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Le Mans - Tra gli alfieri Audi a partecipare alla 24 Ore di Le Mans quest'anno c'è anche un italiano, Marco Bonanomi. Il pilota lecchese, 30 anni, è alla terza partecipazione alla storica corsa sul Circuit de la Sarthe, e cerca il riscatto dopo la delusione del 2014. Ecco le sue sensazioni alla vigilia della partenza.
Per la gara è prevista pioggia. Vi sentite preparati a questa eventualità?
“Se dovesse piovere - parlando di precipitazioni costanti - penso che saremmo competitivi. Se le temperature dovessero abbassarsi molto, soffriremmo con gli pneumatici, e la vettura diventerebbe inguidabile. Mancherebbe grip meccanico: la nostra macchina è molto rigida, una forma di compromesso per ottenere la miglior efficienza possibile. Finora, abbiamo provato solo con pioggia ad intermittenza, una situazione a metà tra le intermedie e le slick. Guidare in queste condizioni non è facile, perché ti trovi a fare metà pista asciutta e metà bagnata, senza grip. È una situazione critica”.
A livello di pilotaggio, che differenza c’e a livello di guidabilità tra bagnato e asciutto?
" Tutti preferiamo l’asciutto, le vetture sono talmente rigide che la mancanza di aderenza si soffre. Si rischia moltissimo, quindi spero in una gara asciutta. Se dovesse piovere, la strategia sarà fondamentale".
Il degrado degli pneumatici costituisce un fattore chiave nella strategia qui a Le Mans. Quali sono i feedback delle prove libere a riguardo?
"Abbiamo fatto diversi long run nelle prove e i risultati in tal senso sono stati buoni. La mescola base line ha un range di lavoro molto ampio, quindi la sfrutteremo diffusamente in gara. Di notte, nel momento più freddo e umido, useremo la mescola più morbida".
Come descriveresti la sensazione di guidare qui a chi non l’ha mai fatto?
"È difficile da descrivere, perché, con queste vetture così performanti, la velocità sul giro è molto alta. Si sta in pieno per più di un minuto su questi rettilinei lunghissimi, ed è una sensazione unica, che non provi in nessun altro circuito. La parte forse più affascinante è il turno di notte: c’è un’atmosfera pazzesca, quasi magica. Le luci laser che hanno una profondità molto ampia, ma sei circondato dal buio, perché su questa pista non ci sono illuminazioni artificiali. L'illuminazione al neon accende tutti i pulsanti fluorescenti nell'abitacolo; sembra di essere nello spazio, è fantastico".
Al di là dell’azione i pista, l’atmosfera qui è fantastica, e i fan sono molto coinvolti.
"Si tratta di una situazione rara, che viviamo solo qui. Stiamo qui più di una settimana, e il numero di spettatori è incredibile, già ai pre-test di fine maggio. In città ti fermano da tutte le parti, anche se magari non ti conoscono neanche. Quest’anno sono qui tanti appassionati italiani, tra cui tanti miei amici. È un’edizione speciale per me, spero di fare bene".
Come mai Porsche va più forte di voi in qualifica?
“Porsche sul giro secco va meglio perché appartiene alla classe energetica 8MJ, il doppio rispetto a noi. Sul passo gara, però, devono diminuire qualcosina, per cui siamo molto più equilibrati a livello di forze durante la corsa”.
Come suddividerete gli stint in gara?
"Ciascun pilota farà una media di tre ore a testa, per un totale di quattro stint. Il massimo sarebbero cinque stint per un totale di quattro ore ciascuno. Le condizioni meteo e la strategia, ovviamente, potrebbero condizionare queste scelte".
Si sta in pieno per più di un minuto su questi rettilinei: è una sensazione unica
Come va con il tuo nuovo compagno, René Rast?
"Mi trovo molto bene, il suo stile di guida ben si sposa con il mio ed andiamo d’accordo anche fuori pista. A livello caratteriale ci compensiamo".
Le differenze prestazionali tra le diverse classi fanno sì che il numero di doppiaggi sia esponenziale. Come gestisci il problema del traffico?
"Doppiamo molto spesso, siamo molto più veloci delle GTE. Ci sono degli stint in cui il traffico è più intenso. Dobbiamo rischiare più in curva, dove è più facile sorpassare con l’ibrido".