2030: stop alla vendita per benzina e diesel in Europa?

2030: stop alla vendita per benzina e diesel in Europa?
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In molti indicano la fine del decennio in corso come data limite per la vendita di vetture con motore termico sul suolo europeo: sarà davvero così? E con quali conseguenze?
11 maggio 2021

Europa continente “Sell only zero-emission vehicles” a partire dal 2030?

Anche se mancano le conferme ufficiali, si rincorrono voci ed indiscrezioni che vorrebbero ormai convergere le posizioni politiche verso tale ipotesi, alla quale - e qui starebbe la vera novità - ormai anche le Case avrebbero iniziato ad adeguarsi, stilando piani di sviluppo e produzione di nuovi modelli proprio in base a tale scenario, che non appare esagerato definire come un cataclisma.

Qualcosa, e non scherziamo, di analogo all’impatto di un meteorite gigantesco con la Terra che portò all’estinzione dei dinosauri.

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Partiamo dai (pochi) dati certi: la Commissione Europea è al lavoro per predisporre un calendario che preveda anche la data di fine commercializzazione delle vetture con motore endotermico nel Vecchio Continente: la road map sarà presentate a giugno e solo allora si avranno indicazioni precise sulle misure previste per raggiungere l’ambizioso obiettivo della riduzione del 55% delle emissioni di CO2 entro il 2030.


Il destino sembra dunque segnato non solo per le vetture a benzina e gasolio ma anche - e qui c’è la prima grande sorpresa - per ibride e plug-in, che non sarebbero virtuose a sufficienza per rientrare negli standard emissivi previsti dalle prossime normative.

In attesa della decisione comunitaria, alcune nazioni si sono già mosse in autonomia, annunciando di aver già deciso la data di “fine-vendita” per le auto con motore termico: lo hanno fatto Norvegia, Olanda e Gran Bretagna, con i primi paletti che saranno operativi addirittura dal 2025.

Praticamente dopodomani.

Intanto stanno per arrivare i primi modelli con omologazione Euro7, uno step impegnativo che ha comportato investimenti importanti da parte delle aziende per rientrare nei limiti previsti: uno sforzo titanico e forse inutile, visto che ogni volta il legislatore prevede nuovi standard, sempre più stringenti.

Come quando si balla il limbo: ci si piega ed abbassa per passare sotto il bastone, ma alla fine bisogna arrendersi, non foss’altro per naturali questioni di fisica.

Prima che arrivi la grandine, le Case iniziano a prendere le contromisure: tutti i marchi hanno ormai almeno una piattaforma per costruire modelli elettrici e la conversione riguarda non solo i costruttori generalisti, ma anche i brani premium e di lusso.

È una corsa contro il tempo: Mercedes e BMW hanno annunciato che entro il 2025 avranno solo varianti elettrificate, anche per le versioni più sportive, come i modelli della serie AMG e M; Volkswgen ha presentato il piano Together 2025+, con la chiara di arrivare già nel 2025 a poter effettuare la transizione dai modelli con carburanti fossili a quelli elettrici di spingere sull’acceleratore ed effettuare la transizione entro il 2025, abbandonando di fatto il carbon fossile; Stellantis e Renault hanno virato fortemente verso l’elettrico e i marchi asiatici si sono da tempo inseriti in questo solco.

E che alla notizia che anche Ferrari, Porsche e Lamborghini siano ormai pronte a mettere in listino modelli a zero emissioni non abbia fatto eco alcuna protesta da parte dei nostalgici delle marmitte tonanti, dimostra che la svolta del mondo automobilistico sia già da tempo metabolizzata dall’opinione pubblica: uno studio condotto in quindici delle più grandi città europee, infatti, ha rivelato che il divieto alla vendita di nuove auto a benzina e diesel sia ritenuta la scelta più corretta per il 63% del campione, mentre solo il 29% sarebbe contrario ad una decisione in tal senso imposta a norma di legge.

Come dire: ormai non resta che attaccarci alla spina...

 

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