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Molti automobilisti conoscono l’ESP per quella spia e quel tasto, presenti in molte vetture. Con questo acronimo, si intende il Controllo Elettronico della Stabilità.
Non è un oggetto, un elemento singolo, un “pezzo” tanto per essere chiari che si trova nell’auto ma un sistema. Potremmo sinteticamente elencare gli elementi del sistema parlando di sensori e attuatori, con centralina a gestire. Più semplicemente potremmo dire che l’ESP è una evoluzione dell’ABS (controllo frenata per evitare il bloccaggio) per come si è diffuso nel tempo, andando a “lavorare” sulle ruote evitando le sbandate e rollio.
La ecu dell’ESP è spesso integrata con quella ABS, o meglio: gli ABS nel tempo hanno acquisito anche la funzione ESP. Il modulo di controllo, che legge le rotazioni ruota e le condizioni guida (pedali, ma anche sterzo e via dicendo) interviene limitando la spinta del motore e soprattutto con la forza frenante, per generare dei vettori che limitano la possibile imbardata e sbandata dell’auto.
L’ESP in pratica agisce “sopra” l’ABS anche a pedale freno inattivo, per contrastare il movimento pericoloso della massa di vettura e, possibilmente, mantenere in asse l’auto.
La spia di segnalazione ESP, di norma gialla, può accendersi pochi istanti per check, all’avvio auto. Poi se compare rivela un problema, rilevato dalla centralina. Avere la spia ESP accesa o lampeggiante, con un guasto al sistema, diminuisce la sicurezza della guida. Può essere del tutto assente il controllo ed è quindi necessario rivolgersi ad un autoriparatore.
Vero è che la spia ESP può anche accendersi per una sua disattivazione, quando permessa da un tasto dedicato. Avvisa che il sistema è inattivo, visto che impatta sul comportamento e la sicurezza dell'auto.
Quando è meglio non avere l’ESP? Solo in casi di guida lenta su fondi difficili a rischio di forte slittamento, come le salite su neve e ghiaccio, ma anche dove si montino catene o su fango. Visto che il sistema potrebbe limitare la trazione senza volerlo, per via di letture segnali estremi.