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Perché Stellantis ha deciso di non sfruttare il regolamento 2026, con le sue nuove power unit, per entrare in Formula 1? Il CEO del gruppo Stellantis, Carlos Tavares, ha toccato l’argomento F1 in occasione di una tavola rotonda con la stampa durante il weekend di gara della Formula E a Misano, cui ha partecipato anche Automoto.it. “Se si guarda al ritorno sull’investimento, la F1 è uno strumento di marketing molto efficiente, probabilmente il più efficace in termini dell’impatto mediatico raffrontato ai costi”.
“In seconda battuta, non tutti investono gli stessi soldi in Formula 1. Prima del budget cap, il raggio andava dai 100 ai 500 milioni di euro all’anno, all’incirca. Con il tetto dei costi, la situazione si è appiattita anche se è tutt’altro che perfetta. Con un budget cap efficiente, la F1 è la leva di marketing migliore nel motorsport”, riconosce Tavares. Resta però un ostacolo di non poco conto, che Tavares definisce “etico”.
“Il problema, anche se il budget cap rende la competizione meno sbilanciata, è che la somma richiesta per competere in F1 è ancora molto elevata, e bisogna pensare all’aspetto etico. Non posso non pensare alle persone nei miei stabilimenti che cercano centesimi di euro da limare per combattere la concorrenza dei rivali asiatici nel campo delle auto a zero emissioni.”
“Quindi, anche se la F1 è una leva efficiente per il marketing, devi essere in grado di guardare negli occhi i dipendenti delle fabbriche e dire loro che di fronte a una situazione del genere spendiamo milioni di euro in F1. Questo è il limite etico della F1. È un aspetto che tocca la mia sensibilità, visto che sono molto vicino ai lavoratori delle nostre fabbriche e dei sindacati”, riflette il numero uno di Stellantis, grandissimo appassionato di corse.
C’è poi anche una criticità nel futuro della categoria, secondo Tavares. “La F1 oggi sfrutta motori endotermici, ma è un mezzo fantastico per sviluppare tecnologie green. L’unico problema è che la F1 dovrà scontrarsi con la realtà dello stop all’endotermico nel 2035. Per ora sfruttano l’ibrido per contribuire a questa evoluzione, e credo lo facciano nel concreto con le batterie e altri componenti utilizzati. Ma resta il problema strategico del 2035 da risolvere”. Così come solo il tempo ci dirà se in futuro ci saranno le condizioni per l'approdo di un marchio del gruppo Stellantis in F1, cui ha partecipato fino al 2023 grazie alla collaborazione tra Alfa Romeo e Sauber.