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Come si dice in questi casi, fra i due litiganti… Nella diatriba fra Monza e Imola per la disputa del GP d’Italia di F.1, è spuntato un terzo soggetto. Si tratta della FM Communication che a Montecarlo ha presentato a Bernie Ecclestone un progetto per la disputa di un Gran Premio di F.1 a Bari a partire dal 2020!
Il presidente, Fabio Montecalvo, ha portato un progetto che prevede l’utilizzo delle strade che circondano la zona della Fiera del Levante, ricalcando il vecchio percorso che dal 1947 al '56 ha ospitato il GP di Bari. In quel periodo si correvano diverse gare in città, dal GP di Pescara, a quello di Posillipo, a Caserta e Siracusa, era il periodo d’oro delle corse su strada poi cancellate per motivi di sicurezza dopo il grave incidente di Caserta dove perse la vita anche il campionissimo Geky Russo.
L’idea di portare la F.1 a Bari rientra nell’ambito del progetto Beatochimipuglia, ovvero la Puglia Glamour con i suoi insediamenti turistici, alimentare e storico turistico. Montecalvo è presidente di una società che ha sedi a Londra, New York e Dubai e pare che i capitali per la corsa arrivino proprio da quelle zone. Il progetto prevede anche tribune galleggianti, aree ospitalità VIP e altro ancora, al punto da rendere Bari attrattiva come e più di Montecarlo.
E se la dicitura GP d’Italia è appannaggio di ACI, col presidente Angelo Sticchi Damiani in trattativa per il rinnovo monzese, è anche vero che essendo il presidente salentino difficilmente agirebbe contro una iniziativa della sua Puglia nativa. Piuttosto, da qualche anno è fermo un GP del Mediterraneo che avrebbe dovuto essere disputato a Valencia o a Tel Aviv prima che la cosa finisse nel nulla. Quindi il nome, se non è GP d’Italia, è trovato.
Le perplessità non mancano sul progetto. A parte i costi e le difficoltà burocratiche da superare, ci sono quelle politico logistiche, perché un evento del genere non può avvenire senza il beneplacito della politica
Le perplessità non mancano sul progetto. A parte i costi e le difficoltà burocratiche da superare, ci sono quelle politico logistiche, perché un evento del genere non può avvenire senza il beneplacito della politica. Fra permessi, delibere, licenze e altro l’Italia non è il paese ideale per certi progetti. Per i costi si tocca un argomento delicato. Infatti servirebbero da 100 a 150 milioni di euro per la costruzione e messa in sicurezza dell’impianto, ai quali bisogna aggiungere i soldi da dare ad Ecclestone per la gara, e siamo sui 40 milioni di euro all’anno con un contratto minimo di 5 anni, altrimenti Bernie non sposta nemmeno il progetto dal tavolo.
Le perplessità continuano anche sulla cordata capace di spendere tutti questi soldi e sui possibili ritorni, infatti se ad Abu Dhabi e Bahrain ci mettono 45 milioni a GP, è anche vero che la regione offre interessanti prospettive, ma spendere 200 milioni all’anno per cinque anni a Bari quali ritorni può dare visto che a livello fiscale non è zona franca e che le industrie locali non hanno attrattive superiori a quelle già in atto?
Ovvero, manca la ragione per spendere tutti questi soldi per promuovere la zona. Di sicuro Bari ha il potenziale per ospitare clientela VIP, località dove mangiare e alloggiare all’altezza e l’aeroporto è un punto da cui si raggiunge facilmente tutto il mondo e visto che la F.1 si muove spesso con voli privati (da Montreal a Baku hanno già noleggiato un Jumbo per il personale e 5 Jumbo per i materiali che devono arrivare entro martedì mattina in pista) quindi non ci sarebbero problemi.
«Sono stupito e sorpreso da una cosa del genere – dice Tonio Liuzzi, il pilota di Locorotondo che ha corso in F.1 con Red Bull, Force India, Toro Rosso e HRT –. Certo una gara nella mia terra sarebbe stupenda, da sentirsi orgogliosi, ma qualcosa non mi torna…».
Infatti di progetti e iniziative varie il mondo della F.1 ne è pieno e spesso si usano idee del genere per altri fini, anche solo per promuovere la propria immagine tanto per avere quei cinque minuti di notorietà. Quello che è certo è che al momento un progetto è stato presentato (lo furono anche quello del GP a Roma Eur e sappiamo come è finita), conosciamo chi l’ha presentato e la zona in cui si dovrebbe correre nel 2020. Che poi si faccia e che tutto fili liscio, questo è un altro discorso. I punti oscuri da chiarire sono tanti, ma al momento ci piace sognare che sia possibile.