Prost: «Le F1 odierne? Difficilissime! Non so come facciano piloti come Vettel a guidarle»

Prost: «Le F1 odierne? Difficilissime! Non so come facciano piloti come Vettel a guidarle»
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Vettel sembra destinato a segnare una nuova epoca nella F1. Ecco cosa pensa di lui e del team l'unico (per ora) tetra campione di Formula 1, Alain Prost | <i>P. Ciccarone, Nuova Delhi</i>
26 ottobre 2013

A Sebastian Vettel mancano dieci punti per essere matematicamente campione del mondo per la quarta volta di fila. E visto che è andato nelle prove in India non si fatica a credere che possa farcela già da questa domenica, al massimo rimanderà di sette giorni ad Abu Dhabi il quarto alloro iridato, tutto dipende dalla strategia della Ferrari, che ha deciso di far partire Alonso dall’ottava piazza con

le gomme dure invece delle morbide che a Massa hanno permesso di segnare il quinto tempo.

Ma al di là della gara, resta l’impresa storica di Vettel, il più giovane tetra campione del mondo di F.1 a soli 26 anni. Insomma, è l’uomo dei record. D’altronde, guardando l’albo d’oro della F.1, ecco chi sono i rivali di sempre in questa classifica particolare: Michael Schumacher, sette titoli. Juan Manuel Fangio, cinque. Alain Prost quattro. Alonso due, Raikkonen, Hamilton e Button con un solo

titolo mondiale.

Per quanto giovane, Vettel è destinato a segnare record a ripetizione, a raggiungere traguardi e titoli mondiali, ma cosa ne pensa Alain Prost, attualmente (e ancora per poco) l’unico tetra-campione della F.1?

Si possono fare paragoni fra il campione francese e il pilota tedesco?
«No, assolutamente no. Lo ripeto sempre, quando ci sono piloti di epoche diverse non è possibile fare confronti. Cambiano tante cose, la macchina e la sua tecnologia, i rivali, i circuiti, le situazioni. Diciamo che Vettel è un campione e su questo non si discute».

Nella F.1 di oggi non vinci per caso e il dominio di Vettel in questi ultimi quattro anni è il frutto di una serie di combinazioni favorevoli. Ha avuto la miglior macchina, il miglior motore ma anche la migliore struttura


Ma quanto vale Vettel come pilota e come campione del mondo? E’ un titolo meritato?
«Senza dubbio è un campione del mondo, un pilota che merita il suo titolo, ma nella F.1 di oggi non vinci per caso e il dominio di Vettel in questi ultimi quattro anni è il frutto di una serie di combinazioni favorevoli. Ha avuto la miglior macchina, il miglior motore ma anche la migliore struttura. Tutto insieme, questo ha contribuito a fargli vincere i titoli mondiali, quindi più che il merito di un solo uomo il risultato di Vettel è il frutto di una combinazione unica. A suo tempo anche Schumacher con la Ferrari ha avuto lo stesso tipo di risultati, non solo il pilota ma tutto l’insieme che fa la differenza».

Quindi Vettel è un vincitore grazie all’insieme creato dalla sua squadra e che c’è dietro le quinte?
«C’è Adrian Newey, che è bravissimo, e ha progettato macchine vincenti una dopo l’altra, c’è Horner che sa gestire il team, ci sono i soldi, la struttura, è un insieme di cose a fare la differenza e tutto deve girare perfettamente. La Red Bull ha aperto un ciclo in cui l’equilibrio è perfetto fra chi progetta, chi dirige e chi guida, sono casi rari in F.1 ma succedono».

Sono ormai 20 anni che Prost si è ritirato dalla F.1, subito dopo aver vinto il quarto titolo mondiale, è difficile smettere quando si è al vertice?
«Si smette quando arriva il momento, che vinci o meno. Lo senti dentro di te, io ho smesso perché ho capito che era il mio momento per dire basta».

E voglia di tornare a correre, almeno per una volta, in F.1?
«Mai, non mi è mai venuta la voglia di riprovarci. Forse c’è la curiosità di guidare queste macchine, molto più complicate rispetto a quelle che guidavo io. Ecco, rispetto a Vettel io di sicuro non sarei capace di guidare con tutti quei comandi da azionare: il kers, il drs, le mappature del motore, quelle del differenziale, i freni. Una cosa difficilissima e non so davvero come facciano i piloti attuali ad andare così forte tenendo tutto sotto controllo. In questo Vettel è molto più bravo di me, io non saprei da dove cominciare».

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