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Un termine forte a cui nessuno pensa certo quando sono fresche di immatricolazione, le auto, ma che alla lunga capita a molte, prima o poi, in Italia come all’estero. Parliamo della demolizione, un concetto che sintetizza la procedura di smaltimento definitivo del veicolo e che è sottoposta a una severa normativa, prima di tutto a tutela ambientale, ma dai risvolti anche economici e persino penali di un certo peso, a volte. Occorre essere attenti al pieno rispetto delle regole, quando si deve demolire l’auto, per evitare di esserne ancora responsabili dopo la sua “distruzione”. La premessa è che sono vari i motivi per cui si arriva alla demolizione, in genere vecchiaia dell’auto stessa, inefficienza, valore residuo nullo oppure incidente, che la danneggi pesantemente. In ogni caso, un mancato utilizzo o l’accumulo di costi per il proprietario che ne decide lo smaltimento finale e poi, quella piccola contropartita sui costi di mantenimento: non si dovrà mai più pagarne il bollo, essendo cancellata dal PRA dopo la demolizione. Per procedere con la cosiddetta rottamazione di un’auto però, non esiste il “fai da te”, non la si cestina anonimamente come altri rifiuti, ma la si deve portare presso centri autorizzati: gli autodemolitori iscritti al relativo albo nazionale. In certi casi vi sono intermediari abilitati al ritiro dell’auto, che va poi in demolizione presso i centri autorizzati, come soni i Concessionari e i Rivenditori, che spesso ritirano l’auto da rottamare a fronte di un acquisto auto nuova, o taluni Autoriparatori e Agenzie. L’auto non solo è un bene mobile registrato, ma è anche un rifiuto “pesante” se va in demolizione e non la si può lasciare abbandonata in un angolo, come nulla fosse, anche perché identificata con Targa e Telaio riferiti a un proprietario responsabile.
Oltre l’auto stessa, con tanto di targa regolarmente apposta, quando si decide di consegnarla al demolitore abilitato per la rottamazione, occorre presentare anche: carta di circolazione e certificato di proprietà (o foglio complementare). Se manca qualcosa, per esempio in caso di smarrimento o furto, serve la relativa denuncia fatta alle Autorità, da presentare in sostituzione. Entro un mese dalla consegna dell’auto al demolitore, lo stesso avrà terminato le procedure con gli Enti, usando eventualmente il CDPD (digitale) per cui l’auto sarà cancellata dagli archivi PRA. Fino a tale momento, il proprietario non sarà ancora esentato dal pagamento delle imposte riguardanti l’auto. Ovviamente già alla consegna presso il centro demolizione, il proprietario dell’auto ottiene un certificato che lo solleva delle responsabilità fisiche legate all’auto consegnata al demolitore, dopo quel momento. Il documento di demolizione contiene oltre i riferimenti del veicolo (Marca, Modello, Versione, Targa e Telaio) e la data con ora di consegna, anche tutti i dati anagrafici del proprietario auto e quelli aziendali, dell’impresa che lo emette (includendo per esempio l’autorizzazione allo smaltimento dei veicoli). Questo certificato di demolizione dell’auto si conserva per dieci anni.
Tendenzialmente non esiste la demolizione auto gratis. Il costo per la demolizione auto in Italia è composto da vari elementi, di cui solo alcuni fissi ma comunque inevitabili. Quanto si spende per fare demolire, o come spesso si dice rottamare un’auto, è perciò variabile, attualmente stimabile tra circa 60 e 150 euro. In ogni caso, nel conteggio di costo demolizione 32 euro sono inerenti all’imposta di bollo, che salgono a 48 in caso di mancanza del CDP (modulo NP3C). 13,50 euro sono emolumenti ACI. 7,10 euro per la visura che confermi non vi siano iscrizioni sul veicolo, come il Fermo amministrativo (con il quale l’auto non può essere demolita). La parte di costo demolizione auto variabile è quella che riguarda per esempio il trasporto del veicolo, fino al centro di demolizione. I demolitori possono però anche ritirare le auto gratis, specie se “fresche” o in buone condizioni, marcianti; questo banalmente perché dalle vetture demolite possono essere recuperati molti ricambi usati rivendibili. Altre volte, viene invece presentato al proprietario un costo di demolizione, variabile.
Per avere certezza di essere esentati da tutti gli oneri e le responsabilità (civili, penali e amministrative, ma non tributarie se in sospeso da saldare già prima) di un’auto regolarmente demolita, è possibile fare una visura al PRA che, dopo trenta giorni dalla consegna al demolitore, dovrebbe evidenziare come non ci siano più titolarità e quindi bollo o altro da pagare per quell’auto, dalla data di demolizione in poi. La normativa sui bolli, di cui vi parliamo nelle altre nostre guide su Automoto.it, non è identica in tutta Italia: alcune regioni potrebbero addebitare ancora il bollo auto in maniera parziale secondo la data di scadenza formale e quella di effettiva demolizione (antecedente o nel mese stesso della scadenza, ne esclude ovviamente un rinnovo per l’anno successivo). È sempre meglio verificare, documenti alla mano, online sui siti ufficiali degli Enti o fisicamente, presso delegazioni e agenzie. Discorso analogo per le assicurazioni, che possono mettere a credito del proprietario la porzione di polizza pagata ma non più fruibile, da un’auto andata in demolizione.
Si parla a volte di demolizione auto per esportazione. La sostanza e le regole sono analoghe a quanto detto sopra, similari anche i documenti, non definito invece il costo, variabile da nazione a nazione. Per chiedere la radiazione al PRA di un’auto italiana demolita all’estero, occorre documentare completamente la procedura (vettura demolita quindi, non solo venduta, all’estero). Perché il PRA cancelli dai registri nazionali l’auto demolita fuori dall’Italia, si devono presentare vari documenti: certificato di proprietà o foglio complementare, targhe, carta di circolazione ed eventuali denunce agli Enti in caso di furto o smarrimento. La richiesta si correda del certificato emesso in demolizione estera, con eventuale traduzione autenticata.
Un argomento correlato alla demolizione dell’auto in Italia, è quello dei cosiddetti incentivi alla rottamazione, ben noti ai meno giovani perché per anni supportati anche dallo Stato, in maniera cospicua, ma attualmente in disuso nella forma che tanto volume di demolizioni auto creò a suo tempo. Attualmente vigono solo alcune campagne promozionali delle Case auto, per incentivo alla propria vendita e minimi supporti istituzionali alla demolizione, con lo scopo di aggiornare il parco auto circolante con modelli a zero o basse emissioni. Tendenzialmente, in questi casi dove le campagne hanno durate e valori variabili, l’auto che va in demolizione viene lasciata al rivenditore che ne consegna una nuova e si occupa di tutto, facendosi carico di documenti e spese che, in parte assorbite dagli Enti o dalle Case auto, il cliente finale non vede direttamente poiché paga solo il prezzo della nuova vettura, scontato rispetto listino ma al lordo dell’attività e costo di demolizione dell’auto usata.