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Trovare parcheggio in città è spesso un’impresa fastidiosa, tra strade congestionate, sempre meno parcheggi e spazi sempre più ridotti. In questo scenario, capita di assistere a una pratica controversa: persone che si posizionano fisicamente in un posto auto per riservarlo a un amico o a un familiare in arrivo. Ma è davvero consentito occupare un parcheggio in questo modo?
Il Codice della Strada non prevede una norma specifica su questa situazione, lasciando un margine di interpretazione. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento importante con la sentenza 19075/2015. Secondo i giudici, l'occupazione di un parcheggio è lecita solo se momentanea e se non ostacola la circolazione stradale.
L'articolo 20 del Codice della Strada, infatti, vieta l'occupazione arbitraria della sede stradale e prevede multe che vanno da 173 a 694 euro. Se invece l'occupazione riguarda terreni o immobili di proprietà pubblica o privata senza autorizzazione, si configura un reato ai sensi dell'articolo 633 del Codice Penale, con sanzioni che possono arrivare a 1.032 euro e, nei casi più gravi, la reclusione da uno a tre anni.
In generale, se una persona occupa temporaneamente un posto per consentire a un conducente di completare una manovra in sicurezza, non vi sono violazioni. Diverso è il caso di chi mantiene il parcheggio bloccato per un periodo più lungo del necessario. Ad esempio, se un individuo tiene occupato un parcheggi in attesa dell'arrivo della macchina che si trova ancora lontano, si rischia una multa per occupazione abusiva della sede stradale. Lo stesso principio si applica a chi utilizza sedie, coni o altri oggetti per riservare un parcheggio: anche in questo caso, le forze dell'ordine possono intervenire per rimuovere l'ostacolo e sanzionare il responsabile.
Se tenere occupato un parcheggio per pochi istanti può essere tollerato, prolungare l'occupazione può comportare sanzioni e, nei casi più estremi, conseguenze penali. La regola d'oro resta quella del buon senso: parcheggiare dovrebbe essere un diritto per tutti, nel rispetto delle regole e della convivenza civile.