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Quando era in F.1 Jarno Trulli era considerato il più veloce pilota di sempre nel giro di qualifica, meglio ancora di Senna. Ma non lo diceva la stampa, che per ogni epoca trova un campione, lo hanno detto gli stessi piloti della F.1. Segno quindi che Jarno ha lasciato il segno e proprio perché persona intelligente e dotato di acume, alla vigilia del GP del Giappone ha fatto una analisi che lascia senza appello: Sebastian Vettel non lo batte manco la noia. Ovvero quando vincere troppo fa male. Agli altri ma anche all’ambiente che si frequenta.
Jarno Trulli, ex pilota Toyota F.1 e che in Giappone è di casa con un nutrito fans club ancora attivo non ha dubbi sul futuro. «Vettel vincerà dieci titoli mondiali. Semplicemente per una serie di motivi logici – dice il pilota abruzzese, in tour per presentare i suoi vini doc Podere Castorani – se guardate lo schieramento di partenza e pensate all’età di Alonso e Raikkonen vedete subito che, per il futuro, di rivali veri Vettel ne ha solo uno: Hamilton. E non ha la miglior macchina del mondiale. Alonso e Raikkonen sono destinati a fermarsi, è una questione anagrafica, Vettel no, è giovane e ha la miglior squadra e quindi oltre a battere il record di Schumacher potrebbe vincere anche dieci titoli mondiali».
«Dietro non ci sono piloti o campioni con talento e grandi numeri, guardiamo le altre scuderie, ce ne sono di bravi, dotati ma non al livello eccelso di Raikkonen, Alonso Hamilton e Vettel, questi hanno qualcosa che li distingue e se guardo alle categorie minori, vedo una GP2 col livello più basso degli ultimi anni e in GP3 non siamo messi meglio, quindi il futuro di Vettel, appena Alonso e Raikkonen se ne andranno, sarà ancora più roseo, deve solo stare attento a non sbagliare a lasciare la squadra competitiva per buttarsi in avventure poco chiare».
«Se ce la fa entra nella storia, chi segue la F.1 probabilmente cambierà sport perché uno così non lo batti facilmente. Va forte, sbaglia poco e anche quando ha la macchina inferiore, non lo capisci mai. Un fenomeno davvero e spiace sentire le critiche al suo modo di fare. E’ un ragazzo semplice, non ha grilli per la testa, lavora molto e si impegna tanto, se sta antipatico è solo perché non guida una Ferrari. Schumacher era molto peggio ma i tifosi lo adoravano solo perché vinceva con la Rossa».
“Toyota è stata la prima a credere nei motori ibridi, hanno la tecnologia per farlo benissimo e sarebbe bello se tornassero in F.1 ora che c’è un regolamento tecnico adeguato”
Dal prossimo anno cambiano i regolamenti, la Honda ha deciso di tornare, pensi possa farlo la Toyota visto che sei testimonial per l’Italia del marchio Lexus?
«Toyota è stata la prima a credere nei motori ibridi, hanno la tecnologia per farlo benissimo e sarebbe bello se tornassero in F.1 ora che c’è un regolamento tecnico adeguato. Ma dovrebbe stare attenta a scegliere la gente giusta, perché gli errori del passato e la mancanza di risultati sono dipesi da chi gestiva il team in Germania».
Facciamo nomi e cognomi, tanto ormai…
«Credo che John Howett fosse la persona sbagliata al posto sbagliato. Faccio qualche esempio. Ci sono Ross Brawn e Adrian Newey sulla piazza e consiglio ad Howett di prendere uno dei due. Lui che fa? Va dal suo amico Martin Withmarsh e chiede consiglio a lui. “lascia perdere, Ross non è un tecnico, Newey è un bollito” gli dice il capo della McLaren e Howett in riunione risponde davanti a tutti che non prenderà né uno né l’altro perché il suo amico Martin gli ha detto così. Ma secondo voi uno della McLaren darà un consiglio giusto a uno di un team rivale? Tecnicamente ha messo uno come Vassellon, un gommista, a prendere decisioni tecniche. Bravo, intelligente, ma non era il suo ruolo».
«E poi gli errori tecnici, per andare dietro a Ralf Schumacher abbiamo perso due anni e quando se ne sono accorti tutti, tornando alla mia idea principale, siamo andati subito meglio. A un certo punto, siamo a fine 2008, Bernie Ecclestone mi chiama e mi chiede di avere un contatto diretto con Tokyo: “Per come stanno gestendo la squadra, la Toyota si ritira presto dalla F.1 non me lo posso permettere” mi disse Bernie. Il guaio è che i giapponesi hanno una scala gerarchica molto netta, non si scavalca nessuno e io non ho potuto farlo e Howett gli ha bloccato tutti gli accessi e infatti la Toyota si è ritirata dalla F.1 come temeva Ecclestone. Un peccato perché è una grande azienda, grandi tecnici e risorse, un nome importante che poteva e doveva vincere in F.1».
Rammarichi per non averlo fatto?
«Penso che sia la mia più grande sconfitta, ho fatto la prima pole, il primo giro veloce volevo regalare la prima vittoria. Ci fossi riuscito ora Toyota sarebbe ancora in F.1 e col regolamento tecnico in vigore, avrebbe mostrato che sa fare grandi cose nell’ibrido».
E se dovessero tornare?
«Ne sarei felice, anzi sono pronto a dare una mano, magari come team manager, conoscendo tutti gli errori di chi c’era prima, ne eviterei di sicuro in futuro…».