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La foto ha destato scalpore in chi non conosceva l'aspetto ludico di Michael Schumacher. Vederlo vestito da donna danzare con Rubens Barrichello ha strappato un sorriso a tanti e dolci ricordi in altri. Che Michael Schumacher, fuori dalle piste, fosse un buontempone, lo sanno in pochi. La sua immagine fredda, concentrata, tutta dedita al lavoro è quella che hanno impressa nella memoria i suoi tifosi, ma questa immagine ci permette di ripercorrere alcuni momenti non ufficiali e di svelare alcuni retroscena che meritano essere raccontati, specialmente alla luce di quanto mostrato nel documentario di Netflix sulla sua carriera e la sua vita.
Nel 1991 Maurizio Arrivabene era un giovane rampante che, alla corte di Philip Morris, stava scalando le posizioni di vertice. In quel periodo la Marlboro era sponsor della McLaren e della Ferrari, oltre che essere impegnata nella MotoGP e in altre categorie minori. Mancava un momento di comunicazione che raccogliesse i vari momenti per far parlare di F.1 in inverno. A Maurizio venne l'idea di una settimana bianca coi piloti e team manager a Madonna di Campiglio, dove lavorava nella stagione invernale. Da qui l'avvio di una tradizione che è andata avanti per una ventina d'anni. Persa la McLaren dalla sola Ferrari si passò agli altri team sponsorizzati, come Scuderia Italia e poi con l'aggiunta della MotoGP con i team Ducati e i piloti Marlboro.
Siamo alla seconda metà di gennaio del 2003. Al solito l'organizzazione Marlboro di Arrivabene si supera e fra invitati, tecnici, televisioni e team Ferrari, sono qualche centinaio di persone che animano Madonna di Campiglio che diventa il centro del mondo della F.1. Ogni giorno una intervista con Jean Todt, Stefano Domenicali, Felipe Massa come tester o Rubens Barrichello e Michael Schumacher. Un modo per lavorare e sciare, scoprendo le bellezze locali, i ristoranti e i rifugi vari. Al mattino conferenza di buon'ora, poi chi va a sciare e rientra il pomeriggio, mettendosi al computer per dare i servizi ai giornali oppure in sala montaggio TV per le varie emittenti mondiali. Nel corso degli anni è diventato l'avvenimento per eccellenza. L'ambiente è rilassato, ogni tanto arriva pure Bernie Ecclestone in elicottero o altri personaggi dello spettacolo. Rubens Barrichello ha la famiglia e gli amici, Schumacher no. Da solo ad affrontare la platea di giornalisti, a divertirsi e sciare in allegria.
Uno dei pezzi forte delle serate allegre di Schumacher era fare dispetti e scherzi a Barrichello. Complice Luca Badoer, col quale ha legato in maniera incredibile, i due fanno incursione nella camera di Rubens e fanno tutto quello che possono. Dal buttare i materassi fuori dalla finestra, al riempire di carta igienica la stanza, al mettere armadi davanti alla porta impedendo l'ingresso al brasiliano. Rubens sopporta con fastidio la cosa, ma nel 2003 ha pronta la rivincita. Infatti, facendo finta di niente, ordina una bibita al bar e offre a Schumacher e Badoer dicendo di mettere tutto sul suo conto, nella camera numero 173. Schumy guarda Badoer, i due annuiscono e da quel momento parte lo scherzo a Barrichello.
Siamo al 15 gennaio, praticamente ultima sera dell'incontro. Michael ordina caipirinha al bar, ne offre a Barrichello. I due cominciano ad essere alticci quando Schumacher ha il colpo di genio. Nella hall dell'albergo (di solito si andava al Golf Hotel e allo Spinale, ma con l'aumentare dei giornalisti e staff si era diversificato occupando diversi alberghi) c'è un manichino della principessa Sissi, abituale in queste zone durante il suo regno. Schumacher non ci pensa due volte: spoglia il manichino, si veste e dà una parte dei vestiti a Rubens. L'orchestrina suona un valzer e i due, ubriachi persi, ci danno dentro. Gran sbracciare dell'addetto stampa Ferrari, che chiede "niente foto, niente foto o ve la faccio pagare". Tutti, o quasi, diligentemente mettono via la macchina fotografica (i cellulari non avevano ancora questa funzione). Tutti, tranne un brasiliano: Flavio Gomes di Radio Bandeirantes che scatta una immagine, quella che vedete. Viene prontamente redarguito e lui giura solennemente che non userà mai quella foto. Ci crediamo poco, ma se è uscita dopo 18 anni vuol dire che ha mantenuto fede alla parola data.
Si va a letto, ormai mezzanotte è passata, ma Schumacher non ha nessuna voglia di fermarsi. A un certo punto si sente un boato. La porta della stanza numero 173 viene demolita, come una furia entrano in camera Schumacher con un sigaro in bocca e Luca Badoer con un altro paio di amici. "Dove è Rubens?" urla al vostro cronista a letto e impigiamato. "Ma sei scemo? questa è la mia camera cosa c'entra Barrichello?" gli urliamo dietro incavolati. "Mi ha detto che la sua stanza è la 173, questa è la 173? E allora dove è Rubens?". La controreplica: "Ma allora sei proprio scemo, secondo te dormo con Barrichello sotto al letto?". Mi guarda, sposta il sigaro. Badoer è piegato in due dalle risate, Michael annuisce, vede che a letto c'è...una ospite e lui con fare allegro: "Ok, tant ormai vi ho svegliato, perché non andiamo in discoteca?" e si porta via l'ospite sorpresa e stupita che sia proprio lui a chiedere di andare a ballare. Alle tre di notte. E mentre va via con Badoer, appoggia delicatamente la porta contro lo stipite e si scusa.
Al mattino, a colazione. Sguardi sfuggenti. Cerchiamo di restare seri, ma cominciamo a ridere. Michael e Badoer scoppiano a ridere anche loro. Barrichello, un po' più in là, sorride sornione. Quando un giornalista della Gazzetta dello Sport, al nostro tavolo, ci chiede il perché. Gli raccontiamo della notte brava. E lui scrive tutto il giorno dopo, citando un noto radiocronista bergamasco (lavoravo per Radio Monte Carlo a quell'epoca) facendo venire a galla la vicenda e costringendo, da quel momento in poi, a portare i piloti e lo staff in hotel diversi da quelli dove alloggiavano i giornalisti.
Finita colazione, ci si prepara ad abbandonare l'hotel. Lasciamo la chiave alla reception che ci chiede la carta di credito. Chiediamo perché e ci rispondono che ci sono circa 180 euro di caipirinha da pagare. Infatti, Schumacher e Badoer hanno messo tutto in conto alla stanza 173 convinti che fosse quella di Barrichello, ma siccome era la mia, ho dovuto pagare perché le regole dell'hotel erano chiare e ben precise. E a nulla è valso far presente che non fosse la mia firma sui conti... Qualche tempo dopo, alla presentazione della nuova monoposto Ferrari a fine mese, lo diciamo a Schumacher: "Oh, scusami, ci tengo a rimborsarti, ci pensa Willi Weber a darti i soldi". Per la cronaca, non abbiamo mai visto un soldo e quel conto è rimasto come un dolce ricordo di una serata folle con Michael Schumacher. In fondo, in quanto avrebbero voluto pagare per vivere certe esperienze?