2018. L’Anno Toyota Gazoo “Global”?

2018. L’Anno Toyota Gazoo “Global”?
Pubblicità
Qualche giorno fa Toyota ha fatto il punto “Racing” ricapitolando Programmi e intenzioni a medio, così si può dire, termine. Gazoo Racing, oggi un impegno planetario, ha seminato molto, e quest’anno potrebbe…
14 febbraio 2018

Pianeta Terra, Febbraio 2018. Qui fa un freddo cane, andiamo in Svezia per… peggiorare la situazione, e siamo appena tornati dalle fornaci estive sudamericane. È già difficile scegliere la roba da mettersi addosso, quindi immagino che fare un programma d’impegni planetario possa essere un delirio.

E invece c’è chi, bellamente, è ingaggiato su diversi piani, tutti per una ragione o per l’altra di massimo livello nel Motorsport, e che pian piano ha steso un grande manto di impegno sull’intero pianeta, sportivo e… geografico. Il nome in codice di questo impegno è Gazoo.

Già, il nome. Bisogna risalire a un intreccio di storie, dell’uso dell’originale “Gazo” in un momento di svolta del Marchio. Toyota lo scelse per richiamare l’attenzione attraverso l’immagine, poi nel tempo per fare di quella e di altre immagini un riferimento, per farlo infine rientrare da un’altra porta nell’assonanza con il termine “garage”. Insomma, il Gazoo di oggi sottintende una vera e propria divisione di Toyota, quella votata al Racing, e unisce idealmente tutti quegli speciali “Garage Toyota” dove si lavora con un’identica immagine/obiettivo: costruire Super Auto.

Una volta uscite dal “Garage”, si capisce benissimo come mai per gestire l’intero impianto dell’impegno Toyota nelle Corse sia necessaria una struttura specifica e speciale, che si chiama Toyota Gazoo Racing. TGR, per gli amici.

Negli ultimi anni Toyota ha dato al suo impegno Racing un’impronta speciale. Si è dedicata a favorire l’ingresso di Vetture di altissimo livello in vari settori del Motorsport, curando una “geopardizzazione verticale” emblematica del ruolo di Marchio mondiale: dalle serie promo e nazionali in Giappone alle più importanti World Series

Naviga su Automoto.it senza pubblicità
1 euro al mese

Belle storie. Negli ultimi anni Toyota ha dato al suo impegno Racing un’impronta speciale. Si è dedicata a favorire l’ingresso di Vetture di altissimo livello in vari settori del Motorsport, curando una “geopardizzazione verticale” emblematica del ruolo di Marchio mondiale: dalle serie promo e nazionali in Giappone alle più importanti World Series. Tutti i pianeti di un sistema molto vasto di impegno, sono stati sospinti gradualmente, progressivamente, verso il massimo livello di competitività. È uno sforzo titanico, che esplicita un modo di intendere l’impegno senza dubbio speciale.

Oggi come forse mai gran parte dei pianeti sembrano allineati sull’orbita dell’obiettivo, sulla dirittura ideale d’arrivo, e senza contare le Series giapponesi ci sono in prima fila, solo per citare i Mondi più vicini a noi, le Toyota per il Mondiale Endurance, le Toyota per il Mondiale Rally, le Toyota per la Dakar.

Toyota conferma l’affezione e la sfida dell’Endurance, e dopo un’edizione segnata da quella che è sembrata un’autentica maledizione, invece di arrendersi e cedere il passo, e ignorando l’enormità dell’impego economico per difendere un punto d’orgoglio, conferma e torna al Mondiale Endurance, questa vota spalmato su due stagioni e due 24 Ore di Le Mans con un proposito chiaro e inequivocabile. Per renderlo più esplicito e diretto, richiama l’attenzione degli appassionati chiamando a prendere posto nel cockpit di una delle due TS050 Hybrid ufficiali Fernando Alonso, icona e immagine (di nuovo l’originale Gazo) in modo che non ci siano equivoci si propositi.

Alla Dakar solo qualche edizione fa Toyota era rappresentata da quella moltitudine “storica” che sceglieva una Land Cruiser o un Hilux per competere, o meglio partecipare, puntando sull’assoluta, proverbiale affidabilità. Persino quando sono apparse, è questione di pochi anni fa, le prime Hilux Racing, la prospettiva era distorta perché si trattava di un’iniziativa privata Sud Africana poi maturata in Belgio (Overdrive). Oggi Toyota alla Dakar e nel Campionato del Mondo Rally-Raid è Toyota quando si parla della Hilux vittoriosa in categoria Prodizione (la famosa affidabilità) ed è TGRSA Toyta Gazoo South Africa quando si tratta di una delle Macchine da battere e che difende il Titolo di Campione del Mondo conquistato con Nasser Al-Attiyah.

