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Monza - A poche ore dal via del GP di Monza, nel contesto dell'apertura ufficiale di una nuova concessionaria Lotus nei pressi dell'autodromo, abbiamo scambiato alcune battute con Kimi Raikkonen, uno dei piloti più al centro dell'attenzione per questioni di mercato oltre che per questioni di classifica mondiale che non lo vedono ancora tagliato fuori dalla lotta per il titolo 2013.
Cosa ti aspetti da Monza 2013?
«Cercherò di fare meglio dell'anno scorso, stiamo migliorando un pochino. L'anno scorso abbiamo avuto qualche problema, ma abbiamo sempre lavorato per migliorare i nostri punti deboli. Il nostro obiettivo è naturalmente lottare per vincere gare e campionati, ma sappiamo di non essere competitivi come altri team, per cui dobbiamo essere realisti. E' frustrante per me e per il team non poter fare di più, non poter vincere più gare, ma in generale non credo che stiamo facendo male, e possiamo solo concentrarci per migliorare. Sappiamo di non essere i favoriti sulle piste dove si viaggia scarichi di aerodinamica, ma aspettiamo di scendere in pista per capire come siamo messi. Credo che sarà più facile, che saremo più competitivi della scorsa stagione qui.»
Che condizione non vorresti per questa corsa?
«Probabilmente l'area in cui soffriamo di più è in condizioni di umido, non riusciamo ad essere veloci come vorremmo per mancanza di grip, o pressione aerodinamica, o quello che è. Ma credo che la nostra vettura non abbia un problema ben definito in qualche area specifica, è solo che dobbiamo migliorare tutto un pochino per essere più veloci.»
Qualche strategia particolare?
«No, dipenderà tutto da come vanno le prove venerdì e sabato. Posso solo puntare a salire sul podio, poi vedremo come andrà.»
“Dopo sette anni senza cambiamenti drastici nel regolamento tecnico siamo ad un punto di svolta, e uno degli aspetti più critici è per i motoristi, che devono lavorare in equilibrio fra le risorse investite per quest'anno e per il 2014”
Cosa pensi della macchina del prossimo anno? E Lotus è soddisfatta?
(Ride) «Sarà una grande sfida per tutti. Ci sono tante nuove tecnologie che interessano molto le Case costruttrici, ecco perché tanti stanno per entrare in F1. Credo che toccherà a loro sviluppare queste tecnologie, poi toccherà a noi integrarle nella nuova macchina. Dopo sette anni senza cambiamenti drastici nel regolamento tecnico siamo ad un punto di svolta, e uno degli aspetti più critici è per i motoristi, che devono lavorare in equilibrio fra le risorse investite per quest'anno e per il 2014. Credo che il nuovo regolamento sia interessante e che sia positivo sia per i tecnici che per lo sport. Purtroppo è anche qualcosa di molto costoso e che dovremo gestire di conseguenza.»
E cosa pensi del prossimo anno? Chi saranno i favoriti?
«E' difficile da dire. Visto il cambio di regolamento è impossibile prevedere chi sarà veloce e chi no. Sicuramente sarà molto più facile tanto fare una gran macchina quanto sbagliarla completamente. Ci sarà più differenza fra i vari team, che adesso sono molto vicini l'uno all'altro.»
Quanto conta la motivazione per un pilota di F1? Si parla molto di un top driver in lizza per il mondiale 2013 (Alonso) in pensiero di abbandonare la F1 per prendersi una pausa. Tu che quella pausa dalla F1 l'hai fatta nel 2009. Era una questione di motivazioni?
«Quella del 2009 per me non è stata una mancanza di motivazione. Non l'ho mai detto, è stata una cosa che mi è stata attribuita dalla stampa ma non era così. Sono successe tante cose e sono finito a fare felicemente dell'altro. Non ho mai smesso di divertirmi, mai persa la passione per le gare. Purtroppo in Formula 1 ci sono tanti aspetti che non hanno niente a che vedere con le gare e ho finito per fare altro. Felice di averlo fatto. Per quanto riguarda gli altri piloti bisognerebbe chiederlo a loro.»
“Quando vinci un titolo la soddisfazione dura poco, ne vuoi vincere subito un altro, però la pressione è minore, non ti senti più obbligato a farlo. Lavori per tornare a vincere, la determinazione è la stessa, ma sai che se non ci dovessi riuscire non sarà qualcosa che ti perseguiterà per il resto della tua vita”
Cosa hai provato nel 2007 alla conquista del titolo iridato?
«Ovviamente ero felice. Era un traguardo che ho sempre sognato di raggiungere, e negli ultimi giri dell'ultima gara, quando ho sentito che tutto stava andando come doveva, ho continuato a dare il massimo. Ero felicissimo, tutti eravamo felicissimi, non so bene come spiegare le emozioni che ho provato.»
Sei ancora affamato come allora?
«Beh, sicuramente qualcosa cambia. Quando vinci un titolo la soddisfazione dura poco, ne vuoi vincere subito un altro, però la pressione è minore, non ti senti più obbligato a farlo. Lavori per tornare a vincere, la determinazione è la stessa, ma sai che se non ci dovessi riuscire non sarà qualcosa che ti perseguiterà per il resto della tua vita. Quindi corro divertendomi forse di più. Non che sia facile farlo a questi livelli, però è psicologicamente più facile.»
Sei tornato in F1 e si è accesa una nuova passione nei tuoi confronti. Forse anche più forte di quando eri in Ferrari. Che ne pensi?
"E' bello avere dei tifosi...sicuramente più bello averne che non averne. Io sono sempre in pista per provare a vincere la gara, a fare il meglio che posso, e credo che i fan lo apprezzino. Certo, quando si fa bene è naturale avere più fan di quando si fanno risultati più scarsi, però io interpreto le gare e la mia vita a modo mio, e credo che ai tifosi piaccia questo mio aspetto. Non corro per cercare il consenso degli altri, non sono qui per farmi amare dal pubblico, ma è comunque bello avere tanti fan che ti supportano.»