Se si è troppo giovani non la si conosce, se adulti da poco potrebbe essere un ricordo di “basso” livello perché negli anni Ottanta cedette il passo alla mitica Uno, eppure la due volumi torinese spopolò in Italia e non solo per tutti gli anni Settanta. Averla oggi vuol dire entrare nella nicchia di amatori, perché ce ne sono molte meno che di Uno, senza spendere troppo. Non ha gran fascino oggettivo in quanto a stile, ma è agevolissima da gestire tecnicamente e più spaziosa di una 500 se capiti di usarla per davvero e non per passerella. Si trova a poco ma spesso è da rimettere in ordine.
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Tipicamente 900 benzina o 1050, con gusti più retrò per i modelli della prima serie, un po’ meno iconici quelli dell’ultima unificata invece. Volendo andare sul particolare ci sono la Sport, cattiva per quanto poteva essere una 127 con poco più di 50 CV, o la Panorama con taglio familiare. Ma già non avere una classica tre porte è cosa non da tutti.
Quotazioni popolari e molto basse qualora la Fiat 127 non sia in condizioni di facile utilizzo, purtroppo non ha doti che la facciano apprezzare molto dal mercato, in attesa che FCA magari rispolveri il nome.
Nasce nel 1971 per sostituire la mitica 850 e lascia poi spazio alla Fiat Uno nel 1987, la Fiat 127. Tra questi due colossi e simboli di epoche forse più apprezzate popolarmente, la due volumi con trazione e motore anteriori adempie il proprio compito, con due restyling, nel 1977 e nel 1981, usando per gran parte motori quattro cilindri benzina di piccola cubatura (un solo diesel negli anni Ottanta). Versione più cattiva la 127 Sport, bicolore, ma non sono mancate varianti anche di tipo familiare. Venduta anche sotto marchio Seat e assemblata con piccole differenze in Brasile (147) o per i Paesi del Nord Fiat 127 Stella).
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