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Superato il tifone Patricia ad Austin il lunedì mattina abbiamo preso il volo per Mexico City per completare in back to back che il calendario della F1 proponeva in scaletta. L'atterraggio lo ricorderemo come un atterraggio burrascoso e in contro sterzo, e chi era a bordo si è fatto qualche piccola .... domanda, oltre a qualche preghiera!
L'approccio con la città è stato lo stesso di sempre; quando visiti un posto nuovo e carico di storia e nel percorso verso l'hotel, nel centro della città è facile imbattersi in monumenti piazze e bellezze artistiche che bisognerebbe avere un po di tempo per visitarle, come la piramide mayor o la piazza simbolo del Messico, la Piazza Indipendenza.
Il circuito risiede vicino all'aereoporto e anche le infrastrutture di appoggio sono vicine, ma il traffico intenso può fare cambiare le distanze di 30 minti fino ad un ora e mezza, infatti la mattina dall' hotel al centro al circuito la media è di circa 45 minuti.
Il traffico è caotico e pare di essere come in pista usciti dall' hotel, con macchine che cercano di avanzare a scapito delle altre come se in palio alla fine ci fosse una coppa, un premio da ritirare. Sembrano Speedy Gonzales. Il circuito oltre che la città sono veramente blindati con polizia ogni 5 metri, è chiaro che si vuole dare un segnale forte di sicurezza anche perché il turismo è un bene prezioso che va difeso e tutelato nella giusta maniera.
Questa settimana coincide con il primo novembre, e la città sente molto questa festa popolare e i preparativi per la nottata sono a buon punto per far si che tutto riesca nel miglior modo possibile. Teschi, coreografie, persone già mascherate si vedono gironzolare qua e la per la città. Artisti di strada in alcune zone con maghi e personaggi televisivi fanno da coreografia alla zona del centro per intrattenere i turisti.
Come anticipato il tempo scarseggia quando hai due gare attaccate e devi trovare da subito i punti strategici per poter soddisfare i tuoi clienti, la tua squadra. Fortunatamente qui siamo guidati da una persona locale che ci ha un pò aperto il cuore della città e ci ha fatto visitare quei sapori, quegli scenari che erano anche tipici nostri prima che ci trasformassimo in un paese che vuole crescere ma mi sembra ammaestrato a livello alimentare europeo su cosa sia buono o cosa non lo sia.
Mi spiace dirlo ma si dovrebbe lottare un po di più per le nostre tradizioni e prodotti difendendoli come patrimonio nazionale. Prima o poi si tornerà ai vecchi sapori, alle ricette di una volta, quelle che le nonne ti tramandavano e con cui siamo cresciuti e qui ci tengono alle loro tradizioni.
La visione di questi scenari, un po' surreali ad occhi moderni lasciano lo spiraglio a ciò che siamo stati e da dove veniamo con tutte le nostre paure ed insicurezze all'approcio a nuovi alimenti ma questa gente e la loro semplicità e i loro street food ci fanno capire che non sempre il buon cibo è in sala operatoria. Meditate, gente!
Strade comuni di mercato con mezze di manzo appese al soffitto e bancarelle che espongono i tipi di taglio e di animale ove il macellaio ti serve la porzione richiesta facendo girare anche l'economia trattando direttamente con il cliente soddisfandolo con prezzi abbordabili e pozioni ragionevoli, alzando o abbassando i prezzi a discrezione di un cliente poco abbiente e con poco margine di spesa, non un comune banco frigo dove ritirare la razione.
Anche le gerle di pesci rovesciati al momento su grossi banconi con il pescato del giorno fa la sua bella impressione e la possibilità di scegliere la pezzature e la varietà di pescato aiuta a soddisfare i palati esigenti del nostro paddock.
L'ultima volta che si è venuti a città del messico il tipo di ristorazione del paddock era nettamente diversa dai menu di oggi a 10 portate con dolci fatti in casa ed a scelta, i tempi sono decisamente cambiate ma alcune cose sono ancora le stesse. I ristoranti sono ovunque e la qualità per scelta è ottima, mangiando bene ovunque con sapori e ricette diverse dalle nostre abitudini, con semplicità e buona qualità del prodotto.
Il circuito si è trasformato da allora, ed ancora in fase di completamento ma i progressi sono veramente notevoli. Si ha la disponibilità di questo popolo a far si che le cose vadano nel verso giusto e che si riparta con la giusta impressione di chi ha voluto fare le cose per bene, nella maniera migliore possibile. Tanto di cappello, anzi, di sombrero