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Dagli archivi emerge una storia affascinante: nel febbraio del 1954, quando le ferite del conflitto mondiale iniziavano a rimarginarsi e si affacciava prepotente la passione per le auto sportive, venne costituita la Scuderia Campidoglio per merito di Mario Costantini, che divenne il primo presidente, affiancato da cinque consiglieri: Giuseppe Bianchi, Antonio Begozzi, Sergio Bettoja, Giuseppe Lamacchia e Giuseppe Leopardi.
L’idea di Costantini fu quella di creare una scuderia che raccogliesse sotto la sua egida non solo i piloti delle classi Sport, ma soprattutto quelli impegnati nelle gare delle categorie Turismo e Gran Turismo in pista e su strada, quindi le più ricche di partecipanti, nonché le più vicine agli appassionati automobilisti di tutti i giorni.
L’idea trovò terreno fertile: già nel primo anno di attività la Campidoglio conquistò la Coppa E.N.I.T. riservata alla Scuderia che avesse fatto registrare nel corso della stagione il maggior numero di Campioni Italiani. E nel 1954 i titoli conquistati dalla Campidoglio furono ben sei, con Luciano Ciolfi, Franco Ribaldi, Piero Taruffi, Gino De Sanctis, Sandro Sebasti Scalera e Nevol Querci che, insieme agli altri piloti capitolini collezionarono 122 vittorie nel ‘54, 84 secondi posti e 63 terzi posti.
La Scuderia Campidoglio registra oggi circa 1.000 iscritti
Da quello scoppiettante esordio, la Scuderia Campidoglio ha continuato ad essere riferimento romano per gli appassionati, pur se ovviamente con alti e bassi: negli ultimi anni, grazie agli sforzi dell’attuale dirigenza, il club è tornato in una fase positiva, come attesta il numero degli iscritti, ormai stabilmente attestato intorno alla soglia simbolica dei mille soci.
La Scuderia Campidoglio, per celebrare il sessantesimo anniversario, ha fatto le cose in grande: fedele al proprio nome, il Club capitolino ha dato il via ai festeggiamenti all’ombra della Rupe Tarpea, dove si sono radunate oltre sessanta vetture che non si sono arrese ad un uggioso sabato autunnale. Dalle pendici del Campidoglio, il lungo serpentone di vetture è stato scortato per le vie di Roma dalle staffette della Polizia di Roma Capitale e dalla sempre ammirata Gazzella dei Carabinieri che ha aperto la parata. Il percorso ha portato gli equipaggi dal Circo Massimo alle Terme di Caracalla, per poi sfilare sotto il Colosseo, piazza della Repubblica, via Veneto, e Porta Pinciana per scendere verso i Parioli e da lì raggiungere la Casina di Macchia Madama che domina dall’alto la capitale.
Duecento invitati hanno preso parte alla cena di gala, presto tramutatasi in un viaggio nei sessant’anni di vita del sodalizio romano. La storia è stata raccontata, da Maurizio Mazza, attuale presidente della Scuderia Campidoglio: «E’ un grande onore aver raccolto la pesante eredità agonistica che i primi soci della Scuderia Campidoglio ci hanno lasciato. Inoltre, avere con noi ancora tanti piloti che in passato hanno vinto sotto le insegne della Scuderia, è motivo di grande emozione. Allo stesso modo, è un orgoglio rappresentare la Scuderia Campidoglio voluta nella sua forma attuale, grazie all’impegno e alla passione di un gruppo di amici tra cui Cristiano Capocci, Stefano Violati ed altri, che negli anni 90 l’hanno trasformata in un grande club di appassionati di auto storiche e che oggi è diventato un sodalizio di primo piano sulla scena motoristica italiana, nella grande famiglia dell’ASI, esattamente come accadde nel lontano 1954».
Tante belle auto, vere protagoniste
Oltre sessanta le auto che hanno voluto rendere omaggio alla Scuderia Campidoglio in un lungo serpentone colorato che ha percorso le trafficate vie della capitale. In ordine d’annata, ad aprire la sfilata la Fiat 514 Spider del 1930 di Alessandro Pasquali, seguito dalla Lancia Augusta del 1935 del Consigliere ASI Alfredo Liberati. Tra i “pezzi forti” dell’evento impossibile non citare la rarissima Lancia Aurelia B20 “Speciale” del 1953 di Paolo Mazzotto e la spettacolare Jaguar D-Type del 1957 condotta da Cristiano Capocci.
