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Da bene di possesso ad oggetto di consumo: nell'arco di pochi anni, è stata questa la parabola dell'automobile, che per le generazioni oggi più anziane rappresentava un valore in sé, alla stregua di un immobile o di un bene prezioso (e quindi da custodire, preservare, coccolare e manutenere con cura ed attenzioni particolari), mentre per le nuove leve di automobilisti è assimilata ad un apparecchio d'uso quotidiano, come uno smartphone o un paio di occhiali da sole, con il quale avere un rapporto di sola fruizione e quindi non affettivo, da cambiare alla prima occasione e, tranne rare occasioni, non certo da conservare in eterno.
Alla luce di questa dinamica, ne consegue che anche la tradizionale modalità di approccio all'auto, ovvero l'acquisto, sia affiancata da nuove formule finanziarie più agili e dinamiche, disponibili ormai per tuti i profili di consumatori e quindi non più dedicate, come avveniva fino a pochi anni fa, a specifiche categorie come i possessori di partita IVA o le aziende.
Al momento di scegliere l'auto nuova, vengono prospettate al potenziale acquirente diverse opzioni, che in qualche caso possono anche produrre disorientamento nel valutarne con precisione non soltanto i fattori positivi quanto quelli contrari.
Le tre modalità d'offerta più frequenti, ovvero acquisto, leasing e noleggio (a breve o a lungo termine), differiscono per impegno economico, modalità d'uso e gestione della vettura e soprattutto prospettiva finale di utilizzo dell'auto.
La formula più classica, ed anche quella ancora più diffusa, è quella dell'acquisto diretto: con essa, si diventa subito proprietari della vettura, dietro pagamento di tutto l'importo o aderendo alla rateizzazione, ed una volta entrati in possesso delle chiavi si è liberi di gestirla nelle modalità che preferiamo, non avendo vincoli di alcun tipo, ad iniziare da quelli legati alla manutenzione del veicolo, potendoci rivolgere agli operatori meccanici che si preferisce per svolgere le operazioni relative tagliandi, cambio gomme e controlli straordinari, con l'unica accortezza di fare attenzione, tema la perdita della garanzia, che siano strutture riconosciute ed autorizzate all'intervento dalla Casa madre; inoltre, scegliendo l'acquisto, sono a carico del proprietario tutti i costi di gestione della vettura, come assicurazione, bollo ed appunto la manutenzione, che come vedremo a breve nelle altre situazioni possono essere a capo della Casa costruttrice per il tramite del concessionario o della società erogante il noleggio.
Quest'ultimo è un contratto che assicura l’uso della vettura a fronte di versamento di un canone mensile; tra i suoi vantaggi, la possibilità di prevedere nella rata il pagamento di servizi accessori come l’assicurazione o il soccorso stradale, o la disponibilità di un’auto sostitutiva gratuita in caso di fermo del veicolo, la copertura delle spese in caso di malfunzionamento della vettura per guasti non imputabili all’utilizzatore; nel contratto di noleggio sono inclusi la copertura assicurativa, la manutenzione ordinaria e straordinaria del veicolo, la gestione dei sinistri ed il soccorso stradale.
Ricordato che la formula del noleggio si configura in due modalità, a lungo e breve termine (con quest'ultimo che differisce dal primo solo per la durata del contratto, di solito inferiore ai sei mesi), questa opzione sta riscuotendo un successo crescente tra i privati, che ne apprezzano soprattuto la formula del “tutto compreso”, che include nel canone mensile le spese ordinarie di gestione (bollo, assicurazione RCA, furto incendio, danni, la già citata manutenzione ordinaria e straordinaria, il cambio gomme); in pratica tutto, tranne le spese per il carburante.
Ma non sono tutte rose e fiori: prima di scegliere il noleggio, infatti, vanno valutate alcune condizioni, per evitare di andare incontro a brutte sorprese.
Intanto, l'automobilista è responsabile di eventuali danni riportati dalla vettura, dovuti a propria imperizia e non coperti dall'assicurazione, che andranno valutati in occasione della chiusura del contratto, diventando eventualmente oggetto di rimborso; ancora, il noleggio richiede il versamento di un anticipo, che può essere anche pari a zero, a fronte però di un consistente aumento della rata mensile; inoltre, nel contratto è previsto un numero di chilometri percorribili determinato, e modificare tale limite compra un ulteriore incremento del canone.
La maggiore differenza tra leasing e noleggio, oltre al fatto che il primo non mette a disposizione un pacchetto “all inclusive” come il secondo (restano a carico del contraente le spese di bollo e assicurazione RC, oltre a quelle di manutenzione ordinaria escluso il primo tagliando), è che con la formula del leasing l’automobilista, alla scadenza del periodo di contratto, può scegliere tra diverse opzioni: riscattare la vettura a un prezzo stabilito al momento della stipula del contratto, quindi acquistando l'auto a titolo definitivo; restituire la vettura; stipulare un nuovo contratto di leasing, o rinnovare quello già in essere (con la stessa vettura), modificando alcune clausole.
Dal punto di vista finanziario, è l’impresa di leasing (di solito emanazione diretta della Casa madre) ad anticipare il capitale necessario per l’acquisto del bene e il cliente, versato un anticipo, lo restituisce man mano, pagando i canoni periodici con accredito diretto sul conto corrente bancario.
Questa modalità, utilizzata soprattutto dai possessori di partita IVA che possono sfruttare le previste detrazioni fiscali, consente di disporre ogni tre o quattro anni di una vettura sempre nuova; una soluzione ideale per chi vuole avere una mezzo sempre aggiornato e affidabile.