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Ma chi non conosce la Fiat Punto? Insieme alla Panda e alla 500, è stata sicuramente una pioniera del marchio FIAT nel nostro Paese, ben prima che nascesse la celebre 500 moderna. Venne prodotta in tre serie principali a partire dal 1993, in varie versioni fra cui tre e cinque porte oltre che cabrio, senza dimenticare la Abarth, e vari restyling. L'ultima lasciò il polo produttivo ad Agosto 2018, dopo 25 anni di onorata carriera e oltre 9 milioni di esemplari venduti.
Il punto è che, guardando i numeri, ci troviamo davanti a qualcosa di interessante: l'anno prossimo, nel 2023, le primissime FIAT Punto prodotte compiranno 30 anni e, dunque, diventeranno ufficialmente storiche. O meglio, iscrivibili al registro storico. Di conseguenza, in teoria, godranno di tutti quei vantaggi e privilegi economici destinati alle vetture d'epoca, oltre a una maggior libertà di circolazione anche in presenza delle norme anti-inquinamento. Non tutte però.
Ripercorriamo la storia della prima serie di FIAT Punto, quella prodotta fra il 1993 e il 2000, dalla genesi del progetto alla sua erede del nuovo millennio, e facciamo chiarezza su quali requisiti debba effettivamente avere un esemplare di 30 anni per poter essere iscritto al registro per auto di interesse storico.
Siamo a Torino intorno al 1990. L'utilitaria FIAT Uno ha ormai quasi 10 anni sulle spalle, i tempi cambiano e il design squadrato tipico degli Anni '80 inizia a farsi sentire. Serve qualcosa di innovativo per sostituire il tutto sommato vincente progetto della Uno, che sia però più a cavallo del nuovo decennio con le linee morbide caratteristiche degli Anni '90.
Iniziano così i lavori sul "Progetto 176", numero con cui veniva chiamata internamente la vettura che sarà poi chiamata "Punto". Il punto chiave è semplice: le dimensioni possono e devono crescere ma non di troppo, così da rimanere sfruttabile in città, ma le forme devono garantire ugualmente la massima abitabilità interna. Questo compito viene quindi affidato a Giorgetto Giugiaro, la cui matita aveva già firmato le forme dell'uscente Uno che la "176" andava a sostituire.
Il progetto prende il volo, e si arriva a una versione definitiva per un lancio ufficiale al Salone di Francoforte 1993. Rispetto alla sua progenitrice è più lunga, larga e alta: raggiunge i 3,76 metri di lunghezza, per 1,62 metri di larghezza e 1,45 metri di altezza.
Il design è decisamente un passo avanti rispetto alle concorrenti: non c'è la calandra anteriore, o almeno non dove ci si aspetterebe nella parte alta sotto il cofano, perché le aperture per il raffreddamento sono mimetizzate nella parte inferiore del paraurti. Poi c'è l'assenza del terminale dello scarico, che viene tenuto nascosto dietro il paraurti. Il portellone è praticamente verticale, per massimizzare i volumi interni e offrire un bagagliaio capace di 275 litri.
Viene offerta con carrozzeria a 3 o 5 porte in numerosissime varianti: oltre alle motorizzazioni benzina 1.1L, 1.3L e 1.6L (Punto 55, 60, 75) arrivano via via i Diesel aspirati e turbocompressi, 1.7L da 57 CV e 71 CV di Punto D e TD, la Punto HSD che si distingue per gli accessori inerenti la sicurezza, la Punto Selecta con cambio automatico a variazione continua E-CVT, e la versione Sporting equipaggiata con il 1.6L abbinato ad un cambio con rapporti accorciati e ravvicinati. Non manca neanche una versione commerciale con carrozzeria furgonetta. E poi, come dimenticare la decisamente incompresa versione aperta, la Punto Cabrio.
