Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Alla 24 Ore di Le Mans gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo, e non sempre tutti i mali vengono per nuocere, se si riesce a mantenere il sangue freddo. La vittoria della Ferrari 499P n.50 di Antonio Fuoco, Nicklas Nielsen e Miguel Molina nell’edizione 2024 è arrivata a dispetto, o forse per merito, di un problema alla portiera accusato dalla Hypercar della Rossa verso l’ora di pranzo.
La portiera dal lato opposto a quello del pilota era rimasta aperta dopo una sosta precedente, e Nicklas Nielsen, in quel momento al volante della Ferrari 499P n.50, non riusciva a rimediare da solo al problema. Il direttore di gara, Eduardo Freitas, ha così imposto alla Ferrari di far rientrare il prototipo ai box per chiudere la portiera. La Rossa ha quindi richiamato Nielsen, e ha approfittato per un rabbocco di carburante.
A quel punto, la strategia della Ferrari per la 499P n.50 doveva giocoforza adattarsi alle contingenze. L’opzione più immediata era quella di cercare di effettuare un rifornimento di carburante in meno rispetto alla concorrenza, allungando l'ultimo stint della corsa. Nielsen a quel punto si è dovuto produrre in una masterclass di gestione dell’energia, coadiuvato dagli ingegneri, per arrivare alla fine della gara senza vederla esaurita.
Mentre Molina, commosso fino alle lacrime, stringeva un pezzo della tuta di un altrettanto emozionato Fuoco, seduto accanto a lui nell’attesa interminabile di un successo che attendevano da una vita, Nielsen manteneva i nervi saldi. La percentuale dell’energia disponibile scendeva sempre di più, e un errore avrebbe potuto costare la testa della gara a Nicklas, visto che José Maria Lopez, sulla Toyota GR010 n.7, nella fase finale della corsa stava mostrando un ritmo inarrestabile. Lui, che a Le Mans non avrebbe nemmeno dovuto correre, ed era subentrato all’ultimo all’infortunato Mike Conway, ha cercato di mettere pressione a Nielsen, senza riuscirci.
Siamo abituati a pensare all’Endurance come a una competizione legata alla tenuta dei componenti, ma le corse di durata richiedono anche resistenza e tenuta mentale, nonché flessibilità. Pioggia, penalità, problemi tecnici, gomme fredde senza termocoperte nella notte glaciale di Le Mans: la Ferrari 499P n.50 ha dovuto affrontare tutto questo, per ritrovarsi nelle posizioni di testa quando il gioco è diventato duro.
“Penso che se dovessimo trovarci a lottare nelle prime posizioni ce la giocheremmo fino in fondo. L’importante sarà rimanerci fino all’ultimo, per cercare di dare la zampata come abbiamo fatto l’anno scorso”, aveva raccontato Antonello Coletta al nostro Emiliano Perucca Orfei alla vigilia di una 24 Ore di Le Mans che la Ferrari affrontava da vincitrice uscente, con le stesse ambizioni del 2023. E in condizioni più complesse di quelle di 12 mesi fa, la zampata vincente è arrivata di nuovo.
In mezzo a tanti costruttori in cerca di gloria, la Ferrari ha piazzato due vetture sul podio della 24 Ore di Le Mans, di cui una sul gradino più alto. È il miglior modo per dimostrare la crescita di un progetto che con un BoP per la classica del Circuit de la Sarthe meno favorevole rispetto allo scorso anno, ma comunque non penalizzante, sta mostrando miglioramenti in varie aree, tra cui la gestione delle gomme.
Toyota, la prima casa a sposare il progetto delle Hypercar, è arrivata in una fase di maturità che potrebbe precedere l’inevitabile declino dei primi della classe. Oltre a essere stata concepita in un momento in cui i regolamenti per le Hypercar erano diversi rispetto agli attuali, la GR010 ha giocoforza margini di miglioramento inferiori rispetto alla concorrenza, vista la longevità del progetto. E la buona notizia è che la Ferrari sembra pronta ad approfittarne, riuscendo anche a trasformare gli inconvenienti in opportunità.