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A volte i sogni si avverano. Lo scorso fine settimana io ed il mio caro amico Christian abbiamo avuto l’onore ed il privilegio di visitare la Factory della Williams immersa nella campagna inglese a Grove, nell’Oxfordshire, in occasione dell’annuale Williams Staff Open Day. Appena abbiamo varcato i cancelli non abbiamo potuto fare a meno di notare i truck della squadra nell’elegante livrea Williams Martini Racing. Sono i mezzi che trasportano le monoposto verso le piste europee del Campionato Mondiale di Formula 1.
I sogni si avverano
Dopo aver scattato la foto di rito ci siamo ritrovati nella Hall dove abbiamo trovato subito una gradita sorpresa. Davanti ai nostri occhi c'è la Williams Renault FW 15C con la quale Damon Hill vinse il suo primo GP in Ungheria nel 1993, con le sue sospensioni attive, una aerodinamica sinuosa ed efficientissima in combinazione al cambio CVT ed insieme a innumerevoli sistemi elettronici. Questa monoposto all’avanguardia permise ad Alain Prost di vincere il suo quarto titolo mondiale e rappresenta ancora oggi l’apice dello sviluppo tecnologico applicato ad una vettura di Formula uno nella storia dei Gran Premi.
Per il mio amico Christian, che ha dieci anni meno di me, l’emozione è fortissima perché i suoi primi ricordi di appassionato sono legati proprio a questa particolare livrea bianca, gialla e blu che ha caratterizzato la Williams dal 1985 al 1993. Ma anche per me l’emozione è grandissima in quanto questi stessi colori accompagnarono le stagioni in Williams di Nelson Piquet, che insieme a Damon Hill è stato il mio pilota preferito. La tentazione è quella di andare subito nell’edificio attiguo che ospita la collezione delle monoposto storiche, la divisione Heritage del team Williams, a cercare subito la FW11B che permise a Nelson di conquistare il suo terzo alloro mondiale nel 1987 ma ci aspetta la visita al reparto corse, dove avremo la possibilità ammirare come si creano, costruiscono e si sviluppano le vetture di Formula 1.
La visita al reparto corse
Ovviamente nel reparto corse non ci è consentito scattare fotografie. Però abbiamo potuto osservare attentamente da vicino tutte le fasi di costruzione e lavorazione che portano alla realizzazione di una vettura sofisticata come l’attuale Williams FW37 spinta dalla potentissima Power Unit Mercedes-Benz. Abbiamo ammirato le autoclavi necessarie alla realizzazione delle scocche e di tutti i componenti in fibra di carbonio, abbiamo osservato e toccato con mano singoli componenti come pinze dei freni, attuatori del cambio, parti di carrozzeria, ingranaggi del cambio e ogni particolare meccanico, aerodinamico e strutturale di una monoposto da Gran Premio. Ci è stato possibile prendere visione dell’enorme sviluppo avvenuto in termini di efficienza e riduzione del peso raffrontando le componenti attuali con quelle di vetture del passato qui esposte ed ancor più ammirate come cimeli.
La visita al reparto corse ci ha permesso di ammirare le attrezzature sofisticate di cui dispone la Factory , sistemi di costruzione automatizzati dove l’elevato sviluppo elettronico in materia di progettazione e realizzazione si uniscono ad una sempre presente abilità meccanica precisa e artigianale di personale altamente specializzato e qualificato. Il tempo di un coffee break e nella Hall arrivano i piloti ufficiali del Team Williams Martini Racing. Felipe Massa e Valtteri Bottas sono accompagnati dal collaudatore Alex Lynn e sono a disposizione di tutti i presenti per fotografie e autografi. Si forma subito una lunga e ordinata coda e a noi si pone subito un amletico dubbio: restare qui ad aspettare ordinatamente in fila togliendo tempo prezioso alla visita della collezione di auto storiche oppure recarci subito al Williams Conference Centre ad ammirare i gioielli di casa? Ci abbiamo pensato almeno una decina minuti e, senza nulla togliere ai nostri piloti abbiamo deciso di optare per la storia della Williams.
