Sì, esiste un romanzo rosa sulla Formula 1. Ed è terribile

Sì, esiste un romanzo rosa sulla Formula 1. Ed è terribile
Pubblicità
Ebbene sì, esiste un romanzo rosa ambientato nel mondo della Formula 1. E l'ho coraggiosamente letto, in modo tale che voi non dobbiate farlo
4 ottobre 2023

Piloti che saltano una sessione di prove libere perché si sono dimenticati di impostare la sveglia, talenti che si allacciano la cintura da soli e chiamano le gare “Premi”, lamentandosi di una “vittoria del secondo posto”: benvenuti nel mondo di Throttled, il romanzo rosa sulla Formula 1 che ho letto immolandomi affinché voi non dobbiate farlo. Avete presente gli Harmony che leggevano le vostre mamme? Ecco, questa è la versione dei giorni nostri, in salsa Drive to Survive.

Naviga su Automoto.it senza pubblicità
1 euro al mese

Noah Slade è il Max Verstappen di turno, compreso padre ex pilota con tendenze violente che vive per interposta persona il suo successo, ma in questo caso è a sua volta un campione del mondo. A differenza dell’originale, però, il nostro eroe, in un espediente narrativo da far accapponare la pelle, è abbastanza vanesio da definire i suoi occhi “blu come il mare dei Caraibi”. Ovviamente bellissimo, è altrettanto prevedibilmente simpatico come una foratura all’ultimo giro e pure donnaiolo.

Maya Alatorre è la sorella del suo più grande rivale, Santiago, che l’ha sbattuto fuori all’ultima gara della stagione precedente, facendogli perdere il mondiale e vincendolo al posto suo. Tiè. Ovviamente sensualissima ma allo stesso tempo pasticciona – si dimentica di chiudere il frullatore quando lo usa, non fa attività fisica, ma sembra comunque una modella – è la classica ragazza in cui la lettrice dovrebbe identificarsi. Si laurea e si prende un anno sabbatico per seguire il fratello per circuiti e girare dei vlog. D’altronde, perché no?

Si conoscono - e ovviamente litigano - in una conferenza stampa in cui si avverte “l’odore della disperazione” dei giornalisti nel porre domande che facciano uscire dalla bocca dei piloti qualcosa di interessante. Una ricostruzione che, da superstite di diverse sessioni senza moderazione aperte a tutti gli accreditati in circuito, ritengo accurata, per quanto non esattamente lusinghiera nei confronti della categoria cui appartengo. Ma non divaghiamo.

Si incontrano, e ovviamente si odiano. Ma le ostilità lasceranno ben presto spazio alla passione, in un intreccio telefonatissimo. Quasi quanto lo sono i tragici spiegoni per chiarire un contesto che la stessa autrice, pur definendosi appassionata di F1, non ha ben chiaro. Si parla della “difesa del titolo del Premio di Montecarlo” (?), della “vittoria del secondo posto” (??) e delle “altre fasi della F1, come la F2 e la F3 (???). Non mancano poi, perle del calibro di “Le domeniche sono il mio giorno preferito della settimana. D’altronde, chi ha bisogno di una chiesa quando ho un posto in prima fila in paradiso?”. Rabbrividisco.

Ma il capolavoro assoluto arriva alla fine del libro, quando il buon Noah, mentre si gioca il titolo all’ultima gara stagionale, chiede di parlare via radio con l’amata Maya. Sì, avete capito bene. Ne nasce una conversazione surreale, con tanto di dichiarazione di amore eterno urbi et orbi, tra un sorpasso e l’altro. È questo l’improbabile mondo di Throttled, primo libro di una serie di quattro, non disponibili in italiano. Uno basta e avanza, però, per quanto mi riguarda.

Pubblicità