Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Tra tre o quattro gare al massimo, parola di Vasseur, non sentiremo più parlare di “porpoising” ma per il momento il fenomeno c’è, è molto evidente e riguarda quasi tutte le Formula 1 della stagione 2022. In poche parole in rettilineo iniziano a saltare come dei delfini, alla stregua di quello che facevano alcune monoposto ad effetto suolo “esagerate” degli anni 80 o alcuni prototipi di Le Mans (anche recenti).
Quello che accade è relativamente semplice e sorprende che nessuno avesse inserito o calcolato questo parametro al simulatore: man mano che l’ala anteriore si avvicina al suolo per via del carico che essa stessa genera, costringe l’aria (sempre più veloce) a passare in uno spazio sempre più contenuto sino accusare una differenza di pressione tra la parte superiore e quella inferiore dell’ala stessa che crea uno stallo aerodinamico.
Questo comporta la generazione di una onda che si riflette sino al posteriore tornando poi all’anteriore con frequenze più o meno intense e pericolose in base alla monoposto ed alla tipologia di assetto aerodinamico adottato.
Va da se che un problema del genere porti problemi di rotture inattese di componenti strutturali come le sospensioni (in carbonio) o renda impossibile la guida della macchina anche in rettifilo. Ma il problema sembra essere generalizzato e soprattutto non di facilissima risoluzione perché in tutto questo “innesco” non conta solamente l’aerodinamica ma anche il lavoro delle gomme, che hanno flessioni completamente diverse rispetto a quelle dello scorso anno, visto il passaggio dal diametro del cerchio da 13 a 18 pollici.
Vedremo quanto tempo occorrerà per mettere riparo al porpoising, pompaggio in italiano, ma di certo il primo che riuscirà a trovare una soluzione per questo problema potrebbe avere un vantaggio notevole sugli altri.