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Fermo amministrativo auto, un evento che non piace a nessun automobilista, ma esiste e si verifica quotidianamente in Italia, legato in genere a vari “intoppi” non solo del mezzo di trasporto in senso stretto, poiché riguarda vicende fiscali con Stato o Enti. Che si tratti di Equitalia, o altro Concessionario della riscossione da parte delle Amministrazioni Pubbliche, il fermo amministrativo dell’auto impedisce, dopo preavviso, la circolazione e persino la rottamazione della stessa. Vediamo come poter fare il controllo, la cancellazione ed eventualmente in quali casi si riesca a circolare, con l’auto in stato di fermo.
Il fermo amministrativo di un’auto è un atto usato per conto di amministrazioni ed enti pubblici, tramite i concessionari della riscossione, che blocca il veicolo del debitore (in quanto bene iscritto in pubblici registri, come appunto sono le auto) per riscuotere i crediti non pagati, in termini imposte o tributi vari (ad esempio IVA, IRPEF, Bollo auto, IMU, TOSAP oppure le classiche multe stradali). Nella sostanza qualora si manchi il pagamento di una cartella esattoriale, per importi (a oggi) superiori agli 800 euro, dopo una certa scadenza (tipicamente sessanta giorni) un concessionario come Equitalia può disporre il fermo amministrativo dell’auto intestata al debitore, iscrivendo un provvedimento nel PRA.
Ovviamente il fermo amministrativo dell’auto non piove dal cielo, in un istante, prima avviene la notifica della cartella esattoriale e dopo la scadenza, come detto tipica di sessanta giorni, senza che sia stato saldato il debito o in qualche modo si sia concordato un altro atto con l’ente riscossore, può avvenire l’iscrizione al PRA del fermo dell’auto; un evento messo in conto dalla norma e segnalato sulla documentazione. Il debitore viene informato con un preavviso di fermo amministrativo, che in funzione degli importi può accompagnarsi a dei solleciti, come quello a 120 giorni dopo il preavviso stesso. Il preavviso di fermo amministrativo (da Equitalia, o Agenzia delle Entrate) indica la natura del debito, il numero di cartella esattoriale, la prova di notifica e l’importo dovuto con relative annualità di competenza. Il ricevimento di questo preavviso è sempre necessario, per rendere valido il fermo amministrativo auto. Di norma ci sono poi trenta giorni di tempo per il pagamento della cartella esattoriale, a partire da questa data.
Purtroppo no, ovviamente, salvo incorrere in pesanti sanzioni, perché quando si ha l’auto con fermo amministrativo la stessa non è abilitata a circolare sulle strade, pur se nella sostanza resta nelle mani di chi la possiede normalmente, all’inizio del procedimento. Qualora si circoli con l’auto sottoposta a fermo, ci sono pesanti sanzioni applicabili, fino a oltre tremila euro, più la confisca del veicolo stesso.
Una casistica non rara è quella di un’auto sottoposta a fermo amministrativo che si vuole rottamare. Un veicolo in stato di fermo non può essere radiato dal PRA, ovvero non si può demolire e nemmeno esportare, anche pensando di venderlo (trapasso successivo alla data di emissione di fermo amministrativo).
Nella sostanza, come detto, l’auto sottoposta a fermo amministrativo non deve circolare, sebbene rimanga inizialmente in normale possesso dei proprietari (più di uno se auto cointestata, ma pur sempre sottoposta a fermo in caso di debito con la P.A.). Gli stessi ne dispongono come credono durante il fermo stesso e qualora si prospettino tempi lunghi, per definire la questione, è possibile considerare interventi sui pagamenti bollo e assicurazione, da sospendere. Le situazioni variano da caso a caso, anche di regione in regione (alcune accettano la richiesta di sospensione pagamento bollo, altre no) è però chiaro che l’assicurazione non coprirebbe eventuali danni inerenti un’auto in stato di fermo; sconsigliato quindi rischiare di trasgredire pesantemente più regole, oltre quella letterale del fermo per l’auto.
La vendita di auto con fermo amministrativo è possibile, ma non incide sulla sua situazione, ovvero finché non è definita la pratica in capo all’auto, pur se riguarda debiti di un proprietario precedente, la stessa rimane sottoposta alle restrizioni di cui sopra e persino al rischio di perdita della nuova proprietà, nei casi peggiori dove il concessionario di riscossione agisca come ultima misura alla vendita finale, per far fronte al debito originario non estinto. Conviene quindi sempre essere certi che l’auto usata in acquisto non sia sottoposta a fermi amministrativi, facendo un controllo.
Ovviamente è possibile controllare se un’auto sia in fermo amministrativo, anche se di norma non è gratuita la verifica della circostanza scritta negli atti. Occorre produrre la visura di fermo amministrativo presso il PRA, riferendosi alla targa e pagando la commissione attualmente inferiore ai 10 euro. Per verificare il fermo amministrativo auto, ci si può rivolgere ad ACI o agenzie autorizzate, piuttosto che procedere online con le stesse che permetto il servizio virtuale.
Di norma nel corso degli anni si è sempre associato il fermo amministrativo a Equitalia, ma il concessionario riscossore oggi può essere anche Agenzia delle Entrate Riscossione. In ogni caso, il procedimento per conto della P.A. creditrice è quello, che si avvia con preavviso e notifica del fermo amministrativo sull’auto. Sono trenta i giorni utili al debitore per sanare la posizione, dopo i quali avviene l’iscrizione vera e propria del fermo nel Registro.
Un fermo amministrativo dell’auto si può togliere? Sì, se illegittimo per cui contestabile (es. strumentale all’attività lavorativa) oppure per vizi nella forma e nella tempistica di notifica, piuttosto che se riferito a debiti in prescrizione (le durate variano secondo il tipo di imposta dovuta, in genere dai tre ai dieci anni rispetto alla notifica). Occorre sempre verificare ogni dettaglio, magari con un consulente, per capire se esista il diritto di opposizione con ricorso, o banalmente di uno sgravio presso l’ente creditore. In caso di pagamento dovuto e accertato, ma a rate come spesso possibile, il fermo dell’auto è sospeso già con il pagamento della prima rata, anche se la cancellazione effettiva del fermo amministrativo (Equitalia o Agenzia delle Entrate Riscossione) avviene con il pagamento integrale del debito da estinguere, interessi inclusi.
Se si pagano le somme dovute all’Ente, sanando la situazione debitoria per intero, il fermo amministrativo si cancella e con una tempistica di circa quaranta giorni (20 per il tempo di registrare l’avvenuto pagamento alla direzione centrale e altri 20 per il provvedimento effettivo) arriva al contribuente la revoca di fermo amministrativo auto. Non è del tutto finita però, perché occorre anche far cancellare il fermo amministrativo al PRA, con ulteriori oneri come documenti da presentare e costo di ri emissione del certificato di proprietà, in genere inferiore a 50 euro, variabile secondo i casi.