nonno sognava di far qualcosa là, ora noi ci riusciamo” ricorda il presidente.

Onorare Pininfarina oggi quindi non è solo tirare fuori dal cilindro una hypercar inedita, delle one-off di valore elevato. Valore sempre oltre a quello del marchio auto, ricordano alla Triennale, prima ancora che venga detto quanti CV ha il loro motore. È onorare una storia di coerenza e opportunità colte tra le molte difficoltà. Quelle difficoltà che hanno messo KO molti “carrozzieri” e designer del passato tricolore.

Oggi una terza vita di Pininfarina vede cambiamenti radicali, rispetto al passato. Lo ricorda l’AD Silvio Pietro Angori, “Nel 2007 avevamo meno dipendenti e il design pesava per noi il 5%. Oggi facciamo 100milioni di fatturato su mercati non usuali, sfruttiamo le diversità e i talenti di mondi differenti. Siamo quotati in Borsa”.

Insomma, prepariamoci a ringraziamenti e begli oggetti in mostra, come la nuova Battista o una vecchia Cisitalia (esposte a Milano) ma pronti anche a qualche novità fatta di architettura e oggetti quotidiani, non solo le quattro ruote.

Non si dimenticano, in Pininfarina, di citare Mahindra. Il ringraziamento ai finanziatori è particolare, perché anche loro, Mahindra, sono alla terza generazione. “Ma noi abbiamo solo 75 anni, siamo fratelli minori - ricorda il boss Anand Mahindra - lasciano la massima indipendenza a Pininfarina, soprattutto per quello che è extra settore auto. Noi, da buoni fratelli giovani, seguiamo tecnologia e fronti nuovi sulla mobilità, per unire poi le forze”.

Ascoltando i relatori all’evento milanese, che citano la storia e le auto, si nota come crescano gli obiettivi di Pininfarina nel tempo. Perché resta la parte manifatturiera, sempre, ma cresce quella digital per dare customer experience. Molta Realtà Virtuale e AI, per il design firmato Pininfarina oggi. Se tante persone applaudono da tutto il mondo i 90 anni, vuole dire che si parla non solo di mondi statici, come certe vetture esposte, ma anche di aspetti economici.

Ecco: “Ci vorrebbe un Dipartimento del design dentro al Ministero, se non un vero e proprio ministero”. Questa la frase forte dell’AD di Pininfarina. Perché in effetti dell’Italia una rosea attività resta e per fortuna continua ad essere apprezzata: è quella di design. Allora anche se a molti piace il gusto auto, come quello tutto innovativo e “timeless” della Ferrari Modulo, occorre guardare anche al futuro. Ne parla uno come Chris Bangle, che se ne intende di design auto. Bangle parla di caos oltre che di car design. “Oggi è dura, c’è persino paura per certe opere di stile, ma occorre interpretare il cambiamento culturale, i giovani; servono stimoli”. E servono anche risorse, quelle che non sempre in Italia riusciamo ad avere, ma che altrove quando ci sono volentieri vanno a scegliere il nostro design. Come per la torre di Istanbul, quella Cyrela in Brasile e per la nuova opera in Costa del Sol: dove sorgerà il nuovo complesso residenziale di lusso Excem, a Estepona. Tutte opere by Pininfarina.

 

OMF

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