Vettel: «Non possiamo essere contenti». Hamilton: «Migliori giri al momento giusto»

Vettel: «Non possiamo essere contenti». Hamilton: «Migliori giri al momento giusto»
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Sebatian Vettel e Lewis Hamilton sono gli opposti di queste qualifiche del GP del Belgio di F1. Il tedesco si è classificato in nona posizione, mentre l'inglese ha artigliato la pole position
22 agosto 2015

Sebastian Vettel e Lewis Hamilton sono le due facce di queste qualifiche del Gran Premio di Belgio di Formula 1. Il tedesco, dopo una buona giornata di prove libere al venerdì ed un sabato mattina incoraggiante, ha dovuto tirare i remi in barca durante le qualifiche, dovendosi accontentare del nono posto sulla griglia di partenza.

 

«Non penso che questo sia stato un ‘sabato nero’. Se guardiamo ai risultati non possiamo essere contenti perché abbiamo perso una macchina in qualifica e io non sono riuscito a ottenere un gran piazzamento in griglia. Però è molto semplice, in Q2 eravamo terzi e basta guardare i rilevamenti cronometrici per capire come la lotta sia stata molto serrata. In Q3 avevo lo stesso passo e non sono riuscito a migliorare come hanno fatto gli altri. Ecco perché non siamo davanti.»

 

«Non siamo contenti, ma credo che domani avremo un passo decente per cambiare le cose. Senz’altro Force India e Lotus sono delle grandi sorprese rispetto alle ultime gare ma, come ho detto, la lotta era molto serrata e penso che chiunque in questo gruppo avrebbe potuto chiudere dal terzo all’ottavo posto. Noi siamo arrivati noni, ma solo perché non ho fatto il giro perfetto quando contava realmente farlo.»

 

Entusiasta, invece, Lewis Hamilton, il quale artiglia di forza e classe la pole position. «Quando la macchina ha il bilanciamento a posto guidare a Spa è fantastico, il team ha fatto un lavoro straordinario e sono riuscito a tirare fuori i due migliori giri del weekend al momento giusto“.

 

La differenza vera, il leader del mondiale l'ha fatta nel secondo settore. «Nelle edizioni passate, tra Stavelot e Les Combes soffrivo, era il mio punto debole. Conoscevo la traiettorie, ma non riuscivo a collegare le curve in maniera adeguata. Oggi invece ho fatto la differenza proprio lì e sono contento.»

 

 

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