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Fine agosto 2020, gli italiani pensano ai problemi della riapertura scuole a rischio contagio e confusione, certa, mentre compie gli anni la Clio, utilitaria Renault. Che a dirla tutta, i francesi hanno piazzato un gran bel colpo con un prodotto eccezionale che nei decenni si è rinnovato alla grande ed è sempre protagonista, meglio di quanto abbiamo “fatto noi”: eredi Uno e Punto, dove sono?
Ripercorriamone in sintesi la storia, dove i teenager di inizio anni Novanta, oggi over40, certo rimpiangono le mitiche prime Clio 16 o anche Clio Williams, di cui potete leggere alcuni approfondimenti a questo link.
La Clio nacque sul finire degli anni Ottanta con l’arduo compito, riuscito, di sostituire la vecchia Renault Cinque. Il debutto coincidente al nuovo decennio (1990) vide non solo una nuova e semplice utilitaria due porte sul mercato, bensì un mezzo in grado di spopolare tra i giovani anche quelli a cui piacciano grinta e prestazioni, grazie alle sue versioni più sportive. La prima Clio apre con il botto e si aggiudica il riconoscimento Auto dell’anno 1991. Vende bene, si ripara bene quando serve, diventa Euro2. Nel 1998 esce la seconda generazione Clio, coerente ai tempi grazie a qualche ausilio di elettronica, non molto evoluta se vista oggi, dotata però di maggiore facilità di guida e leggerezza, oltre che spazio posteriore. Soprattutto la Clio2 ha un’immagine tale da garantirle estrema longevità. La seconda Clio piace poi anche al target femminile, con versioni pacate o simpatiche e mentre si diffondono rapidamente le motorizzazioni diesel 1.5, anche Euro3 declinate in varie potenze, giunge nel 2005 la terza generazione.
La Clio3 è quella che porta la compatta Renault a un livello maggiore di qualità, di sicurezza (5 stelle EuroNCAP) dotazioni elettroniche (debutta l’avviamento con Key-card) e anche dimensioni. Il successo prosegue con il riconoscimento, per la seconda volta, di Auto dell’anno in Europa. Quella rimasta in vendita fino al 2019 è la quarta generazione Renault Clio, che osa rompere con il passato a livello di estetica e contenuti rassomigliando a una vettura di classe superiore, adottando però anche il piccolo 900cc tre cilindri turbo e la combinazione bifuel, a GPL.
Per il 2020 ci si trova la quinta serie Clio, lunga 4 metri circa e coerente allo stile evoluto nelle precedenti generazioni. Anche molto “condivisa” nel pianale e nei sistemi dal grande gruppo (quanto NON accadeva con la prima Clio, pur se certi motori erano della R19). La novità è nelle motorizzazioni oggi Euro6 ibride, elettrificate e non solo bifuel.
Sul fronte competizioni sportive, la Clio ha avuto e mantiene largo impiego, sia su asfalto sia su terra. Molti i trofei dedicati per lei dalla Casa, dai quali sono passati piloti poi divenuti celebri. A livello produzione, la Clio Williams del 1993, dal richiamo riferito alle collaborazioni in F1, fu una vera chicca (molte delle circa 12.000 prodotte destinate a uso sportivo). Anche le generazioni successive hanno sempre mantenuto un modello dedicato al richiamo sportivo.
Parecchie le serie speciali, prodotte sempre con nomi e finiture dedicate ad accattivarsi un pubblico che ama la Clio, ma la vuole un po' diversa nello stile. Meno singolari e forti gli spot e gli slogan usati, almeno da noi. Una chicca tutta anglo-francese, non pervenuta sui canali italiani, fu quella del "sexy spot" del 2013 girato per clientela UK a tema "parigino" (video a fondo pagina).
Con nomi differenti a seconda del mercato, varie declinazioni del pianale Clio, ibride nel senso meccanico e industriale rispetto ai modelli europei, sono state prodotte nel tempo: come la Thalia e la Symbol, berline 3 volumi apprezzate nei mercati emergenti.
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