30 anni e 4 ruote, Icone tricolori: la Fiat Panda 750 che batteva anche 1.0, 1.1 e 1.2 a iniezione [Q approved]

  • Voto di Automoto.it 8 / 10
Pubblicità
Protagonista della rubrica di automoto.it dedicata al trentennale, la mitica Panda con il primo piccolo motore Fire. 30 anni fa con il moderno 4 cilindri pensionava bicilindrici, aste e bilancieri “mettendosi dietro” in prestazione e solidità rivali di segmento superiori, per la prima volta a iniezione. Su di lei si sono svezzati e avventurati tra i migliori e peggiori over40 che “influenzano” oggi discorsi e sorti del Bel Paese
5 giugno 2020

Punti chiave

Chi “aveva i soldi” la snobbava, ma circa trenta anni fa moltitudini di giovani guidavano una Panda (serie 141) come prima vettura, da neo-patentati. Potendo era quella “nuova” con il motore Fire, non il vecchio e rumoroso bicilindrico, o quello arcinoto della 45 con aste e bilancieri di casa Fiat. L’auto che da un decennio era sul mercato infatti, non si era cambiata molto nel vestito e nelle dotazioni per affrontare gli anni Novanta. Ma con il nuovo motore FIRE era adeguatissima, nella sua normalità anche sonora. Invero prima, sentir giungere magari in accelerazione una Panda 30 o una 45, era abbastanza poco attraente per un giovane o qualche snob.

Auto che non serve oggi più descrivere in nulla, la Panda 141. Nulla che non sia già noto o leggibile tra la miriade di articoli e prove (a questo link). È invece possibile onorarla per il 40-esimo, ricordandola in quel ruolo di accompagnatrice ai giovani neopatentati con la dote del FIRE, da poco salutato nella sua ultima uscita di fabbrica del 2020.

750, informalmente la "Settemmezzo"
750, informalmente la "Settemmezzo"
Naviga su Automoto.it senza pubblicità
1 euro al mese

Brava e bella

Sull’estetica della Fiat Panda prima serie “facelift-ata” quasi di nulla nel suo secondo decennio, poco da elogiare oggi. La forma scatolosa degli anni Ottanta, concepita nei Settanta, si arricchiva giusto di tinte tenui come il verdino pastello, abbandonando certi colori pesanti come il marrone e rifiniva leggermente alcuni dettagli. Soprattutto più spazio al nero plastica. Come per la nota griglia frontale che usa le nuove barre plastiche e finte cromate: proprio quella che alcuni ora sperano di ritorno sui “musi” delle Fiat anni Venti, se non dalla Panda nel 40-esimo o sulla inedita tutta elettrica che arriverà.

La prima invece era così normale da vedere, fuori e dentro, che non poteva essere nè bella ne brutta. Era la Panda, semplice. Solo meno ricercata delle rivali di segmento. Fa niente se simile la usavano i lavoratori dei grandi enti, Statali, locali, privati. Anche quelli della Sip, in versione Van con l’estensione plastica di vano posteriore. La plastica ruvida dei paraurti invece, aiutava sempre in caso di toccatine e altro di poco lodevole potesse capitare. A farla anche grossa ma non troppo, un paraurti anteriore (pezzo unico di plastica nera) si poteva rappezzare e riposizionare con spesa nulla. Salvo il tempo e la competenza, magari anche un minimo di energia e strumenti, se si erano addirittura piegati dei supporti.

DOTAZIONI. Parlando delle bellezze nei ricordi della Panda di fine anni Ottanta si devono contare anche la semplicità dei pochi comandi, tutti ad altezza volante, con il tasto "gommoso" per il liquido del tergi e poi quel portaoggetti orizzontale esposto. La bocchetta clima da regolare era una sola, mentre quelle fisse ai lati erano spesso appiccicate, se non spostate da tempo. Una chicca non da tutti l’autoradio. Oggi possiamo dirlo, qualcuno la aveva posizionata autonomamente (non essendo quasi mai di serie) sotto il sedile posteriore: si gestiva alla cieca, sentendone le manopole di regolazione con le mani allungate dietro. Il vantaggio? Non si vedeva (perché anche le casse erano nascoste, sotto i sedili) ed era esclusiva, solo chi la conosceva indovinava le regolazioni meravigliando i passeggeri. Lo svantaggio? Più d’uno, meglio stendere un velo pensando a regole di sicurezza e i comandi vocali di oggi. Il “settemmezzofair” essendo a carburatore aveva anche una dotazione che impegnava la mano, prima ancora di girare la chiave nel blocchetto: il cavo dell’aria da tirare specialmente a freddo, lo starter. Perchè a freddo invero, un pochino aveva le sue esitazioni, bastava accompagnarla delicatamente.

Tanto semplice quanto funzionale e bella perché italiana, la Panda con il primo FIRE
Tanto semplice quanto funzionale e bella perché italiana, la Panda con il primo FIRE

La paga a tutti

Il bello per un giovane nell'usare quell’auto, spesso in dotazione alla famiglia, era la totale libertà e spensieratezza. Perché la Panda 750 Fire era “easy” per davvero, ben oltre l’allestimento moderno di tale nome. Facile da parcheggiare, da guidare salvo un minimo di conoscenza iniziale. Facile da mantenere per i costi di ogni tipo di manutenzione, anche straordinaria. Nella guida con quel benedetto motore offriva un buon compromesso, pur se di rapporto peso / potenza modesto. Quando il suo carburatore Weber TLF e l’accensione Marelli erano a posto, non temeva i carichi esagerati e tutte le poche marce tirate all'infinito.

