Stefano Domenicali, 55 anni di successi conditi con la passione

Stefano Domenicali, 55 anni di successi conditi con la passione
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L'11 maggio Stefano Domenicali compie 55 anni: il nostro inviato F1, Paolo Ciccarone, ne ripercorre la carriera, dai lunghi trascorsi in Ferrari all'attuale ruolo di CEO di Lamborghini
11 maggio 2020

Quando ci pensa, si mette a ridere. Rossella Amadesi, la mamma dei leoni della CEA, il servizio anti incendio famoso sulle piste del mondiale, se lo ricorda bene. "A Imola, dietro la rete, c'era sto ragazzino che pur di entrare si sarebbe inventato di tutto. E allora io gli faccio: mo vieni qui che c'è da portare da mangiare ai commissari in giro lungo la pista. E lui, umile, grato per poter entrare dentro il box, prendeva su la roba, la portava in giro e non si lamentava mai. Anzi, ti ringraziava pure". Il ragazzo è cresciuto, l'11 maggio ha compiuto 55 anni e all'anagrafe si chiama Stefano Domenicali. Da ragazzino appassionato, a presidente e CEO di Lamborghini con una lunghissima parentesi alla Ferrari, dove è approdato nel 1991 e ha scalato tutti i gradini di una professione difficile, condita però con l'ingrediente base: la passione.

Dai primi passi nel mondo dei motori, come direttore di gara prima, commissario, alla Ferrari nel reparto amministrativo, fino al vertice della GES Sportiva, con titoli mondiali a ripetizione con Schumacher, Raikkonen delusioni come in Brasile 2008 e Abu Dhabi 2010. Ma sempre con lo spirito e la passione di uno che mette prima il cuore e poi il resto. Tanto che nel 2014, di fronte ai risultati scarsi della Ferrari, Domenicali diede le dimissioni perché si reputava responsabile del disastro di quella stagione.

Caso unico, forse raro, di chi sa assumersi le proprie responsabilità e pur di fronte all'evidenza (non era colpa sua ma era lui il capo, almeno teorico...) prese carta e penna e lasciò l'incarico che aveva inseguito per tanti anni, con sacrifici personali (sposato con Silvia Colombo, figlia di una icona della fotografia mondiale) una casa vicino a Monza, l'altra vicina a Modena, la famiglia di origine a Imola. Una vita fatta di viaggi, tensioni, decisioni da prendere, ma sempre con sorriso ed educazione.

Alla Ferrari lo chiamavano il democristiano. Ovvero una figura che ascoltava tutti, metteva tutti a proprio agio e qualsiasi decisione prendesse, andava bene a tutti perché alla base c'era il rispetto verso i colleghi, diventati amici nel frattempo. Dopo l'uscita dalla Ferrari in sei mesi è arrivata l'offerta Audi, poi il posto alla Lamborghini. Dove ha raggiunto risultati importanti. Con la gestione Domenicali la Lamborghini raggiunge e supera una serie di traguardi significativi: nel 2017 ha superato il miliardo di fatturato; nel 2018 ha lanciato il SuperSuv Urus e il fatturato è cresciuto del 40% raggiungendo 1,42 miliardi. Le vendite sono aumentate del 51% rispetto all'anno precedente.

Portando poi nel 2019 le vendite a un aumento del 43%, raggiungendo le 8.205 vetture consegnate. Questi i numeri della gestione Domenicali. Ai quali vanno aggiunti altri due numeri: i due figli (Martino e Viola) e il doppio 5 negli anni, compiuti l'11 maggio. E' commendatore della Repubblica e Ufficiale d'Ordine della Repubblica italiana, ma per tutti continua ad essere ancora Stefano e basta. Risponde al telefono, risponde alle mail. Un caso raro. Uno che non se la tira. E potrebbe farlo. A Maranello lo rimpiangono ancora, ma lui si schernisce e fa gli auguri al suo amico Mattia Binotto. Che una telefonata gliela avrà fatta di sicuro. Perché è difficile dimenticarsi di Stefano Domenicali e della sua passione messa prima di tutto.

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