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“L’Arabia Saudita si sta aprendo ed è bello vedere una nuova generazione di donne parlare apertamente dei propri sogni e avere la possibilità di fare cose che alle loro madri non erano concesse. Si notano molti cambiamenti positivi in questa nazione”. C’è un entusiasmo da ragazzino negli occhi di Sebastian Vettel quando lo incontriamo in un kartodromo a Jeddah, dopo la conclusione delle gare della seconda giornata di Race4women, la competizione di kart riservata alle ragazze che organizza da anni nel paese arabo.
“Questa volta abbiamo riscontrato l’interesse di molte più ragazze, un gruppo di 20 persone che hanno avuto il coraggio di mettersi in gioco. Negli ultimi anni vengono organizzate più corse, più ragazze decidono di mettersi al volante”, ci spiega. È un’occasione per conoscere mondi lontani dal suo. “Le ragazze mi hanno raccontato molte storie, a cominciare da come è iniziata la loro passione per le corse, continuando con i loro progetti futuri. Alcune di loro hanno una grande esperienza in gara, per altre era la prima volta”.
Secondo Vettel, l’interesse per il motorsport va coltivato annaffiandone le radici. “È importante potenziare le attività alla base del motorsport. L’infrastruttura è discreta, ma potrebbe essere decisamente migliore. Chiaramente se la F1 arriva in un determinato paese, i bimbi e le bimbe non possono che seguirla, visto l’interesse dei propri genitori. È così che nascono i sogni. Vogliono diventare piloti e provare in pista. È a questo punto che diventa fondamentale avere piste per go-kart in cui possono sperimentare, diventando più coraggiosi alla guida. È un modo per esprimersi, e penso che aiuti a essere più audaci anche in altri ambiti”.
“Sentire le storie di queste ragazze, molto diverse da quelle delle coetanee tedesche e di altri paesi, è fonte di grande ispirazione. È importante che tutti abbiano le stesse occasioni e che le donne vengano considerate, perché possono raggiungere gli stessi traguardi degli uomini”. E un cambiamento in questo senso si vede anche nella classe regina del motorsport. “È bello vedere come la F1 si stia aprendo, e ci siano più donne nel paddock”, riflette Sebastian.
Ma è possibile che una donna arrivi in Formula 1 nei prossimi 10 anni? “Non ci sono motivi perché non accada. Ci sono già delle ottime pilote professioniste. La F1 Academy corre questo weekend, ed è importante che ci siano degli esempi per ispirare le giovani di oggi a correre. Più ragazzine proveranno a competere, più riusciranno ad avere successo e più aumenterà la possibilità di vederne una nella classe regina del motorsport. È una delle poche discipline in cui uomini e donne possono competere insieme, e non c’è nessuna ragione per cui le donne dovrebbero essere più lente degli uomini”.
Dagli alveari di Suzuka al maxi-casco costruito con rifiuti a Interlagos, Vettel riesce sempre a coinvolgere i suoi ex colleghi in iniziative molto particolari per perorare le cause in cui crede. Possiamo aspettarcene delle altre? “Ho un sacco di idee – confida -. Sono in contatto con Stefano (Domenicali, il CEO della F1, ndr), magari potremmo combinare qualcosa. Mi piace lavorare a stretto contatto con le persone, e quello che conta è la condivisione. Sono una persona curiosa, e c’è molto da attingere da eventi come questo”.
Ma Vettel potrebbe valutare un ritorno alle corse? “Non tornerei a correre in Formula 1. Potrei competere altrove, però”. Magari a Le Mans? “Ho provato una macchina (la Porsche 963 LMDH ad Aragón, ndr) un paio di anni fa, vedremo”. Per il momento Sebastian si limita a fare da spettatore, seguendo la F1. “Sono un grande fan. Adesso che mi sono ritirato, ho più tempo. Inizialmente è stato strano vedere i piloti in pista mentre io ero a casa. Ma ora mi piace, seguo volentieri anche se non sempre in diretta, a volte sono molto impegnato. Sono rimasto anche in contatto con la maggior parte dei piloti”.
A proposito di F1, e del suo futuro, cosa ne pensa Vettel del potenziale ritorno dei V10? “Non so se si tratti di una prospettiva realistica o di chiacchiere. Ma sul fronte delle emozioni, quello è il sound della mia infanzia, con cui sono cresciuto. È diverso per ogni generazione, e dipende sempre dal termine di paragone. Penso però che le auto siano abbastanza potenti oggi. La cosa più importante a mio avviso sarebbe ridurre il peso. So che scenderà per il 2026, ma bisognerebbe diminuirlo ancora di più”.
“D’altro canto – aggiunge - le monoposto sono diventate molto più sicure e certi dispositivi, come l’halo, pesano. È difficile trovare un giusto equilibrio. Se l’auto è più leggera, però, è sicuramente più agile, più divertente, più fisica, meno brutale con le gomme. Ridurre il peso porterebbe a tanti benefici”. Il presente di Vettel, però, è lontano da un ambiente che non sentiva più suo. E vedendo l’evidente serenità che Sebastian trasmetteva in un pomeriggio intriso della materia più genuina delle corse, consolando le ragazze deluse per le loro prestazioni e mettendosi a sua volta al volante con il suo inconfondibile casco, non abbiamo potuto fare a meno di pensare che la sua è stata la scelta giusta.