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Gli incendi delle auto elettriche, per fortuna, sono molto più rari di quelli che coinvolgono benzina e gasolio, ma è altrettanto vero che le tecniche di spegnimento sono diverse e più complesse. In linea di massima occorre acqua, tanta acqua, cosa che i vigili del fuoco non hanno a disposizione in quantità infinita. Poi, anche quando un incendio sembra domato, può ripresentarsi dopo alcune ore. Dato che i modelli a batterie si diffondono in numero crescente, anche i meccanismi per sopprimere questo tipo di incendi si evolvono e una delle tecniche in uso, per esempio per veicoli che hanno subito un incidente e si sospetta possano incendiarsi è quella della "quarantena", che era stata prescritta anche lo scorso anno in occasione delle alluvioni in Emilia Romagna per le elettriche "allagate": vanno messe a distanza di sicurezza da altri veicoli o edifici e lasciate in osservazione da 5 a 15 giorni.
Per svolgere questa operazione in modo più controllato è stato sviluppato un sistema di contenimento (nel video si vede bene come funziona) che sorveglia automaticamente l'auto per 24 ore al giorno e nel giro di pochi minuti, in presenza di fumo o fiamme, è in grado di dare l'allarme e di azionare i sistemi di spegnimento. Lo ha messo a punto Emi Controls di Bolzano in collaborazione con Porsche Italia e impiega acqua nebulizzata che ha un effetto di raffreddamento più efficace rispetto ai getti d'acqua normali e richiede minori quantitativi. Il fatto di irrorare l'acqua dentro un apposito container, poi, limita la quantità e la dispersione nell'ambiente. Il container ha un sistema di allagamento per creare una vera e propria "piscina" alta fino a 1 metro attorno alla batteria, favorendo lo spegnimento.