Il quadro generale si fa davvero interessante, di quelli da seguire con le palpitazioni. Se lo scorso anno siamo stati incollati tutta la notte a bordo pista di Le Mans per assistere increduli alla doppia débacle delle TS050 Hybrid, si può ragionevolmente supporre che ci staremo anche quest’anno per vedere scorrere, invece, le immagini di un trionfo

L’impressione più potente dell’impegno di Toyota, comunque, è stato l’irrompere della nuova Yaris WRC+ nel Mondiale Rally, lo scorso anno. Toyota tornava in un momento delicato, con l’avvento del nuovo regolamento e in un periodo di dominio infrangibile che durava da quattro anni. Né il momento, dunque, né la circostanza favorevoli a un rientro. Nessun problema, nell’espressamente neonato TGRWRT (passione per gli acronimi, Toyota Gazoo Racing World Rally Team), Toyota schierò la Squadra “based and inspired” in Finlandia, diretta dall’Asso Tommi Makinen e “guidata” da Latvala, Hanninen e Lappi, e vinse la sua prima corsa in Svezia, esattamente un anno fa, al secondo tentativo. Toyota Gazoo, per dirla tutta.

Troppo lunga la storia? Forse, ma eccoci al punto.

Perché si diceva “dirittura d’arrivo” poco fa? Perché il quadro generale si fa davvero interessante, di quelli da seguire con le palpitazioni. Se lo scorso anno siamo stati incollati tutta la notte a bordo pista di Le Mans per assistere increduli alla doppia débacle delle TS050 Hybrid, si può ragionevolmente supporre che ci staremo anche quest’anno per vedere scorrere, invece, le immagini di un trionfo. Che poi sia Alonso assieme a Buemi e Nakajima, o l’alternativa Conway-Kobayashi-Lopez, poco importa.

La Dakar è a una svolta. Non si capisce bene se per la defaillance di Marc Coma o per il cambio di regolamenti possibile. Toyota su questo regolamento che va e viene ci stava lavorando già da un po’, ma per ammissione dei diretti interessati, la proiezione del risultato di quel lavoro doveva essere visto un po’ più avanti. Come altri Marchi Toyota sta lavorando su un veicolo a due ruote motrici che resta, al momento, ancora segreto, e dovrebbe poter disporre, l’anno prossimo, del migliore propulsore in circolazione. Aggiungiamoci pure il dente avvelenato di uno degli attuali Piloti, o il nome di un altro dei Fuoriclasse più chiacchierati del momento, ed ecco che faremmo bene, io credo, a seguire con la massima attenzione la prossima Dakar del Team TGRSA.

Finiamo con un’altra considerazione, o richiamo all’attenzione. Parliamo di WRC. Lo scorso anno, a causa dell’introduzione del nuovo regolamento, si cercava un profilo rivelatore di quella che era una situazione generale del tutto ipotetica, e si finì per puntare i favori su quella formazione tedesco-coreana che si presentava con il migliore storico di crescita. Bene, quest’anno, se vogliamo applicare lo stesso parametro di giudizio, considerando l’affidabilità di Jari-Matti Latvala, l’esplosione di Esapekka Lappi, la violenta maturazione di Ott Tanak e il costante, a parte un brevissimo calo iniziale, progresso della Yaris durante l’arco della scorsa stagione, contiamo di andare in Svezia per vederne delle belle.

Insomma, non per voler scommettere, ma ad essere multi-appassionati quest’anno c’è da stare all’occhio e seguire tutto quello che suona come ganzo, garage, Gazoo!

Senza contare che la Storia è solo a un certo punto del suo cammino. Il “piano” diventa ancora più intrigante quando torna da dove è partito, portando l’ambizione ancora più in alto. È l’esempio del ritorno di Gazoo Racing come Marchio, su quella serie di Super Vetture con una finalità distributiva commerciale. Niente di meno che il Marchio Gazoo Racing usato per sottolineare le intenzioni e sgombrare il campo dai dubbi. Per esempio sulla Yaris GRMN, dove GR sta naturalmente per Gazoo Racing, ma MN sta per Maister of Nürburgring.

Argomenti

Pubblicità