«Nuova Stratos? Che figura di mer...», disse il papà della Thesis (Robinson). Garella risponde... con eleganza

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Polemica sui social tra l'ex designer Lancia e la MAT che produce il tributo della regina dei rally
12 febbraio 2019

Polemica su Facebook da parte del ex designer Lancia Mike Robinson (padre della tormentata Thesis). Gli italiani copiano i cinesi che copiano gli italiani, avrebbe detto, classificando la Nuova Stratos come una figura di m...

E' quanto sostiene commentando un post dell'ingegner Paolo Garella, il papà della Nuova Stratos realizzata in 25 esemplari dalla sua Manifattura Automobili Torino, che ritrae tre esemplari della sua creatura riedizione della regina dei rally degli anni '70 disegnata all'epoca da Bertone. 

«Paolo Garella, le copie della mitica Stratos HF esistono da tanti anni in Inghilterra, e non costano neanche tanto. Per quale motivo un’azienda come la Pininfarina avrebbe avuto la faccia tosta di copiare un capolavoro del loro principale rivale storico? Per mancanza di autostima? O perché volevate seguire le pessime abitudine dei cinesi, che copiano qualsiasi cosa. Non capisco. Certo ch’e trista vedere il crollo del mito della carrozzeria italiana, una volta leader mondiale dell’innovazione tecnico e estetico, ma ora ridotta a produrre e vendere brutte copie di capolavori storici. Il titolo di questo foto è: “Italiani ridotti a copiare i cinesi, che copiano loro concorrenti!” Che figura di merda!», è stato il commento di Robinson.

Insomma, la Nuova Stratos a Mike Robinson non piace proprio. Ma come dovrebbe essere secondo lui? Ecco il suo parere in un commento successivo: «Dovrebbe avere un’architettura dirompente rispetto alle vetture di oggi, e non certo un retromobile. Sarebbe sicuramente elettrica e imbattibile! Un progetto da sogno per qualsiasi designer, ma molto difficile reggere il confronto con la genialità di Marcello Gandini. Walter da Silva (un gigante) ha tentato una remake della Miura, per la quale si è pentita, perché non ha offerta nulla di nuovo. Questi capolavori sono milestones della storia dell’automobile».

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La risposta di Paolo Garella

La risposta molto elegante di Paolo Garella, papà della Nuova Stratos non si è fatta attendere e vale la pena di essere riportata integralmente: «Michael Robinson rispondo al post che mi da la possibilità, abbastanza rara di esprimere le mie opinioni su un mondo, quello dei Carrozzieri, e su di un mercato, quello delle vetture speciali, che ho vissuto negli ultimi 30 anni.
A mio avviso le anime e le opinioni che vivono qui a Torino sono molteplici e tutte degne di esistere e, io spero, di coabitare in questa terra dai molti talenti.
Esiste senza dubbio un’anima innovatrice e direi “artistica” ben rappresentata da molti oggetti ideati negli anni d’oro, ma ancora oggi presente e attiva, a volte un po’ lontana dalla realtà e dai limiti dettati dall’oggetto Auto-mobile. Un prodotto che col tempo è stato via via normato e ingabbiato da una legislazione sempre più attenta alla sicurezza e all’ambiente, Esiste poi un’altra anima, più industriale, ben rappresentata dalla storia di PININFARINA, BERTONE, e più recentemente da ITALDESIGN e CECOMP. Quest’anima ha generato ricchezza, posti di lavoro, e ha permesso, in certi tempi difficili, di superare le crisi di un settore diciamo… complicato. Ricordo che negli anni 90, grazie ai progetti per il Sultano del Brunei, come Pininfarina davamo lavoro a più di 500 persone nell’indotto in un periodo dove tutto il comparto auto soffriva una recessione paurosa. Quelle vetture, molte delle quali molto criticate stilisticamente, hanno fatto sognare migliaia di persone, creato nuovi processi di sviluppo prodotto permesso importanti investimenti in conoscenze, attrezzature, tecnologie.
Addirittura un progetto fu passato da Pininfarina a Bertone, esempio di una collaborazione e di un rapporto tra gentiluomini come forse non ce ne sono più.
Ma veniamo alla New Stratos. La Stratos, una vettura incredibile che ha fatto sognare una generazione, una vettura anche lei con due anime, una stilistica, una funzionale. Una vettura fatta per vincere. Una vettura che ha appassionati in tutto il mondo. Uno di loro ha voluto fare un omaggio alla regina dei rally e ha cercato per anni un’azienda capace di produrre una vettura con gli standard qualitativi che lui pretendeva. L’ha trovata nella Pininfarina che, per omaggio a Bertone, non ha concesso il proprio marchio per questo progetto.
Non sono uno stilista e non sono neppure un carrozziere, ma posso dire senza ombra di smentita che la vettura finale è riuscita. Piace. Suscita e rinnova delle emozioni non solo visive, ma anche e più profondamente fisiche.
Quelle emozioni che questa vettura è in grado di generare in tutti quelli che la vedono e la guidano. Si, che la guidano, perché la New Stratos è una macchina che va guidata, va assaporata sulle strade di montagna e che risponde con suoni ed emozioni rinnovati. Quando scendi e ne ammiri le linee capisci che ciò che hai appena vissuto è unito indissolubilmente a quelle forme, a quel parabrezza a quella linea a cuneo che permette di affrontare i tornanti come su nessuna altra vettura al mondo.
Io non ci vedo tristezza, ci vedo le famiglie dei tecnici che ci lavorano ogni giorno, ci vedo la rigidezza del telaio, il motore che romba dandoti un calcio nella schiena, il cambio che blippa in scalata, i freni che ti fermano a pochi centimetri dai muretti… ma soprattutto ci vedo il sorriso dei miei clienti che scendono dopo averla guidata».

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