Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Era giusto che fosse Alessandro Pier Guidi a condurre la Ferrari F499P n.51 verso la storica vittoria della 24 Ore di Le Mans 2023 nell’ultimo stint di gara. Perché in questo successo c’è tantissima farina del suo sacco, al netto dell’errore di Ryo Hirakawa che ha estromesso dai giochi la Toyota GR010 n.8 a poco meno di due ore dal termine della corsa. Nella manovra che gli ha consentito di prendere la testa della gara, strappandola alla Toyota n.8 di Sébastien Buemi dopo la lunga sosta per il reset del motore del suo prototipo, c’è tutta la maestria di un pilota che ha fatto delle corse di durata la sua ragione d’essere.
Gestione impeccabile dei doppiaggi, eseguiti in maniera estremamente efficace, e una capacità di lottare in pista con decisione, ma senza eccedere in termini di aggressività. Il tutto aggiunto all’abilità di mantenere un ritmo incalzante in pista, vista chiaramente nel momento in cui, quando a Le Mans arrivava il mattino, Pier Guidi sulla Ferrari 499P n. 51 si è prodotto in uno stint da cineteca, riuscendo a limare giro dopo giro il distacco da Ryo Hirakawa.
È il frutto dell’esperienza pluriennale e vincente nel GT con quella AF Corse che gestisce da oltre un decennio le operazioni in pista della Ferrari in questa classe del WEC e che dal 2023 ha lo stesso compito anche nella classe regina. Una volta era doppiato, oggi è lui a farlo, ma è evidente che Alessandro sia stato in grado di mettersi senza troppe difficoltà nel punto di vista opposto a quello in cui era solito correre in passato, dimostrando di aver appreso molto dal capitolo precedente della sua carriera.
D’altronde, Pier Guidi a Le Mans aveva già colto due vittorie di classe, nel 2019 e nel 2021 con la Ferrari 488 GTE Evo. Risultati, questi, a cui si sono aggiunti due secondi posti, nel 2020 e nel 2022. Entrato a far parte del novero dei piloti Ferrari nel 2017, a 34 anni, Pier Guidi sta vivendo una seconda giovinezza alla soglia dei 40 anni, che compirà nel mese di dicembre. Ed è proprio la grande esperienza del pilota di Tortona la sua vera arma vincente.
Anche se la Ferrari 499P non avesse colto la vittoria della prestigiosa 24 Ore di Le Mans del centenario, Pier Guidi sarebbe comunque stato la punta di diamante in gara di una squadra solida, capace di gestire l’impressionante pressione dovuta al fatto di rappresentare un marchio come Ferrari, per giunta al ritorno nella classe regina dopo cinquant’anni d’assenza. È un team, quello della Rossa nel WEC, in cui si percepisce un grande entusiasmo, una voglia di emergere e di vincere che permea le operazioni in pista e l’encomiabile lavoro svolto nello sviluppo di questa vettura.
Campione del mondo nella sua classe nel 2021 e nel 2022, Alessandro Pier Guidi rappresenta molto bene il piglio concreto, senza troppi fronzoli, di una scuderia che funziona eccome, e che avrebbe meritato un encomio anche se non fosse arrivato un risultato dalla portata storica. Disputare una 24 Ore come ha fatto la Ferrari, anche con la gemella n.50, penalizzata da una pietra che ha danneggiato il radiatore dell’ERS. E se poi, come nel caso della Rossa, la favola ha lieto fine, la soddisfazione è ancora più grande.