Quanto vale davvero un team di Formula 1 oggi? La risposta arriva dall’Alpine

Quanto vale davvero un team di Formula 1 oggi? La risposta arriva dall’Alpine
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L'acquisizione del 24% delle quote dell'Alpine da parte di un gruppo di investitori ha svelato il valore attuale del team di Formula 1
27 giugno 2023

Quanto vale un team di F1 oggi? La risposta arriva dal gruppo Renault, che ieri ha annunciato di aver ceduto il 24% delle quote dell’Alpine a una cordata di investitori, tra cui spiccano gli attori Ryan Reynolds e Michael B. Jordan. La cessione di una quota di minoranza a Otro Capital, RedBird Capital Partners e Maximum Effort Investments è stata perfezionata per una cifra che pone il valore del team a circa 900 milioni di dollari.

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Ma quanto è cresciuto davvero il valore dei team di Formula 1 negli ultimi anni? Per scoprirlo, dobbiamo fare riferimento a delle stime, visto che il reale valore delle scuderie non è solitamente reso noto, se non nel caso di operazioni come quella perfezionata da Alpine. Secondo una valutazione condotta da Forbes nel 2019, l’allora Renault valeva 430 milioni di dollari, meno della metà della cifra odierna.

Nel 2020, invece, la McLaren siglò un accordo con MSP Sports Capital per la cessione di parte delle quote di McLaren Racing, per una cifra che stabiliva il valore dell’azienda a circa 750 milioni di dollari. Vale la pena ricordare, però, che sotto l’ombrello di McLaren Racing non c’è solo la scuderia di F1, bensì sono raggruppati anche gli altri programmi nel motorsport. Nel 2019, Forbes valutava il team F1 di McLaren 620 milioni di dollari.

Nella top three delle stime di Forbes di quattro anni fa troviamo Ferrari, Mercedes e Red Bull, staccata però di parecchio rispetto alle due avversarie. La scuderia di Maranello veniva valutata 1,35 miliardi di dollari, quella di Brackley 1,015 e quella di Milton Keynes 640 milioni. Contando che il valore di Alpine è più che raddoppiato negli ultimi quattro anni, è lecito pensare che anche quello dei top team sia considerevolmente cresciuto.

La proprietà delle scuderie di punta della F1 ad oggi sembra consolidata. La scuderia Ferrari è controllata da Ferrari S.p.a, mentre le quote di Mercedes sono equamente divise – 33% ciascuno – tra Daimler, Ineos e il team principal, Toto Wolff. Le tre società in cui si divide l’attività di Red Bull in F1 – Red Bull Racing, Red Bull Powertrains e Red Bull Technology – sono controllate dall’azienda da cui prendono il nome.

Restano le scuderie minori, a patto che si vogliano spendere cifre che, come dimostrato dall’Alpine, possono avvicinarsi al miliardo anche per un team che lo scorso anno non è andato oltre il quarto posto nel mondiale costruttori. Converrebbe quasi crearsi una scuderia nuova, come stanno tentando di fare diversi aspiranti team, a cominciare dall’alleanza Andretti-Cadillac. Fino al 2025 compreso, l’obolo di ingresso nel Circus è di 200 milioni di euro, cui ovviamente vanno sommati i costi legati a mettere in piedi un'organizzazione funzionante e alla domanda di ingresso. Ma le scuderie stanno spingendo per un aumento della somma nel prossimo Patto della Concordia.

In ogni caso, la stessa Liberty Media è un vero e proprio impero dello sport. La controllante della F1, che possiede anche gli Atlanta Braves, la Drone Racing League e la Meyer Shank Racing, si è piazzata al top della classifica degli imperi sportivi stilata da Forbes. Con una valutazione di 20,8 miliardi di dollari, ha battuto di parecchio la seconda classificata, Kroenke Sports & Entertainment, proprietaria di Arsenal, Denver Nuggets e Colorado Rapids.

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