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Guidare bene non significa soltanto essere in grado di girare il volante ed agire con perfetto sincronismo sui pedali: piuttosto, è soprattutto una questione di testa.
Infatti, per essere un vero asso al volante non basta fare le curve al limite o sgommare ai semafori, ma occorre “vedere” la strada prima ancora che le cose accadano.
Una capacità chiamata guida percettiva: un'arte raffinata ed affascinante, che distingue chi guida con il cervello da chi si affida solo ai riflessi.
In molti si definiscono piloti perché hanno visto qualche video su YouTube e si divertono a tirano le marce fino al punto da far quasi esplodere il motore: eppure la guida non è solo una questione di tecnica, ma di come il cervello processa ed analizza l’ambiente circostante.
Chi sa davvero guidare non è chi reagisce in fretta, ma chi riesce ad anticipare.
La guida percettiva è la capacità di leggere la strada: interpretare segnali nascosti, prevedere il comportamento degli altri automobilisti, intuire i pericoli prima ancora che si manifestino.
È il motivo per cui un buon guidatore, ad esempio, rallenta prima di una curva cieca, perché sa che potrebbe esserci un trattore fermo o un camion che procede pericolosamente contromano.
Chi guida bene non sta solo guardando, ma sta “leggendo” la strada.
Abbiamo davanti un'auto che si muove in modo strano? Probabilmente il conducente è distratto e potrebbe compiere qualche manovra azzardata.
C'è un pallone che rotola in strada? Di sicuro c’è un bambino che gli sta correndo dietro per recuperarlo.
Un autobus è alla fermata? Pedoni distratti o frettolosi potrebbero attraversare la strada all'improvviso.
Per questi e altri casi vale la stessa regola: se aspetti di vedere il pericolo, sei già in ritardo.
Avere una visione periferica significa essere capaci di portare lo sguardo oltre il parabrezza: molti automobilisti tengono d'occhio solo l’auto che li precede, come se fossero in un videogioco con la visuale bloccata.
Sbagliato! Il cervello deve registrare tutto quello che accade ai lati della vettura, le immagini negli specchietti, e quel che si nasconde oltre gli ostacoli.
I piloti professionisti lo sanno bene: la differenza tra stare in testa e finire nel muro è vedere prima degli altri cosa sta per succedere.
Avete mai sentito parlare del cecità da disattenzione?
Se il cervello è concentrato su una cosa, può ignorare del tutto anche qualcosa di enorme che abbiamo davanti agli occhi.
È il motivo per cui molti incidenti accadono perché... «non l'avevo visto arrivare!»; ma in verità non te l’aspettavi e quindi il cervello non l’ha registrato.
Incidente evitabile #1
In autostrada, nella corsia centrale, una vettura davanti a noi frena all’improvviso: se abbiamo una buona guida percettiva, avremo già notato che più avanti c’è un ingorgo e avremo già iniziato a rallentare. Guidando invece in modalità “pilota automatico inserito”, finiremo di trovarci ad inchiodare la frenata, sperando al contempo di non essere tamponati.
Incidente evitabile #2
Stiamo per affrontare una curva cieca su una strada di montagna; il buon guidatore non aspetta di vedere il pericolo, ma rallenta perché sa che potrebbe imbattersi in un camion fermo, una mucca che mangia erba fresca sul ciglio della strada o un ciclista che procede a velocità ridotta e che potrebbe essere investito.
Per diventare un pilota percettivo e non costituire un pericolo in movimento non occorrono superpoteri: basta allenare il cervello ad analizzare al meglio le tante e diverse informazioni che arrivano dalla strada.
Ecco alcuni esercizi pratici
Allenate la visione periferica: mentre guidate, o anche mentre camminate, provate a registrare i dettagli ai lati senza spostare lo sguardo.
Imparate a leggere i segnali: osservate il traffico e cercate di prevedere e quindi anticipare le mosse degli altri, come quello che sta per cambiare corsia o sta per frenare all'improvviso.
Simulate scenari pericolosi: in auto, immaginate continuamente come vi comportereste se dovesse accadere qualcosa di improvviso.
In conclusione, la guida percettiva non è un optional e non è un affare per pochi eletti, ma anzi è materia che dovrebbe essere insegnata nelle scuole guida, perché abbiamo ancora a che fare con gente che frena in autostrada senza motivo o che si accorge di uno stop quando è già oltre la linea.
Imparare a percepire correttamente la strada ed i segnali che rimanda in continuazione fa la differenza tra un guidatore consapevole e un incidente annunciato.
Per non finire nel prossimo video virale di "guidatori folli", meglio iniziare a usare il cervello.