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Autostrade per l'Italia risponde alle affermazioni del Vice Presidente Di Maio sulla perizia depositata dagli esperti incaricati dal GIP nell’ambito del primo incidente probatorio relativo al crollo del Ponte Morandi.
"Sul Ponte Morandi - cita il comunicato stampa - nel periodo 2015/2018 (fino al 14 agosto) sono state realizzate attività di manutenzione per ben 926 giorni-cantiere, pari ad una media settimanale di 5 giorni-cantiere su 7 giorni, con un investimento di circa 9 milioni di euro. Su questo tema la perizia si limita a ricordare che sugli stralli - dopo che nel 1994 si intervenne sul sistema 11 e non, per motivazioni che dovranno essere accertate, sul sistema 10 e 9 (poi collassato) - non sono stati fatti altri interventi di manutenzione, ma risulta alla società che né nel 1994 né successivamente sia emerso alcun allarme circa lo stato di corrosione del reperto 132."
"Autostrade per l’Italia - continua il comunicato - precisa poi che i propri consulenti tecnici hanno chiarito che la presenza di trefoli corrosi tra il 50% e il 100% era ridotta e poteva in alcun modo aver avuto effetti sulla tenuta complessiva del Ponte. I difetti evidenziati dalla perizia, tra cui quello riscontrato sul reperto 132, erano fortemente localizzati, derivavano prevalentemente da difetti di costruzione dell'infrastruttura realizzata negli anni 60 per conto dell’Anas e non erano tali da compromettere in alcun modo la capacità portante del Ponte."
"Le risultanze della perizia - conclude il comunicato - evidenziano che i cavi primari non mostrano particolari segni di degrado e, come già fatto dai laboratori EMPA di Zurigo e dall’Università di Pisa, tendono a confermare che non sono stati gli stralli la causa primaria del crollo."
Autostrade per l'Italia, dunque, rigetta in toto ogni accusa generalizzata di mancanza di manutenzione.