Soprattutto la Lancia Aurelia ha magnetizzato le attenzioni dei presenti, mentre il suo proprietario ne racconta l’affascinante storia: «La vettura, con guida a destra come le Lancia da corsa, è appartenuta in origine ad Antonello Provasi di Lecco, primo assoluto a Monza il 7 maggio 1954; venne poi ceduta al siciliano Mario Piccolo, che la portò alla vittoria in due prove della 10 Ore Notturne di Messina. Altro passaggio di mano, nella disponibilità di Guido Rosani, storico torinese del marchio Lancia, prima che arrivi a Vittorio Zanon: questi provvede a restaurarla e la riporta all’antico splendore, come dimostrano il secondo posto al Tour de France del ’95 e le partecipazioni alla Rievocazione delle Mille Miglia. Oggi, il rombo potente del suo sei cilindri a V stretta da 2.500 cc, risuona in tanti appuntamenti per auto storiche, dalla Coppa Vernasca alla Firenze-Fiesole, dalla Rievocazione del Monte Pellegrino al Mugello. Un vero spettacolo, un’emozione continua!». La Lancia Aurelia B20 è un esemplare unico, che per nulla al mondo Paolo Mazzotto potrebbe cedere: «Ho detto di no a tantissime richieste arrivate da tutto il mondo, anche a quelle, quasi indecenti, giunte da collezionisti californiani: quest’auto è nata in Italia e sulle nostre strade deve continuare a girare, esempio assoluto di bellezza e perfezione meccanica».
“Gli anni Sessanta e Settanta erano ben rappresentati da Ferrari, Alfa e Lancia. Meno numerosa la presenza delle auto degli anni Ottanta”
Nutrita come sempre la presenza di Alfa Romeo con la bella Giulietta Sprint prima serie di Riccardo Paruzza e l’austera 1900 Super berlina di Silveri Gentiloni a rappresentare al meglio l’automobilismo italiano degli anni Cinquanta, contrapposto a quello british delle Jaguar XK120 e 140 e Triumph TR3. Gli anni Sessanta e Settanta erano ben rappresentati dalla Ferrari Dino 246GT di Daniela Mauro e dalle tante Alfa Romeo Giulia GT e Lancia Fulvia coupé, tra cui spicca la HF di Giorgio Onori, senza dimenticare la bella Montreal di Alessandro Corradini e la rara Flaminia GT carrozzata Touring di Pierpaolo Berardi. Meno numerosa la presenza delle auto degli anni Ottanta, rappresentate dalla BMW 635 CSI e da alcune Porsche 911, per chiudere la sfilata con i primi anni Novanta, ben identificati da una coppia di Lancia Delta: una Integrale 16V ed una Evoluzione serie limitata Exclusive.
I piloti della scuderia
I festeggiamenti del Sessantennale sono stati l’occasione ideale per riunire i piloti che hanno fatto la storia del sodalizio romano, testimoni di un passato sportivo che ha reso la Campidoglio una scuderia di primo piano nel mondo delle competizioni nazionali ed internazionali. Tra i presenti, Dante Capanna, Paolo Mazzotto, Gian Luigi Picchi, Remigio Cianfriglia, Lucio De Sanctis (figlio del preparatore e costruttore Gino) e Antonio Thellung. Quest’ultimo ha dimostrato tutto il suo affetto verso la Scuderia mostrando ai presenti la sua prima tessera datata 1955, testimone di ben 59 anni di militanza nel sodalizio romano. Tra gli invitati non ha potuto partecipare un altro pilota famoso della Scuderia, Antonio Maglione, che però ha voluto testimoniare la sua appartenenza inviando la Coppa di Campione Italiano del 1958 vinta con le insegne della Scuderia Campidoglio.
Incontro con i club
Tanti i Club di auto storiche che hanno partecipato all’evento, per testimoniare l’amicizia e la collaborazione che legano i sodalizi del centro Italia. Tra i presidenti di Club intervenuti, ricordiamo Colomba Rita Annunziata della Scuderia Jaguar Storiche, Roberto Bargagna del Triumph TR Roman Club, Roberto Chiavelli del Circolo Pontino della Manovella, Marco Formiconi dell’Astor Club Roma, Pierpaolo Berardi del Lancia Thema Club Italia, Daniela Mauro dell’Automotoclub Storico Castelli Romani, Fabrizio Consoli della Scuderia Romana La Tartaruga, Fernando Cavarretta del Car Club Capitolino, Alfredo Liberati in rappresentanza del Circolo Romano La Manovella e Claudio Federici in luogo di Raffaele Potenza del Veteran Car Club di Viterbo.
Special guest: il maestro Jacopo Sipari
Considerato uno dei più giovani e uno dei più promettenti Direttori d’Orchestra Italiani, Jacopo Sipari di Pescasseroli ha voluto essere presente per via dell’amicizia che lo lega alla presidenza del sodalizio romano. Un grande onore per la Scuderia Campidoglio ospitare il maestro, che la sera precedente a Roma ha diretto il Concerto di Natale “Pacem in Terris”, dedicato a Sua Santità Papa Francesco, nella Basilica di San Giovanni in Laterano con il nobile scopo di sostenere la raccolta fondi per i bambini di Portoseguro di SOS Brasil Onlus.