E poi vediamo la FW16 di Ayrton Senna. qui io e Christian ci fermiamo in silenzio per alcuni minuti ed è la prima vettura che desideriamo sentire al tatto e non solo con gli occhi
Le Williams che hanno fatto la storia
L’ingresso della struttura è già uno spettacolo, troviamo subito la Williams Mercedes FW36 del 2014 e sopra di essa, appesa al soffitto c’è la Williams FW19 con cui Jacques Villeneuve ha vinto il mondiale nel 1997. Un amico mi ha chiesto quale monoposto mi avesse colpito di più. E' difficile rispondere a questa domanda perché appena si entra qui non si sa più da che parte guardare, ogni angolo è una emozione speciale, un ricordo legato a tanti GP visti alla televisione. E così vedo la prima Williams, la FW06 di Alan Jones, ma subito dopo vado a cercare con lo sguardo dove sia esposta la FW11 con motore V6 Honda Turbo di Nelson Piquet. Mi dirigo affascinato e impaziente verso di lei ma l'occhio cade prima sulla sei ruote che non ha mai corso e sulle favolose FW07 Cosworth bianche e verdi, tra queste quella della prima vittoria del 1979 con Clay Regazzoni.
In lontananza nella grande sala si intravvedono già sullo sfondo le splendide vetture con livrea Rothmans, tra queste spicca la FW18 di Damon Hill campione del mondo nel 1996 e andando in quella direzione brilla di luce propria il mitico "red five" di Nigel Mansell sul musetto della FW14B campione nel 1992. E poi vediamo la FW16 di Ayrton Senna. qui io e Christian ci fermiamo in silenzio per alcuni minuti ed è la prima vettura che desideriamo sentire al tatto e non solo con gli occhi. Per risvegliarci da questo momento mistico basta indirizzare lo sguardo verso quelle due Williams stranamente rosse per volere dello sponsor Winfield. Proseguiamo con lo stupore affascinato di un bambino per ogni singola Williams. Le monoposto del periodo di collaborazione con la BMW sono molto eleganti e tecnologicamente affascinati come del resto quelle successive motorizzate Toyota, Cosworth e poi nuovamente Renault come la FW34 dell’ultima vittoria ottenuta dal team al GP di Spagna del 2012 da Pastor Maldonado.
Adesso però devo rispondere alla domanda. La Williams che mi ha colpito di più è la FW32 Cosworth, del 2010. Lunghissima ed imponente all’interno della sala cerca di dominare la scena come una prima donna in abito da sera ad una serata di gala. E' caratterizzata dalla sua pinna dorsale sopra il cofano motore dove si nasconde il condotto F-DUCT che congiunge l’airscope allo spoiler posteriore. Il tutto in una splendida livrea colore Royal Blue con striature bianche. Veramente bella da vedere dal vivo, come la ricordavo a Monza, quando la vidi girare in pista. Con questa vettura Nicolas Hülkenberg ha conquistato la pole position nel Gran Premio del Brasile. Rimane difficile riassumere tutto quello che abbiamo visto e le emozioni che abbiamo provato, ci sarebbe molto altro da raccontare avendo visto mille altre cose tra cui anche la sala del sofisticato simulatore di guida e poi la collezione di caschi dei piloti ed i trofei da loro conquistati al volante delle Williams dal 1979 ad oggi.
Il momento più bello è stato quando ci siamo intrattenuti a parlare con Dickie Stanford, storico Race Team Manager del Team Williams
Il cuore e la passione
Il momento più bello è stato quando ci siamo intrattenuti a parlare con Dickie Stanford, storico Race Team Manager del Team Williams che iniziò nel 1985 come meccanico addetto alla monoposto di Nigel Mansell. Attualmente è a capo della divisione Heritage ed il suo compito è quello di dirigere il reparto conservazione e manutenzione di tutte le monoposto storiche del team, che sono oltre 200.
Ecco ci sarebbe voluta la classica ciliegina sulla torta. Sarebbe stato fantastico incontrare o vedere anche solo di sfuggita Sir Frank Williams e sua figlia Claire. Mai dire mai, del resto ho avuto l'occasione di toccare con mano che a volte i sogni si avverano e forse un giorno potrei incontrarli per davvero.
Paolo Ciccarone, con il quale avevo condiviso una simile esperienza alla McLaren grazie ad un concorso indetto dal settimanale Rombo nel 1995, mi ha chiesto un bel pezzo su questa nostra visita emozionante. Definirlo “un bel pezzo” mi sembra troppo ambizioso per me che sono un semplice appassionato. Piuttosto mi piace considerarlo il “Racconto di una giornata speciale alla Williams” che io e Christian abbiamo potuto vivere con grande passione ed emozione. Mi viene in mente il titolo di un film, "Va dove ti porta il cuore". Ebbene il nostro cuore di appassionati di motorsport ci ha portati alla Williams ed è proprio grazie al buon cuore di uno dei tecnici del Team che abbiamo avuto questa possibilità.
Emanuele Lanati