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Il pilota della Red Bull, Sebastian Vettel, ha parlato in diretta su Sky Sport F1 HD al termine delle qualifiche del GP di Corea.
Hamilton sta spingendo molto…
«Sì, e sono certo che spingerà anche domani. Sono molto contento di oggi, credo che abbiamo fatto un ottimo giro perché abbiamo un’ottima macchina sin da ieri. Siamo riusciti a migliorarla, altrimenti credo che ci sarebbe stato lui in Pole».
È la tua 42esima pole. Hai davanti solo Senna e Schumacher, qual è la tua sensazione?
«No, non ne parliamo, credo che tutti questi numeri dobbiate ricordarli voi, io ho il conto. Ma è piuttosto pazzesco, io amo la F1 e la storia della F1, quindi ho un po’ F1 numeri e piloti nella mia testa».
Tu diresti di essere uno dei migliori piloti della F1, magari tra i primi tre?
«Ci sono diverse ere in F1, quindi non necessariamente correre negli anni 50 significa la stessa cosa che correre negli anni 90 o oggi. Le macchine sono cambiate molto, lo sport è cambiato molto, anche le esigenze sono cambiate. Sono contento della mia attuale posizione, della macchina, del periodo e dell’era in cui le macchine sono fenomenali in curva, mentre nei rettilinei la velocità è la stessa di 20 o 30 anni fa. È molto impegnativo, c’è molto lavoro che la gente non vede, ma noi stiamo spingendo molto duramente per restare in vetta».
Come ti senti all’idea di aver conquistato già 42 pole a 26 anni?
«Sono un po’ spaventato, è un numero importante. È davvero pazzesco, gli ultimi anni sono stati davvero positivi per noi, per tutto il team e per me. È un numero incredibile, un paio di anni fa non era soltanto fuori portata, non potevamo neanche sognare questo tipo di cose».
Ti rendi conto di che grande pilota sei?
«No, credo che sia meglio non pensare troppo a queste cose e, specialmente, credo che sia positivo non pensare troppo a sé stessi. Amo il mio lavoro, amo quello che sto facendo, amo questa macchina e mi godo il momento».
A Singapore avevi un margine di 2 secondi in alcuni dei tuoi giri. Abbiamo sentito il suono del motore molto diverso rispetto agli altri. Qual è il segreto, cosa avete inventato?
«Niente, ma sembra che alcuni pensino che ci sia qualcosa di più nelle macchine rispetto a quello che c’è in realtà, ma se vogliono crederlo a me sta bene. Se è così che si spiegano certe cose… il nostro motore magari non ha lo stesso suono di quello della Ferrari, ma è un motore Renault. A volte è buffo che queste cose vengano ripetute di continuo, ma che non facciamo nulla di diverso rispetto agli altri».
“Sembra che alcuni pensino che ci sia qualcosa di più nelle macchine rispetto a quello che c’è in realtà, ma se vogliono crederlo a me sta bene. Se è così che si spiegano certe cose… A volte è buffo che queste cose vengano ripetute di continuo, ma che non facciamo nulla di diverso rispetto agli altri”
Ci sono stati dei fischi a Monza e a Singapore. Come affronti questa situazione?
«Credo che non dovremmo prenderli troppo sul serio, non è che tutti abbiano contestato. Noi stiamo facendo un ottimo lavoro e i fan della Ferrari non sono molto contenti al riguardo, specialmente a Monza, ma questa è la vita. Le Ferrari sono molto costose e magari i loro fan hanno molti soldi e possono andare anche a vedere le corse lontane come a Singapore. Spero di rivederli anche domani, se dovessimo fare una bella gara. Ma credo che non dobbiamo prendere la questione troppo seriamente.
Come ti fa sentire il contatto con i tuoi fan?
«Devo dire che i nostri fan sono aumentati negli ultimi anni, la Red Bull è un team più giovane, ma è bello vedere sempre più persone che indossano i cappellini e ci sostengono».
Tra due scenari, arrivare secondo e essere applaudito o vincere ed essere contestato, quale preferisci?
«Io preferisco vincere perché ci sono anche tante persone che fanno il tifo, non è che tutti contestino. Direi senz’altro la vittoria».
È una gara piuttosto diversa questa, come pilota senti la differenza o sei talmente concentrato che non la percepisci?
«No, la senti, Singapore credo che sia la gara più dura della stagione. Mi piace molto, quindi sono stato molto fiero quando ho attraversato la linea del traguardo come vincitore della gara. Qui senz’altro c’è un po’ meno attenzione, non è il GP più frenetico dell’anno e sarebbe un peccato non tornare più. D’altro canto penso che ci siano altri Gran Premi con più persone maggiormente interessate alla F1».