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Oramai nessuno lo nota più visto che è diventato obbligatorio sulle auto nuove dal 2014, ma il sistema ESP celebra in questi giorni il suo trentesimo anno di vita: ha fatto il suo debutto su un'auto di serie con Mercedes nel febbraio 1995 sulla terza generazione della Sonderklasse coupé (Serie W140) in collaborazione con Bosch e gli ha dato proprio il nome di Electronic Stability Program. Era stato reso possibile dal controllo elettronico di una serie di parametri che, correlati insieme, mettono in condizioni l'auto di rispondere da sola ad un principio di sbandata, che si tratti di sotto o sovrasterzo. Divenne poi ancora più famoso nel 1998 per il suo "retrofitting" su tutte le Mercedes Classe A dopo l'insuccesso durante l'oramai famoso test dell'alce. Siccome la sigla ESP è stata depositata da Bosch, alcuni costruttori lo chiamano ESC (Electronic Stability Control).
L'ESP si basa su una serie di sensori e centraline elettroniche che lavorano in sinergia per monitorare il comportamento del veicolo. I componenti principali includono:
Sensori di velocità delle ruote: Posizionati su ciascuna ruota, rilevano la velocità di rotazione per individuare eventuali perdite di aderenza.
Sensore di imbardata: Misura il movimento del veicolo attorno all'asse verticale, utile per rilevare situazioni di sovrasterzo o sottosterzo.
Sensore angolo di sterzata: Determina l'intenzione del guidatore analizzando l'angolo di rotazione del volante.
Sensori di accelerazione laterale: Rilevano la forza centrifuga che agisce sul veicolo durante le curve.
Centralina elettronica: Il "cervello" del sistema, che raccoglie i dati dai sensori, li elabora in tempo reale e decide se intervenire.
Attuatori del sistema frenante: Sono collegati al sistema ABS e intervengono frenando selettivamente una o più ruote per stabilizzare il veicolo.
Il principio alla base del sistema ESP è semplice: mantenere il veicolo stabile e nella traiettoria desiderata dal guidatore, anche in condizioni critiche. Il funzionamento si può riassumere in tre fasi:
Monitoraggio continuo: I sensori rilevano costantemente dati sulla velocità delle ruote, l'angolo di sterzata, l'imbardata e l'accelerazione laterale. La centralina confronta questi dati per verificare se il veicolo si sta comportando in linea con le intenzioni del guidatore.
Rilevamento delle anomalie: Se il sistema rileva che il veicolo sta perdendo aderenza – ad esempio, in caso di sovrasterzo (la coda tende a "scappare") o sottosterzo (il veicolo tende ad allargare la curva col muso) – interviene per correggere la traiettoria.
Intervento correttivo: L'ESP agisce frenando selettivamente una o più ruote e, se necessario, riducendo la potenza del motore. Ad esempio, in caso di sovrasterzo, il sistema potrebbe frenare la ruota anteriore esterna alla curva per ridurre l'imbardata e riportare il veicolo sotto controllo.
Con il passare degli anni, il sistema ESP è stato ulteriormente perfezionato e implementato su una vasta gamma di veicoli. Oggi, non è solo un simbolo di sicurezza, ma anche un esempio di come la tecnologia possa rendere la guida più sicura per tutti. Con l'avvento delle auto a guida autonoma e dei sistemi avanzati di assistenza alla guida, l'ESP continua a evolversi. Nuove funzionalità, come il controllo della stabilità integrato con i sistemi di guida autonoma, rendono l'ESP un elemento chiave per garantire la sicurezza sulle strade del futuro. Logicamente l'ESP è in grado di intervenire su un veicolo che sbanda "sostituendosi" al guidatore, perché ha in genere i riflessi più rapidi, ma sempre entro le leggi della fisica: se una curva o una manovra di emergenza sono fatti così rapidamente da superare il limite di aderenza delle gomme con il suolo, la sbandata può essere mitigata ma non evitata del tutto.
Alcuni modelli hanno un tasto per disattivare questa funzione di sicurezza, una cosa che sembra illogica, ma in alcune particolari situazioni può essere necessario. In effetti il sistema ESP è costituito da due elementi, uno è il sistema di controllo della stabilità, riferito all'assetto verticale dell'auto, l'altro è il controllo della trazione (traction control o TC). Questo secondo elemento impedisce alle ruote di spinnare o slittare liberamente, ma in alcune situazioni di fondo molto scivoloso come neve o fango la tecnica dello slittamento può servire - a bassa velocità - per guadagnare terreno. In questo caso disabilitare temporaneamente il TC può essere utile per superare il tratto difficile. Il disinserimento del TC viene segnalato da una spia sul cruscotto. In gene alla riaccensione del motore il Traction control si reinserisce da solo per sicurezza.