Vi do un dettaglio per nerd: la 1100 era disponibile anche con cambio a sei marce, per molti giovani italiani è stata la prima auto mai guidata con un cambio a sei rapporti. Si chiamava "55 6-Speed", e il suo sesto rapporto era più corto della quinta marcia nelle versioni a cinque rapporti. Questo perché si volevano migliorare accelerazione e ripresa verso la velocità massima, più che i consumi.
Tornando alla sua storia, le concorrenti si chiamano Ford Fiesta, Renault Clio, Seat Ibiza e Opel Corsa, che la segmento B italiana batte nel 1995, quando viene insignita del premio “Auto dell'Anno”. E in effetti, la Punto è un successo enorme: proprio nel '95 la Punto risulta essere l'auto più venduta in Italia sia a benzina sia diesel, e raggiungerà il milione e mezzo di esemplari prodotti in appena un anno e mezzo di carriera.
Dopo 7 anni di carriera, la prima serie della Punto con tutte le sue versioni speciali lascia il passo alla nuova generazione, che segnerà senza ombra di dubbio tutti i primissimi Anni '2000 per FIAT e sarà anche la primissima utilitaria al mondo a ricevere 4 stelle all'EuroNCAP.
Ne esisteranno due versioni, con la prima ancora a calandra nascosta e la seconda con una griglia più tradizionale al centro dei fari anteriori, ma la sua carriera sarà particolare: nel 2004 uscirà una "sorella maggiore", con nome simile ma forme e proporzioni stravolte, e si chiamerà non a caso FIAT Grande Punto.
Sarà lei a portare avanti la gamma, al punto da far rinominare la Punto seconda serie - ancora in produzione parallela - con la nomenclatura "Punto Classic". Lei si fermerà al 2011, l'anno prima dell'arrivo dell'ultima generazione di Punto: la "2012", erede della Evo (quest'ultima già restyling della Grande Punto) di cui riprende forme, interni e dotazioni principali. Questa continuerà ad essere venduta fino ad Agosto 2018, quando la catena di montaggio verrà definitivamente chiusa dopo 25 anni di "Punto".
I requisiti che deve soddisfare una macchina per esser definita "d'epoca" - inteso come "di interesse storico" - in Italia sono relativamente chiari, ma leggermente sbrigativi. Si dice infatti che:
"Un'auto d'epoca deve esser stata prodotta almeno 30 anni prima dell'iscrizione al registro ASI, mentre per un'auto storica servono almeno 20 anni."
Il punto però è che non basta l'anzianità, che sostanzialmente diventa un requisito necessario ma non sufficiente. L'ACI infatti prescrive di anno in anno, per ogni costruttore automobilistico principale, le vetture che possono essere definite di interesse storico a partire da quando hanno compiuto 20 anni. Solitamente questa stessa lista viene poi "traslata" a quelle che di fatto potranno esser definite d'epoca, con tutti i bonus del caso in termini di circolazione, bollo e assicurazione. E nella lista figurano solitamente le versioni più rare e/o particolari di un certo modello, e non tutta la gamma - o almeno non prima che l'anzianità cresca ulteriormente e l'auto diventi più rara, com'è avvenuto con una macchina all'epoca popolare ma oggi di interesse storico come la FIAT Nuova 500 del 1957.
Secondo quanto scritto per il momento, non tutte le Punto prima serie potranno essere iscritte al registro storico ASI e godere dei vantaggi sopra elencati. Per la precisione, solo quattro versioni rare sembrerebbero interessare in termini storici:
Qualcosa di simile, fra l'altro, accade anche con la Panda 1a Serie. I primi esemplari sono stati prodotti nel 1980 e ormai hanno più di 40 anni, ma non tutte quelle prodotte fino al 2002 possono essere iscritte all'ASI come vetture d'epoca di interesse storico: solamente la primissima 30, la successiva 45 e le 4x4 possono godere di questi vantaggi, mentre le altre come la 750, la 1000 e la Young no.
Fiat
Corso Giovani Agnelli, 200
Torino
(TO) - Italia
800 342 800
https://www.fiat.com
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