Bella e razionale interpretazione contemporanea, per mantenere sempre verde un grande classico Volkswagen. Il Maggiolino nella ben riuscita versione cabriolet è per chi apprezza l’originalità pienamente modernizzata. I vertici della Casa tedesca continuano a declinare per l’Italia il nome nella lingua di Dante, evidente sul baule, ma solo le forme, ben raffinate per piacere oggi, sono ispirate a quelle del modello storico. Con un taglio solido e vagamente sportiveggiante, nonostante i volumi (lunghezza 4,28 metri e larghezza 1,8) le grandi curve della carrozzeria in alluminio celano una vettura onesta ed efficacie, che sotto il vestito condivide quasi tutto (pianale e sistemi veicolistici) con la attuale Golf. Scegliendolo ci si distingue parecchio sul piano dell’immagine, il suo punto forte, esterna come anche percepita internamente (vistosa la fascia in tinta, piuttosto che in carbonio) per quanto possibile con i tocchi di colore e qualche soluzione ergonomica, mantenendo anche ottimo spazio per i posti anteriori. Contrariamente alle origini popolari, con il Maggiolino di oggi si paga il prezzo dello stile ricercato, avendo solo due portiere e in relazione all’ingombro esterno, tanto la fruibilità del baule quanto l’abitabilità e la visibilità al posteriore (è omologato per quattro persone) risultano abbastanza scarse.
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Due gli allestimenti, senza carenze di dotazione già in partenza e varie possibilità di coniugare accessori estetici alla versione Sport, che risulta abbastanza cattiva, solo fuori, visto che Maggiolino non ha in natura una dinamica di guida da vera auto sportiva. I motori attuali sono solamente il 1200 TSI come benzina in accesso gamma, sovralimentato e potente quanto basta nonostante la cubatura ridotta, oppure i 1400 e 2000cc dell’allestimento Sport, con il secondo più che dotato visto che “doppia” i cavalli del 1200 sulla medesima vettura. Due le cilindrate e le potenze disponibili scegliendo il gasolio, 1600 e 2000 TDI. Pretendere qualcosa in più, come navigazione, kit, o cerchi, vuol dire anche spendere non poco in più, rendendo Maggiolino quasi una chicca del proprio segmento, non certo popolare come il suo antenato. In questo senso ci sono anche quattro pacchetti tutti orientati alla sportività, per esterni e interni.
L’usato dei modelli storici è ampio e variegato, con quotazioni di ogni tipo a seconda del modello e delle condizioni. Per il più recente new Beetle, pensionato nel 2008, ci sono ottime occasioni sulle versioni cabriolet, per un’auto che riesce a “tenere” qualcosa in più della media e ha completa facilità di gestione nel tempo, condividendo le varie soluzioni tecniche con Golf4. Il Maggiolino contemporaneo, che compie un netto balzo in avanti per qualità e contenuti, ma anche prezzo, ha una diffusione limitata rispetto alle vetture “cugine”, più convenienti, ma gode sempre di buona tenuta valore poiché usa uno stile meno sensibile al tempo con ottima affidabilità dei sistemi usati, condivisi con tutto il gruppo tedesco. Il fatto di avere solamente motori sovralimentati non spaventa certo, ma potrebbe causare un minimo di cura in più nel lungo periodo.
Una storia con la esse maiuscola, soprattutto per i tedeschi, dato che si tratta del modello più longevo del marchio VW, nonché tra i più venduti al mondo, nel corso degli oltre settanta anni di produzione. La prima versione del modello Typ 1, voluta dallo stato per motorizzare la propria popolazione, arrivò sulle strade nel lontano 1938, per spopolare nel dopoguerra in tutta Europa, come nelle Americhe e andare fuori moda solo negli anni Settanta, dopo aver visto edizioni e allestimenti molto vari. Dai primissimi modelli tanto affascinanti e di nobili origini (progettati da Ferdinand Porsche) quanto poi noti negli impieghi militari del nazismo (Kübelwagen), ai più evoluti Maggioloni degli anni Sessanta, o i notissimi van della generazione hippie, finendo con i modelli che hanno riempito le strade del Messico per tutto il secolo, in una seconda giovinezza del Maggiolino. La riedizione moderna new Beetle, datata 1998, riapre la storia del Maggiolino anche in Europa dopo la pausa in chiave diversa, ponendosi come auto interessante soprattutto per lo stile particolare e vintage. Dalla ultima Golf prende spunto tecnico il modello che dal 2011 è proposto innalzando ancor più dotazioni, prestazioni e target del Maggiolino, oggi dieci volte più potente e molto più sicuro (5 stelle nei crash test) del suo antenato. Simbolico a livello globale rimane sempre il ruolo di protagonista nella saga cinematografica di Herbie “il Maggiolino tutto matto”, prodotta dalla Disney a partire dal 1968. Oltre alle vere chicche di alcune rare fuori serie tedesche degli anni Quaranta e Cinquanta, ci sono poi le interessanti condivisioni tecniche con modelli Porsche (356) o le apprezzatissime Karmann-Ghia. Una serie davvero molto estesa quella con il DNA Maggiolino sotto la carrozzeria, capace di spaziare dagli usi ludici e per tutti (ad esempio le Dune Buggy) a quelli più estremi o limitati. Le innumerevoli applicazioni, tra cui anche l’antenato del VW Transporter, si devono al fatto che la base meccanica molto popolare e gestibile del Maggiolino ha permesso a tanti di conformarne l’estetica, o correggerne in parte telaio e motore. Nelle competizioni fuoristrada il Maggiolino è stato in grado di vestire un ruolo abbastanza decoroso, per quanto riguarda la propria categoria, soprattutto in alcuni rally degli anni Cinquanta.
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