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Riceviamo e pubblichiamo di seguito la lettera con la quale confutate le nostre osservazioni sul metano.
Pur comprendendo le ragioni che vi spingono a criticare il nostro articolo, non possiamo non confermare ciò che abbiamo scritto.
In realtà, leggendo attentamente le vostre argomentazioni, notiamo che anche voi le considerate quasi tutte valide purché si limiti il discorso alle motorizzazioni dual-fuel, ovvero alle vetture nate a benzina e poi trasformate, o adattate, al metano. Che sono la maggioranza. Infatti, in tal caso la cilindrata virtuale del motore viene ridotta e con essa la potenza resa.
All’atto della omologazione tali vetture godono di un trattamento speciale perché possono dichiarare il valore di anidride carbonica misurato durante l’alimentazione a gas e non quello misurato con l’alimentazione a benzina.
Rimane valido il concetto che con opportuni accorgimenti e modificando il rapporto di compressione - come abbiamo correttamente indicato - il rendimento termodinamico del motore può aumentare. Quanto al dato migliorativo che citate (minor emissione di CO2), senza indicare le condizioni di confronto, rileviamo che se Volkswagen ha dichiarato che il vantaggio, conseguibile sulla emissione di CO2, non vale la candela,vuol dire che l’affermazione è quanto meno attendibile.
Enrico De Vita
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Spett.le redazione di Automoto, egregio ing. De Vita,
scriviamo a nome del settore metano autotrazione con riferimento al recente articolo su automoto.it intitolato “Quando il metano non ti dà più una mano”.
Avendo preso visione delle ragioni tecniche da voi addotte per il presunto abbandono del gas naturale per autotrazione da parte di VW, reputiamo doveroso condividere la reale situazione tecnico scientifica attraverso le seguenti precisazioni:
- La riduzione di CO2 con alimentazione a metano rispetto a quella a benzina è del 25% a pari efficienza termodinamica. Si tratta di un fatto inequivocabile che non necessita della dichiarazione di un costruttore auto ma è basato su principi fisico/chimici validi da secoli e mai confutati.
- La riduzione di CO2 effettiva allo scarico di una vettura è del 20% e non del 25% per il fatto che a pari vettura quella a metano pesa di più di quella a benzina per effetto del solo peso dei serbatoi CNG.
- L’efficienza termodinamica del motore alimentato a metano a pari tecnologia di quello a benzina è uguale o superiore grazie all’utilizzo di un più elevato rapporto di compressione. Tale affermazione è basata su innumerevoli pubblicazioni scientifiche mai smentite perché fondate su solidissime conferme sperimentali degli ultimi 25 anni.
- Le prestazioni dei motori a metano non sono più un problema da 15 anni a questa parte; sebbene l’iniezione gassosa riduca il rendimento volumetrico esistono svariate tecnologie che compensano questo aspetto non ultima l’iniezione diretta a gas (vedasi il sito GasOn con relative pubblicazioni certificate con i risultati finali misurati da JRC ISPRA), quindi la discussione sulla cilindrata virtuale è da archeologia tecnologica.
- Il fatto che un grammo di benzina possiede solo l’1,3% di carbonio in più del metano è fuorviante. Per funzionare il motore ha bisogno di energia e a pari vettura richiede la stessa energia sia al motore a benzina sia a quello a metano. Quindi i numeri corretti da confrontare sono i grammi di CO2 prodotti a pari energia richiesta: il metano emette 55g CO2/MJ contro i 73g CO2/MJ della benzina che non a caso significa una riduzione del 25%.
- Per quanto riguarda gli inquinanti allo scarico, tutte le vetture con diverse alimentazioni (benzina, metano, etc.) devono rispettare gli stessi limiti ma per fare solo un esempio lampante con l’alimentazione a metano non serve il filtro anti particolato mentre con le vetture a benzina è indispensabile.
Rimanendo a disposizione per qualsiasi ulteriore approfondimento porgiamo cordiali saluti.
Mariarosa Baroni - Presidente NGV Italia
Licia Balboni - Presidente Federmetano
Paolo vettori - Presidente Assogasmetano