Avere una bella e prestante sportiva due porte dall’immagine “importante”, tanto per il segmento quanto per la realizzazione propria, di fascia elevata sotto ogni punto di vista come tradizione BMW. Non si compra certo in economia una Serie 6, ma non teme confronti con le eventuali pregiate rivali, forte di una linea abbastanza impotente (sfiora i 4,9 metri in lunghezza) al contempo però filante e davvero elegante, senza elementi troppo vistosi o modaioli nei suoi tre volumi lievemente bassi e protesi in avanti. Lo spazio per i quattro possibili occupanti non manca, almeno anteriormente e per taglie medio piccole dietro, con un baule di buona capacità, per farne anche uso turistico. Si guida con grande sicurezza e comodità, poiché i sistemi di supporto alla guida sono tra i migliori, ma promette anche feeling intenso del suo genere se gradito, grazie alla tipica impronta motore davanti e trazione dietro, da “sentire” passando alla modalità guida più spinta. Dotazioni, come un display da 10,2’’e finiture, come la pelle degli interni, sono pienamente adeguate al target. Pur sportiva e filante, richiede sempre un certo “occhio” date le dimensioni. Per questa fascinosa Cabrio la capote in tela retrattile si apre in diciannove secondi.
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Motori sei oppure otto cilindri, sempre sovralimentati a norma Euro6. Il classico benzina sei in linea BMW non delude per pastosità, assenza vibrazioni e allungo, senza cattiveria esagerata per una vettura del genere; mentre il poderoso 4.4 V8 irrompe con sound e cavalli dal tono più aggressivo a qualunque regime. Con il diesel si sposa il concetto di alta percorrenza (con riduzione carburante) e coppia ai bassi regimi, qualora piaccia anche su una raffinata sportiva da poter usare con i capelli al vento. Quattro ruote motrici xDrive per tutte le motorizzazioni, se necessario. La sportivissima M6, che costa oltre il 50% in più della versione di accesso, racchiude soluzioni e materiali di altissimo livello, con prestazioni ancor più elevate grazie al V8 biturbo portato a 560 CV (eventualmente senza limitazione velocità a 250Km/h) e immagine derivata ma propriamente più cattiva, rispetto alle “normali” tanto fuori quanto dentro. Nonostante la M e le molte assistenze, data la massa non si guida certo come un Kart. Allestimenti completi, con tre diversi livelli possibili, ma ancora parecchi e sfiziosi gli optional da poter includere guardando al ricco (e oneroso) catalogo.
In Italia è maggiormente diffusa con motorizzazione a gasolio, in versione coupé. Se la primissima generazione “storica” è ormai oggetto di culto e collezione per gli amanti del marchio e del genere, con prezzi più che accessibili, la seconda generazione è a quotazioni abbordabili a molti, in relazione alla solida qualità di telaio e motori (che non temono odometri a cinque zeri); sapendo che dato il livello richiede un minimo di onere nella gestione, specialmente qualora capitino manutenzioni straordinarie, delegate alla sola rete ufficiale. Sempre elitaria l’ultima generazione, capace di mantenere quotazioni superiori alla media specie se cabrio.
Il modello attuale è la terza generazione Serie 6, dopo la vecchia E24 del 1976, imponente ma fascinosa allora come oggi (tanto per forme quanto per tecnica) e la più recente E63/64 disegnata da Chris Bangle, che ha debuttato nel 2003 riprendendone il nome. La generazione F12/F13 ora in commercio ha invertito l’usuale ordine, per cui debutta prima la coupé della cabrio. La tecnica e i sistemi base sono derivati dalla Serie 5 F10, con “la prima volta” su un modello BMW del segmento della trazione integrale. L’ultimo aggiornamento del modello è arrivato per il 2015. La prima generazione Serie 6 vanta partecipazioni diffuse nelle competizioni sportive dei primi anni Ottanta, con successi a livello europeo di turismo e durata (635 CSi).
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