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Ricevere una raccomandata non è un buon segno, soprattutto quando si è consci di non aver rispettato proprio alla lettera il Codice della Strada. Quando poi si evince che la multa deriva dal mancato rispettato limite di velocità e si è stati pizzicati da un autovelox, le cose si fanno ancora più serie. Abbiamo quindi deciso di ricapitolare per voi l’ultima settimana di notizie in fatto di autovelox, così da farvi trovare preparati una volta al volante.
La querelle riguardante gli Autovelox di Firenze sembra che non si placherà a breve. Se da una parte hanno iniziato a spuntare come funghi in autunno le segnaletiche orizzontali con i limiti di velocità scritti sull’asfalto in corrispondenza degli autovelox, dall’altra è saltata fuori una anomalia – quasi divertente – nella rilevazione delle targhe.
A una signora di Ragusa, infatti, è stata recapitata una multa per aver transitato all’interno della corsia riservata ai mezzi pubblici. Peccato che però a transitare fosse una gazzella della Guardia di Finanza, come mostra la foto qui sotto. Dove sta l’inghippo? Le telecamere non riescono a leggere correttamente le targhe dei finanzieri che iniziano per GdF, leggendo solo GF. Il consiglio, quindi, è di andare a controllare la fotografia dell’infrazione prima di pagare la sanzione, potreste fare scoperte interessanti.
Il Comune di Firenze, comunque, non è rimasto zitto e l’Assessore alla Mobilità Giorgetti ha voluto sottolineare l’importanza degli apparecchi nella prevenzione dei sinistri: “A Firenze dal 2014 ad oggi abbiamo avuto oltre 20mila feriti e 97 morti in incidenti stradali. Siamo quindi fortemente impegnati nell’opera di messa in sicurezza della viabilità, le attività di prevenzione e formazione per ridurre questi numeri. Anche gli apparecchi misuratori di velocità rientrano in questo tipo di interventi perché, i dati lo dimostrano, nelle strade dove ci sono questi apparecchi si registra una riduzione del 60% degli incidenti gravi o mortali”.
A metterci poi lo zampino ci ha pensato anche l’ingegner Enrico Pagliari, coordinatore centrale dell’area professionale Tecnica di Aci in un’intervista a La Nazione. L’ingegnere, infatti, ha spiegato in poche parole la posizione dell’Aci, ovvero che “diciamo sì ai velox a patto che siano ’giustificati’ dal sito dove vengono installati" e che in alcuni casi “probabilmente servono più a far cassa che a garantire la sicurezza. Hanno senso solo se collocati dove ci sono molti pedoni, gli utenti deboli della strada”.
Volevate che Renzi rimanesse in disparte? Ovvio che no e proprio durante una riunione della direzione del Partito Democratico in cui si discuteva della possibilità di candidare il sindaco di Firenze Nardella alla Segreteria Nazionale, se ne è uscito con questa dichiarazione: “Oggi parliamo di multe. Sto ricevendo decine di email da persone incredule perché, nella mia Firenze, si fanno multe se si supera di un chilometro il limite. Ad esempio: strada a quattro corsie, limite 50, centinaia di multe per chi va a 51 km. Una visione della Pubblica Amministrazione assurda. Mi sembra sbagliato, soprattutto perché questo non è finalizzato a garantire la sicurezza stradale, obiettivo sacrosanto, ma a far cassa a spese delle famiglie. Un Comune non può diventare un multificio, mai”.
Probabilmente, però, non ha tenuto a mente che i 51 km/h tengono già in considerazione lo scarto del 5%, con un minimo di 5 km/h, come prescrive la legge. Quindi quei 51, in realtà, sono 56 km/h, come gli ha poi ricordato lo stesso Nardella.
Insomma, aspettiamo a breve qualche altro colpo di scena.
Nel frattempo, nell'ordinanza n. 29625 dell'11 ottobre 2022 la Corte di Cassazione mette le cose in chiaro per quanto riguarda l'obbligo di taratura dell'autovelox ai fini della validità della multa. Una questione che va avanti da ormai un po’ di tempo, da quando la società Delta, destinataria di quattro multe per infrazione di velocità, ha deciso di portare in tribunale il caso adducendo che l’apparecchio rilevatore non fosse omologato e che non fosse stato sottoposto a taratura.
La diatriba si è trascinata fino in Cassazione che, accogliendo il ricorso, si è così pronunciata:
a) a seguito della declaratoria di illegittimità costituzionale dell'art. 45, comma 6, del codice della strada (Corte costo n. 113/2015), tutte le apparecchiature di misurazione della velocità devono essere sottoposte a verifiche periodiche di funzionalità e di taratura, e che, in caso di contestazioni circa l'affidabilità dell'apparecchio, il giudice è tenuto ad accertare se tali verifiche siano state o meno effettuate;
b) peraltro, dovendo le apparecchiature di misurazione della velocità essere periodicamente tarate e verificate, in presenza di contestazione da parte del soggetto sanzionato, spetta all'Amministrazione la prova positiva dell'iniziale omologazione e della periodica taratura dello strumento (Cass. n. 35830 del 2021), dovendosi, in particolare, escludere che tale prova possa essere fornita con mezzi diversi dalle certificazioni di omologazione e conformità;
c) solo in presenza di detti elementi, di per sé sufficienti a dimostrare il corretto funzionamento dell'apparato di rilevazione della velocità (circostanza, quest'ultima, che costituisce elemento essenziale costitutivo della fattispecie sanzionatoria), spetta alla parte sanzionata l'onere di fornire la prova contraria;
d) deve, pertanto, ritenersi che ai fini della legittimità della sanzione, non è sufficiente che l'apparecchio sia stato inizialmente sottoposto a taratura, ma è necessario che tale operazione sia reiterata nel tempo e con una cadenza temporale almeno annuale.
Se avete quindi un dubbio riguardo l’effettiva liceità della contravvenzione e siete convinti che nel tratto incriminato steste rispettando i limiti, andate in fondo alla questione e potrebbe essere che abbiate effettivamente ragione voi.
Ma come sempre, il modo migliore per evitare le multe è quello di rispettare i limiti e di non distrarsi mentre si è alla guida.
Per chiudere, invece, vi parliamo di una curiosità forse un po' inquietante: alcuni droni di ricognizione russi Orlan-10 sono stati assemblati impiegando fotocamere rubate dagli autovelox svedesi. Sembra un'assurdità ma la notizia è stata data dal sito svedese Aftonbladet e confermata anche dalle autorità di sicurezza svedesi che, però, non hanno voluto commentare ulteriormente il fatto per questioni legate alla sicurezza.
Pare però che le videocamere rubate, un centinaio in totale, siano state espiantate da autovelox presenti lungo le autostrade della zona di Stoccolma e tra le città di Thirp e Hargshamn, oltre che nell'area dell'Uppland. Il governo, comunque, si è già impegnato a sostituire tutti gli apparecchi sottratti; un bel danno per il budget del Ministero delle Infrastrutture svedese, oltre che per il popolo ucraino.