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Si chiama CUDE, sigla che identifica il Contrassegno Unificato Disabili Europeo: è il certificato che autorizza l'accesso nelle zone ZTL delle città e consente la sosta negli stalli riservati alle persone disabili; ma, soprattutto, è il lasciapassare che grazie alla banca dati unica per la mobilità delle persone con disabilità sul territorio nazionale, consente ad ogni titolare di un CUDE rilasciato da uno dei Comuni aderenti alla Banca di potersi spostarsi con l’auto in un altro Comune senza dover preventivamente richiedere l’autorizzazione per l’ingresso nelle aree a traffico limitato o per utilizzare i parcheggi per disabili.
Il contrassegno per l'auto (di formato rettangolare e colore azzurro chiaro, con il simbolo internazionale dell'accessibilità bianco della sedia a rotelle su fondo blu, che sostituisce il vecchio tagliando di colore arancione) viene rilasciato a tutti i cittadini con ridotta mobilità, ai disabili psichici e più in generale a quanti sono affetti da una patologia che preclude loro una autonoma e completa mobilità; è compito dell’Azienda Sanitaria Locale di appartenenza stabilire se tali condizioni sussistono.
Il Regolamento di Attuazione del Codice Stradale, inoltre, stabilisce che anche i cittadini che soffrono di invalidità motoria solo temporanea, a causa di un infortunio o di un trauma, possono richiedere una speciale autorizzazione e ottenere un contrassegno temporaneo, rilasciato anche a chi presenta una riduzione della capacità di deambulazione a causa di infortunio o per altre cause patologiche, con totale assenza di autonomia funzionale e necessità di assistenza continua, per recarsi in luoghi di cura; anche in questo caso, ovviamente, l’invalidità temporanea deve essere certificata dal medico.
L’autorizzazione, valida per cinque anni anche nel caso di disabilità permanente, può essere rinnovata dietro presentazione di un nuovo certificato medico che attesti il persistere delle condizioni di ridotta mobilità.
Il contrassegno, strettamente personale, è riconosciuto non solo in tutta Italia ma anche in tutti i paesi dell’Unione Europea; va usato solo se l’intestatario del contrassegno è a bordo della vettura, alla guida o accompagnato da terzi; in caso di decesso della persona titolare va riconsegnato agli uffici comunali, non potendo più essere utilizzato; nel caso di impiego fraudolento, sono previste severe sanzioni a carico dei trasgressori.
Istituita con decreto del Ministro delle Infrastrutture e delle Mobilità sostenibili il 5 luglio 2021, in attuazione della Legge 145/2018, la banca dati coordina la mobilità delle persone con disabilità su tutto il territorio nazionale: una soluzione davvero innovativa, che semplifica la mobilità tra i diversi Comuni per le persone disabili, resa possibile dalla Piattaforma unica nazionale informatica per le targhe associate al CUDE realizzata presso il CED Motorizzazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
La piattaforma, attivata in via sperimentale per alcuni Comuni da maggio 2022 con l'emissione dei codici univoci che identificano ciascun utente che ne abbia fatto richiesta, dopo una prima fase che ha registrato poche adesioni rendendola di fatto quasi inoperativa, è ora nella fase di implementazione, per l’utilizzo di tutti i Comuni italiani.
Per accedere alla piattaforma il cittadino richiedente deve presentare al Comune che ha emesso il contrassegno la richiesta di adesione, compilando il modulo previsto nel Decreto Ministeriale del 5 luglio 2021, indicando una targa "attiva" e una seconda facoltativa; poiché la piattaforma gestisce un'unica targa, in caso di utilizzo della facoltativa è necessario provvedere alla sua attivazione.
Il Comune, inseriti i dati nella piattaforma, consegna al richiedente il Codice Univoco alfanumerico da utilizzare per accedere alla piattaforma stessa, dal portale dell'automobilista e dall'app iPatente.
Questi gli step e gli attori coinvolti nel processo:
il Comune rilascia il CUDE, inserisce i dati sulla piattaforma dietro richiesta di adesione del titolare del contrassegno e gli consegna il codice univoco per accedere alla piattaforma, oltre a gestire il rinnovo, la sospensione e la revoca sulla piattaforma;
la piattaforma acquisisce dai Comuni la data di rilascio e di scadenza e la targa associata al contrassegno;
il titolare del contrassegno riceve, dal Comune (o ente da esso delegato) che ha emesso il contrassegno, il codice univoco per accedere alla piattaforma e gestire le targhe, diventando responsabile della sua conservazione ed utilizzo;
gli organi di Polizia Stradale effettuano le verifiche sulle targhe durante le operazioni ordinarie di controllo in strada, come la verifica sull'occupazione degli stalli e la verifica degli accessi in ZTL.
In contemporanea con l'adesione alla piattaforma, diversi Comuni hanno provveduto alla revisione del Regolamento riguardante le norme di rilascio e le prescrizioni d'uso riservate al CUDE: un'operazione intesa anche come revisione e controllo sulle tante licenze emesse in passato e sulle quali non si è mai vigilato per evitare abusi, comportamenti non conformi ed irregolarità.
Se si considera che nella sola Roma risultano attivi oltre settantamila permessi per persone disabili, quindi con molto più di centomila targhe associate, ben si comprende quanto imponente sia il problema...