Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Spa-Francorchamps - C’è un sogno nel cassetto della Ferrari ed è lo stesso sogno racchiuso nel cassetto di Fernando Alonso e milioni di tifosi: quello del titolo mondiale. Ma basta vedere l’arrivo del GP del Belgio, con la quinta vittoria di Sebastian Vettel, per capire che forse quel sogno così bello è quasi impossibile. E si usa il quasi per carità di patria, visto che fino a quando la matematica non dirà che è finita, è lecito sperare.
Alonso lotta come un leone, ma la classifica è impietosa
Il secondo posto di Alonso, scattato dalla nona posizione, è stato costruito con la testardaggine del campione che ha attaccato fin dalla prima curva: quattro posizioni guadagnate in staccata alla Source, poi uno alla volta i sorpassi a Webber, Rosberg, Button e capolavoro su Hamilton. Poi, fine dei sogni e delle speranze. Col ritmo imposto da Vettel si poteva sperare solo nell’errore del tedesco o nel cedimento meccanico della sua Red Bull, ma alla fine non è accaduto nulla. E la classifica è impietosa: 197 punti Vettel, 151 Alonso, 46 di distacco a otto gare dalla fine.
Deprimente? «Se dovessi deprimermi – dice Stefano Domenicali, responsabile della GES Ferrari – cambierei mestiere. Dovevamo dare un segnale di inversione di tendenza dopo un mese di luglio difficile e sotto le aspettative. Certo non abbiamo guadagnato punti su Vettel, ma era importante lottare per il podio, capire se la macchina era migliorata o meno» e quindi ora cosa accadrà? «Semplicemente una cosa – continua Domenicali – dobbiamo migliorare la macchina se vogliamo sperare di lottare per il mondiale. Avremo novità a Monza e a Singapore, dovremo recuperare punti e prendere tutte le occasioni che dovessero presentarsi. Se dovesse capitare qualcosa e noi non fossimo lì pronti ad approfittare, allora mi verrebbe davvero la depressione per aver sprecato l’occasione, ma non dovrà accadere».
Alonso: «Se fossi partito in pole sarei arrivato comunque secondo»
L’impressione che la Ferrari avesse sprecato l’occasione delle qualifiche in Belgio era molto forte, Alonso nono e Massa decimo, con Vettel là davanti, facevano pensare già a una gara compromessa. Se Fernando fosse partito più avanti, sarebbe cambiato qualcosa? Lo spiega il pilota spagnolo: «No, anche se fossi scattato in pole position sarei arrivato sempre secondo, contro questa Red Bull non ce ne era, ho fatto tutto il possibile, ho tirato al massimo, ma avevamo sempre quei tre o quattro decimi al giro di distacco che ci impedivano di farci sotto».
“Ora ci tocca Monza e Singapore, la nostra macchina è cresciuta, dovremo raccogliere il massimo in queste due gare, quando avremo altri sviluppi e altre modifiche”
«Partire più avanti sarebbe servito ad evitare traffico, a limitare la possibilità di incidenti, ma devo dire che ho risolto subito il problema e da quarto o quinto ho capito subito che potevo puntare al podio, è quello che è successo. Ora ci tocca Monza e Singapore, la nostra macchina è cresciuta, dovremo raccogliere il massimo in queste due gare, quando avremo altri sviluppi e altre modifiche».
Per la Red Bull invece, il sogno è bello e possibile...
Come dire che, per ora, di bello e impossibile c’è solo quella Red Bull che dopo appena una curva ha preso il comando su Hamilton e poi, col braccio fuori dal finestrino (simbolico) ha condotto a termine la gara, consentendo a Vettel di vincere la quinta corsa della stagione. Per lui il sogno del quarto titolo mondiale oltre che bello è anche possibile.