Spesso le Panda FIRE con pieno di amici viaggiavano spedite verso i divertimenti spensierati dei giovani più rapide delle vecchie rivali anni Ottanta o delle compatte estere di inizio Novanta. Con motori anche 1.1 o 1.2, ma dotate di mono-iniettore e catalizzatore. Merito del peso ridotto all’osso per la Panda (circa 700 Kg) e del come si faceva strapazzare senza fiatare, senza mai danneggiarsi, sempre pronta con medesima risposta.

Con quel telaio, quella carrozzeria e quelle sospensioni: elementi banali e poco innovativi ma affidabilissimi. Soprattutto il salto in avanti nella seconda metà di anni Ottanta con quel motore da 34CV tutto italiano e standardizzato nella fabbricazione. Quel FIRE di misure 58 x 65 mm, grande circa come i settemmezzo delle moto supersportive da "manico", che però girava bene a giri ben più bassi, tra i 3000 e i 5500. Nel vano si teneva vicino anche la ruota di scorta. Gli stessi amici, forse impacciati ma di certo meravigliati alle prime guide, scesi dalle auto estere nuove regalate dai genitori lo definivano magari un mulo oppure elaborato, per come gli faceva sempre vedere la Panda da dietro (dove si poteva, anche fuori dal manto d'asfalto).

Sul dritto in autostrada? Poteva essere messa a manetta senza timori motoristici con tutto giù per un viaggio intero. Limiti, comfort e sicurezze di guida a parte (sottosterzo e frenata prima di tutto) il FIRE 750 spingeva la Panda prossima ai 130/140 Km/h e ce la teneva, facendo sembrare di essere su un elicottero, più divertente di certi aerei.

Il fantastico vano portaoggetti orizzontale "full width" della vecchia Panda
Il fantastico vano portaoggetti orizzontale "full width" della vecchia Panda

Più di una Aston da 007

Insomma, peccato per chi non la ha avuta, una prima Fiat Panda con il “settemmezzofair” e non solo oggi, dove è fuori dai tempi. Anche allora, perché invidiabile nel suo rapporto godimento / costi con listino al debutto (Panda Supernova) di 6.679.000 lire, per la 750 L. Pure di fronte alle sorellone Uno 1.1 (consumavano di più) o peggio contro il 900 aste e bilancieri. Il pandista Fire si gestiva meglio anche rispetto a certi bellini ma limitati con la spider estera a 18 anni. Quella dove magari non si apre il cofano vedendo il plasticone verde del filtro con Scritto FIAT 750, OK, ma se hai un po’ di stazza e succede “qualcosa” non puoi neanche muovertici dentro... Scherzi a parte, buon compleanno alla prima Panda, buona pensione al vero FIRE e buona guida a tutti, specie quelli che hanno avuto i primi piaceri (e anche danni) con lei. Forse nemmeno loro ricordano che uno dei "testimonial" nello Spot Fiat Panda Supernova, era il Quartermaster  (agente Q) di 007 Desmond Llewelyn. Quello che istruiva James Bond sulle più incredibili Aston, si meraviglia per il FIRE e la Panda 750 made in Italy.

Patente da poco, libertà con amici veri e la Panda più Panda di sempre (FIRE): cosa volere di più in certi momenti?
Patente da poco, libertà con amici veri e la Panda più Panda di sempre (FIRE): cosa volere di più in certi momenti?

Scheda Tecnica – Fiat Panda 750 FIRE

DIMENSIONI Lunghezza: 3408 mm Larghezza: 1494 mm Altezza: 1420 mm Interasse: 2159 mm Capacità di avvio: 270 l

MASSE Tara: 700 kg peso totale consentito: 1150 kg carico utile massimo: 450 kg carico massimo del rimorchio (con freno): 700 kg carico massimo del rimorchio (senza freno): 385 kg Peso massimo del treno lordo: k.A.

PRESTAZIONI Bagagliaio: 770 ccm Potenza (KW): 25 Potenza (HP): 34 max. Potenza a rpm: n.b. U/min momento torcente: n.b. Nm max. torcente a rpm.: n.b. U/min Accelerazione 0 - 100 km/h: 23,0 s Velocità max: 125 km/h Consumi (Urbano): Consumi (Extraurbano): Consumi (Misto): Dimensioni del serbatoio: 40 l Dimensioni standard del pneumatico (fronte / retro): 135R13S 

Sotto il cofano, la scatola filtro della Panda con il 750 FIRE era di un vistosissimo verde
Sotto il cofano, la scatola filtro della Panda con il 750 FIRE era di un vistosissimo verde
Pubblicità
Fiat Panda
Tutto su

Fiat Panda

Fiat

Fiat
Corso Giovani Agnelli, 200
Torino (TO) - Italia
800 342 800
https://www.fiat.com

  • Prezzo da 15.950
    a 20.448 €
  • Numero posti da 2
    a 5
  • Lunghezza da 365
    a 369 cm
  • Larghezza da 164
    a 171 cm
  • Altezza 155 cm
  • Bagagliaio 225 dm3
  • Peso da 860
    a 1.045 Kg
  • Carrozzeria City Car, Furgone
Fiat

Fiat
Corso Giovani Agnelli, 200
Torino (TO) - Italia
800 342 800
https://www.fiat.com