24h Le Mans, Capello: “Il pericolo la rende mitica”

24h Le Mans, Capello: “Il pericolo la rende mitica”
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Dindo Capello, tre volte trionfatore della 24 Ore di Le Mans, ci racconta le caratteristiche di questa corsa, oltre ad alcune curiosità davvero interessanti...
17 giugno 2016

Tre vittorie ed un totale di dieci podi. Questo è il palmarés di Dindo Capello nelle 14 edizioni della 24 Ore di Le Mans alle quali ha preso parte. Il pilota, ora, è divenuto brand ambassador di Audi, marchi che gli ha consentito di arrivare a trionfare in tal guisa. Abbiamo approfittato di un momento di relax per concederci una piacevole chiaccherata in sua compagnia.

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Cosa ci puoi dire della 24 Ore di Le Mans?

«È una corsa semplicemente mitica, chi non ha ancora avuto la fortuna di viverla dal vivo deve venire qui e rimediare. La prima volta che ho compreso davvero cosa significasse è stato nel 2013, quando sono venuto in qualità spettatore. Vista dal vivo, è una cosa incredibile. Per i fan del motorsport, questo è il posto ideale per un fine settimana. Quando ho smesso di correre, e mi sono affacciato per vedere gli altri farlo, sono trasalito: non era possibile che anche io facessi cose simili!»

Gli avversari sembrano parecchio agguerriti. Porsche ha vinto nel 2015 e partirà in pole position. A Le Mans, però, non è mai detta l'ultima parola. In più, sembra che pioverà parecchio...

«In effetti c'è un elevato rischio pioggia, per l'orario di partenza. Speriamo che le condizioni migliorino poco dopo. Ieri è stata una giornata pazzesca, con Dalmas che ci ha fatto vedere un bel traverso durante una ricognizione... Non ho seguito tutta la qualifica perché ero via per un evento, ma una volta tornato in camera a gustarmi gli highlights, pensavo di aver alzato il gomito! Le auto erano inguidabili, non si poteva correre in quelle condizioni. L'altro giorno leggevo dei commenti a proposito delle critiche mosse alla Formula 1 per la partenza dietro la safety car a Monaco, affermando che con le stesse condizioni il WEC corre senza problemi. Le critiche erano giuste e condivisibili, per carità, ma quando anche una GT stradale fa acquaplanning in pieno rettilineo, allora la pista è davvero impraticabile. Non è più correre, è andare con il piede sul gas al 30-40% del potenziale.»

Quali sono le differenze maggiori tra la “tua” R18 e l'attuale?

«Nel mio ultimo anno, ho corso con la prima versione di ibrida, la r18 e-tron quattro. L'auto, devo ammetterlo, non è cambiata tanto sino al 2015, mentre ora basta guardarla per capire quanto sia stata stravolta. Aerodinamicamente parlando, è la più evoluta in pista, è dotata di un'efficienza eccezionale. Audi ha proseguito su una filosofia motoristica tenendosi al di sotto delle 6Mj di Porsche e Toyota. Nel mix prestazioni-affidabilità-efficienza, per il modo di vedere di Audi è stata la scelta migliore. Poi vedremo alle 15.00 di domenica...»

Ci vuole più coraggio a gareggiare in Formula 1 o a Le Mans?

«Non è questione di coraggio. A Monaco, è stato il direttore di gara a decidere di partire dietro la safety car, non i piloti. Qui, a Le Mans, il pericolo è più alto rispetto a tante altre gare proprio per la natura stessa del tracciato. Le vie di fuga non possono essere ampliate in maniera esponenziale, mentre in rettilineo vai a 300 km/h tra due guard rail. Se decolli, poi, finisci tra gli alberi... Il rischio è alle stelle. Probabilmente sembra stupido, ma il fatto che Le Mans sia ancora tra le poche gare leggendarie nel nostro mondo, è dovuto alla pericolosità del circuito.»

Hai un calendario ricco di impegni. Quasi quasi lavori di più adesso rispetto a quando eri un pilota...

«Quello si! Prima dovevo solo guidare. Avevo un rigido planning orario, nel quale mi alternavo al volante con i miei compagni. Purtroppo o per fortuna – essere coinvolto dalla casa nelle attività di public relation ed incontri con la stampa è importante, ed Audi ne ha capito il significato ben prima di altri – gli impegni sono tanti. A Mulsanne ho avuto una sessione di autografi della durata di oltre un'ora, martedì ero ospite d'onore in un piccolo paese qui vicino, dove venivano premiati i commissari che per la prima volta partecipano alla corsa... Vedi e apprezzi davvero la passione a 360°. L'altro giorno mi è capitato di pensare a come cambia la vita: mentre i miei ex-colleghi erano negli abitacoli ad aspettare che smettesse di piovere, io ero in un castello con degli americani a sorseggiare champagne!»

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