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Abu Dhabi, terz'ultima prova del Campionato, una delle gare più particolari della stagione e l'unica che si svolge al tramonto, con conseguente cambio di temperatura, di ambiente e di asfalto durante la gara, infatti lo start è nel tardo pomeriggio, mentre la bandiera a scacchi è in prima serata.
In quelle due ore la temperatura della pista crolla anche di 15°, da 45° a 30°, diventando più o meno uguale a quella dell'aria, un fenomeno inverso rispetto a ciò che avviene in caso di gare che si svolgono con meteo sereno e nelle prime ore del pomeriggio, con temperature al suolo e temperature decisamente più elevate di quelle dell'aria.
Ma che effetto ha la colonnina del termometro sulle gomme? Le mescole per lavorare bene hanno bisogno di raggiungere un intervallo di temperatura ottimale. Tra i fattori che incidono su queste condizioni di lavoro ci sono proprio le temperature dell'aria e dell'asfalto che permettono il riscaldamento o il raffreddamento più o meno rapido della mescola del battistrada.
Con climi rigidi è più difficile mandare in temperatura gli pneumatici e si allunga il tempo di warm-up. Al contrario temperature molto elevate possono favorire il surriscaldamento della mescola che oltre un certo livello non è più in grado di fornire la massima aderenza possibile.
Le variazioni del calore esterno alla gomma influiscono in maniera rilevante anche sul degrado termico, accelerandolo quando le temperature sono più alte. Di tutte queste variazioni devono tenere conto gli ingegneri dei team nel pianificare correttamente le strategie di gara e quindi l'utilizzo dell'una o dell'altra mescola a disposizione per la corsa.
Per minimizzare questo fenomeno Pirelli ha scelto per la gara degli Emirati Arabi i P Zero White Medium e Yellow Soft che presentano un ampio ventaglio di utilizzo, adattandosi quindi alle peculiarità di questo circuito e alle condizioni meteo attese.