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La targa, ovvero la combinazione alfanumerica che si abbina ad ogni veicolo a motore circolante su strada, è da intendersi un po' come una sua indispensabile, imprescindibile e fondamentale estensione, senza la quale è infatti addirittura proibito il muoversi in strada.
Fino alla riforma varata nel 1994, le targhe automobilistiche hanno costituito un formidabile strumento per imparare la geografia italiana: essendo composte infatti dalle due lettere indicanti la provincia (ad eccezione di Roma, di cui compariva il nome completo) ed a seguire da un numero progressivo, intere generazioni di ragazzi hanno viaggiato in auto facendo a gara ad indicare con precisione la provenienza dei veicoli incontrati per strada, ingannando così il tempo e migliorando la conoscenza del Belpaese.
A partire dal 1994, come detto, il sistema cambia e viene rivoluzionato il sistema di numerazione: scompare la sigla della provincia e la targa si compone di una combinazione di sette caratteri alfanumerici, costituiti da lettere nelle prime due e nelle ultime due posizioni e da cifre nelle tre posizioni centrali.
A prescindere però dall'aspetto esteriore, la targa continua ad essere un elemento fondamentale dell’auto, perché consente l'immediata identificazione del proprietario in caso di controlli e di verifica della correttezza della posizione fiscale del veicolo, oltreché del rispetto dell'obbligo assicurativo.
Insomma, la targa è talmente indispensabile che l’articolo 100 del Codice della Strada, oltre a stabilire che tutti gli autoveicoli devono essere muniti obbligatoriamente di una targa anteriore e posteriore, definisce con precisione gli ambiti d'uso e prevede sanzioni anche molto salate (si sfiorano i 10.000 euro!) per chi fosse trovato alla guida di un veicolo con targa contraffatta a non propria.
Un bene prezioso, quindi, ma anche esposto a potenziali pericoli: può succedere, infatti, che la targa venga smarrita durante la circolazione, o addirittura rubata durante la sosta del veicolo.
In entrambi i casi, occorre segnalare entro 48 ore l'accaduto agli organi di Polizia: la mancata denuncia nel tempo previsto, in caso di controllo determina una sanzione amministrativa che può arrivare a 335 euro.
Dopo la denuncia, il proprietario deve attendere quindici giorni, il tempo che serve alle forze dell’ordine per escludere il ritrovamento della targa, prima di procedere alla re-immatricolazione dell'auto; in queste due settimane, il veicolo potrà circolare applicando una targa provvisoria, che riporti su cartoncino bianco gli stessi numeri e lettere della targa originale.
Per ottenere una nuova targa, l’intestatario della vettura deve fare domanda di re-immatricolazione presso uno STA (Sportello Telematico dell’Automobilista, presente presso le unità territoriali dell'ACI, gli uffici provinciali della Motorizzazione Civile, le delegazioni degli Automobile Club e gli studi di consulenza automobilistica ed agenzie pratiche auto abilitati al servizio), presentando il libretto di circolazione (o carta di circolazione); il certificato di proprietà; la denuncia di smarrimento della vecchia targa; l'eventuale targa rimasta (in caso di deterioramento, entrambe le targhe rovinate).
Grazie alla telematica, in pochi minuti si ottengono le nuove targhe e il libretto di circolazione della vettura viene aggiornato con il nuovo riferimento; un'efficienza che però si paga, visto che l'operazione di re-immatricolazione del veicolo costa 230,00 euro.
Così, al danno del furto delle targhe, si aggiunge la beffa di dover mettere mano al portafogli... è la nostra bell'Italia!